Contemporary Culture in the Alps
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Welcome to Israel #03

30.04.2014
Cristina Vezzaro
Welcome to Israel #03

Lasciate ogni laicità, voi ch’entrate. 

Gerusalemme è un tale concentrato di simboli religiosi che è impensabile anche per i più laici non sentirlo. Minareti di moschee, templi, chiese cattoliche e ortodosse, non manca nulla. Ma non è un’esposizione museale. Sono luoghi di culto per migliaia di fedeli di fedi diverse che accorrono per ragioni diverse, tutti qui. 

La preghiera al muro del pianto, gli uomini divisi dalle donne, i bigliettini infilati tra le fessure (ricordano il Tanabata giapponese), file di persone immerse nella preghiera. Poco più in là l’inaccessibile moschea. E poco ancora più in là la chiesa del Santo Sepolcro, dove cristiani ortodossi e cattolici stanno celebrando la Pasqua, ognuno in coda per arrivare a baciare il proprio altare, tra stazioni della via Crucis, la pietra in cui si dice sia stato crocifisso il Cristo e il suo sepolcro. Un fervore indiscusso, mistico, un affidarsi cieco. Folle e folle che vengono e che vanno e lasciano nell’aria un’energia molto intensa. Le emozioni sono garantite, anche per i più scettici.

Al tempo stesso, questo strusciare di vesti e sguardi e mondi diversi sottintende una violenza esplosiva, altrettanto percepibile nell’aria. Alle porte del Muro orientale, un’improvvisa incandescenza e un soldato armato si precipita su un autobus urlando contro un conducente. Nessuno sembra farci caso.

Ci vuole resistenza, per vivere in un posto così.

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gerusalemme, israele, travel
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