Music

April 24, 2014

Skankin’ Drops alla Festa di Liberazione, l’inizio di un’avventura in levare

Marco Bassetti
Tra i gruppi sul palco venerdì 25 aprile in occasione della Festa di Liberazione al Pippo di Bolzano, gli Skankin' Drops. Un neonato collettivo innamorato delle sonorità d’ispirazione giamaicana: “più che un gruppo omogeneo siamo una costellazione”.

E chi non ha mai visto nascere una band, non lo sa che cos’è la felicità… A sentire le loro parole, gli Skankin’ Drops sanno esattamente dove stia di casa la felicità: in quella saletta, un po’ incasinata e decisamente affollata (la band è composta da 7+2 elementi!), dove gli strumenti s’incastrano con le voci e i “riddim” giamaicani creano il giusto groove. È così che, a pochi mesi della loro nascita come collettivo folgorato sulla via dei Caraibi, il piacere di suonare insieme li ha già conquistati. E noi, approfittando di questo irrefrenabile slancio aurorale, siamo perfino riusciti a farci rivelare cosa si nasconde dietro a quel nome: “Skankin’ Drops, ovvero tanti musicisti diversi tra loro con una vocazione unica, come tante gocce skankeggianti”. Venerdì 25 aprile, nell’ambito della Festa di Liberazione organizzata dal comitato LAC (Libertà Andiam Cercando), sarà l’occasione di vederli all’opera, in una delle primissime esibizioni dal vivo: appuntamento al Pippo.stage a partire dalle ore 12. La parola a Michele Giancola, a nome di tutta la band.

Ripercorriamo le tappe della formazione della band. 05/2013: i membri fondatori della band studiano e provano i primi riddim giamaicani…

Richiamando le sensazioni avute alle prime prove, emerge lo stupore nello scoprire che questi sette musicisti che mai avevano suonato assieme riuscivano a produrre un suono sì grezzo, naive e basico, ma con un’alchimia e un’intesa ottima, anche dal punto di vista sonoro. È stato un momento davvero speciale, ma per inquadrarlo bene prima è necessario fare un piccolo passo indietro.

Facciamolo.

L’idea di creare il gruppo è venuta a tre amici con la comune passione per la musica in levare e un solido background nel campo al quale però mancava un’esperienza che li unisse, legata proprio ad una reggae band. I tre fondatori sono, infatti ,Michele “Mr.Bassie” Giancola, (bolzanino e dj del sound system dancehall veterano della città – Fire Foundation Sound – da qualche anno bassista), Angelo “Kiuppo” Ippati (dj, sassofonista e cantante reggae salentino arrivato da poco a Bolzano) e il guru della band, Fabio “Skato” Scatolini (anche lui di Bolzano e batterista di grande esperienza nella reggae music avendo suonato in celebri gruppi come Raggareggae e We and Them). La prima impresa è stata riuscire a coinvolgere altri amici ad unirsi a loro cercando di soddisfare le esigenze che un gruppo reggae chiaramente necessita: così Fabio convoca Igor “the Manager” Pallaver, già compagno nell’avventura Raggareggae e We and Them, solido ed esperto chitarrista in levare; Angelo scova Marco “il Maestro” Pellin,  il membro più giovane ma già fine tastierista poliedrico e affascinato dalle sonorità caraibiche; Michele porta in dote due cantanti, che ancora non hanno esperienza nel campo reggae ma che potenzialità ed energia ne hanno da vendere: Enrica “el Pedro” Pedrotti e Michela “Tinkerbell” Campanèr, conosciuta coma una delle frontwomen della nota band bolzanina Moscaburro.Skankin' DropsCon i mesi a venire diversi musicisti si aggiungono alla formazione…

L’amore dei 7 per le sonorità d’ispirazione giamaicana è anche garanzia di una chiara consapevolezza: creare il giusto groove non è un’impresa da poco e richiede l’apporto di nuovi suoni, timbri, strumenti e voci che amalgamandosi riescano a produrre quel sound che sia in grado di trascinare la mente e il corpo di chi ascolta, spingendolo inesorabilmente al ballo.Per raggiungere ciò abbiamo cercato nuove voci, percussioni, chitarre elettriche, fiati e in questa lunga ricerca sono spuntati (o meglio l’hanno spuntata!) altri due Pallaver, fratelli minori di Igor: Luca “Bluesboy”, apprezzatissimo chitarrista bolzanino, e Simone “Palma”, batterista e cantante, che ruberà così a Marco il titolo di membro più giovane.

 … e vengono scelte le cover da eseguire.

Dopo aver assodato il groove di partenza, attraverso più che altro il lavoro degli strumentisti che hanno preso confidenza tra loro, la palla è passata alle voci: si è cercato di trovare alcuni pezzi da “coverizzare” con i quali le nostre cantanti potessero prendere confidenza e rompere il ghiaccio. Dal repertorio popolare abbiamo preso alcune canzoni che richiamavano fortemente sonorità reggae come le tracce “Penelope” e “No Pressure” di Nina Zilli o “Me and Armini” e “All that she wants” rispettivamente di Emiliana Torrini e dei mai dimenticati Ace of Base. Naturalmente per quanto riguarda i classici roots-reggae abbiamo scelto alcune big tunes come “Revolution” di Dennis Brown, “Zion Gate” di Culture, “The Harder They Come” di Jimmy Cliff, “96 Degrees” di Third World… Creato questo capitale in levare con la prima decina di cover, ci siamo poi inoltrati nella scelta di altri pezzi che potessero garantire delle buone performances da apprezzare dal vivo anche per gli strumenti solisti come “Chase The Devil” di Max Romeo o che potessero far letteralmente muovere il sedere a tutto il pubblico: “Monkey Man” nella versione di Amy Winehouse su tutte.

01/2014: Skankin’ Drops è il nome scelto per la band.

Avrete capito che più che un gruppo omogeneo siamo una costellazione, quindi prima è venuta la nascita del collettivo e poi si è cercato un nome che potesse rappresentarci. Sinceramente Skankin’ Drops non è arrivato in modo spontaneo e naturale ma piuttosto artificiosamente: diversi sono stati i tentativi fatti e le proposte avanzate da ognuno che non citiamo solo per tenere un profilo serio. Skankin’ Drops, ovvero tanti musicisti diversi tra loro con una vocazione unica, come tante gocce skankeggianti… “to skank” è un verbo onomatopeico di origine giamaicana che riprende il suono della levata reggae e il movimento che esso genera in chi lo suona o lo balla, skankeggiare è quindi sinonimo di muoversi, scatenarsi, ma anche divertirsi, stare bene e polleggiars* come insegna il grande padre del reggae Robert Nesta Marley nel pezzo “Easy Skankin’”.Skankin' Drops03/03/2014: debutto al Sudwerk (Bz), prima data ufficiale, inizia l’avventura!

A dire il vero eravamo tutti un po’ tesi. Abbiamo sentito l’importanza della prima, anche perché per l’occasione sono giunti davvero diversi amici e parenti e tra loro alcuni rappresentanti della crema bolzanina in quanto a musicisti… non potevamo proprio sfigurare! E dai, è andata bene, tanto che da lì sono arrivate a catena una serie di proposte tra locali e Associazioni (Club Est – Ovest, Circolo Aurora e Los Quinchos, Comitato LAC, …) che abbiamo subito colto al volo.

Progetti per il futuro?

Alcuni pezzi originali già li stiamo proponendo (“Non c’è”,  scritta e cantata da Angelo e suonata su riddim giamaicano, e “Sometimes”, cantata da Michela i cui testi sono di Christine Clignon e la musica di Fabio Skato), mentre siamo costantemente impegnati nella creazione di nuovi ritmi e alla stesura di testi originali: in italiano, inglese e salentino. Igor, proclamato manager del gruppo, sta prendendo diversi contatti in giro per l’Italia per creare delle prime mini tournée che ci potrebbero permettere di confrontarci con realtà, locations e ascoltatori anche del resto d’Italia. La realizzazione di un Album con pezzi tutti nostri è sicuramente un obiettivo, molto stimolante, che cercheremo di raggiungere in futuro ma siamo consapevoli che prima abbiamo ancora tanta strada da fare, innanzitutto sul palco.

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