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April 10, 2014

Curon Venosta, 10 aprile 2000

Roberto Tubaro

A cinquant’anni dalla realizzazione della diga e del relativo lago di Resia il futuro del famoso campanile, chiamato ormai da tutti “la torre pendente e sommersa di Resia”, sembra destinato a cambiare. “Svuoteremo il lago e riporteremo alla luce i quattro miracoli del paese di Curon, ingiustamente sommersi. Sembra il minimo per cercare di scusarci per quanto hanno dovuto subire gli abitanti di queste terre” ha dichiarato Edoardo Pompermeier, ex portinaio della Montecatini Edison e attuale bidello della scuola elementare di Glorenza. I miracoli di cui parla Edoardo ovviamente sono la Cattedrale, il Battistero, il Campo Santo e il Campanile, mete privilegiate dei sub di tutto il mondo. 

Senz’ombra di dubbio il “miracolo” più famoso è la torre pendente e sommersa di Resia, candidata ad essere una delle sette meraviglie del mondo moderno. Inclinata di 3,97º rispetto all’asse verticale questa torre, vecchio campanile di Curon, ha da sempre meravigliato per l’alone di mistero che si cela dietro la sua posizione. Per saperne di più abbiamo intervistato Judith Legender esperta di storie e leggende dell’Alto Adige.

Senza andare a considerare le vere motivazioni che causarono l’inclinazione del campanile, ci può raccontare la leggenda più suggestiva?

La leggenda più famosa è quella collegata al venostano Galileo Galileier. Pare infatti che Galileo avesse bisogno di un luogo dal quale lasciar cadere oggetti per validare le sue teorie. Chiese quindi al parroco di Curon, Hans Hanser Hanselbach III di poter inclinare la torre per esperimenti scientifici. Il parroco ovviamente disse di no è accusò lo scienziato di voler sovvertire la filosofia naturale aristotelica denigrandolo come seguace di Aristotano, il noto filosofo amante dei molluschi. Infastidito dalle accuse, Galileo la notte tolse la pietra portante posta alla base della torre causando un gran fracasso. La popolazione di Curon, svegliata di soprassalto, accorse in piazza e rimase incredula nel vedere la torre pendente. Galileo nel frattempo scappò a Pisa dove cambiò il proprio nome in Galileo Galilei.

Cosa ci può dire sulla leggenda delle mele golden del campanile?

Verso la metà del ‘600 la sommità del campanile venne utilizzata dalla curia come deposito per le mele golden. Le mele golden di quei tempi ovviamente non avevano niente a che fare con le omonime attuali. Erano infatti delle mele d’oro commestibili coltivate appositamente per i nobili della val Venosta. Deliziose. Un ventiquattrenne di nome Eisack Neuton si trovava sotto la torre a riposare quando una mela gli cadde sulla testa. Dopo quattro giorni di coma Eisack si svegliò e si chiese perché la Luna non cadesse sulla terra come la mela. La risposta alla sua domanda la si trova nella sua opera “De Motu Corpum”: “Meglio così, se mi fosse caduta in testa la Luna sarebbe stato un fatto grave. Questa è la gravità. 

Rimane ora solo una domanda senza risposta: ha ancora senso riportare alla luce qualcosa di sommerso dopo tutti questi anni? Secondo James Selfie, presidente dell’associazione inglese “turisti che vanno in giro per il mondo a farsi fotografie improbabili”, non c’è ombra di dubbio: il campanile va liberato in modo tale da poter tornare a farsi la famosissima foto in prospettiva. È un dramma - sostiene Selfie – Oggi come oggi la classica foto con la torre la possono fare solo gli esperti nuotatori. La conferma di questo problema è la popolarità mondiale dell’evento di nuoto sincronizzato che si tiene ogni anno, dove gli atleti per venti minuti si posizionano come se stessero sostenendo la torre. Questo non fa altro che causare l’invidia da parte di tutti gli spettatori”.

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