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March 17, 2014

Sinestetico Strauben #04. Buone letture

Mauro Sperandio

Amo il Sud Tirolo e con curiosità mi piace rovistare tra le sue valli, tra le sue genti. Come si legge nella mia biografia, sono un lettore onnivoro e, se mi si presenta l’occasione, leggo con curiosità delle “cose altoatesine”.

Non amo le recensioni, né leggerle né scriverle, perché mi sembrano le premesse per un matrimonio combinato o per corrispondenza: con i libri, come per le persone, bisogna sbatterci il naso. Tuttavia, voglio farmi violenza, parlandovi di tre libri che hanno solleticato e soddisfatto la mia curiosità.

Filastrocche di libertà

Nel Sud Tirolo occupato, i gruppi di opposizione alla dittatura mussoliniana e all’opzione nazista si trovano nel bisogno di comunicare mantenendo la segretezza. Un sacerdote e perito biblista, il mite ed anemico Padre Konrad, con guizzo geniale, si offre di cifrare gli ordini per le azioni nascondendoli nelle filastrocche impiegate per insegnare il tedesco nelle Katakombenschule. Gli alunni di queste scuole “sepolte”, in cui si continuava ad insegnare la lingua madre vietata dalla riforma Gentile, divengono così ignari messaggeri.  Il meccanismo funziona per vari mesi, fino a quando non sparisce dall’ufficio parrocchiale una copia di “Tyrtaios über die wahre ρετή” con una strana dedica autografa di Werner Jäger…

Tino Mair, Filastrocche di libertà, Sella Edipubli, Bolzano 2009 

Dai piedi alla testa – Memorie di un calzolaio

L’espressione “fare le scarpe a qualcuno” nella sua accezione negativa è adeguata a descrivere la subdola azione di chi, ad esempio, denuncia le mancanze di un collega per prenderne il posto. In questa piacevole lettura che, forse inconsapevolmente, ricorda la “Vita dei Cesari” di Svetonio, Hans Andergassen, “calzolaio, non ciabattino” racconta settantanni di calzoleria a servizio della Bolzano che conta. “Fare le scarpe” come arte, dunque. Dagli inizi, negli anni ’20, come ragazzo di bottega fino all’affermazione come “sarto dei piedi”, Andergassen rivela sapidi aneddoti e accenna con tatto a piccoli segreti dei suoi numerosissimi clienti. La bella e minuta “piedona” che chiede di sminuire con colori e forme particolari le sue “ingombranti estremità”, il maschio ufficiale dell’esercito che si fa fare un paio di décolleté rosa antico “per un ballo in maschera, si capisce!” e molti altri personaggi ci narrano una piccola e non ufficiale storia della Bolzano del secolo scorso, vista da un’angolazione particolare. Dai piedi, appunto.

Hans Andergassen, Dai piedi alla testa – Memorie di un calzolaio, Brentana Editrice, Trento 2006 

L.F.O. Loden Frequency Oscillator – Scritti dai confini dell’Universo(BZ)

Quattro racconti fantascientifici, tre bizzarre visioni che divertono a buon mercato. Nel primo racconto, il principale movimento autonomista sudtirolese riesce a far discutere le proprie ragioni presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Durante un acceso dibattito, il tetto del Palazzo di Vetro si apre (senza feriti, fortunatamente) attraversato da una luce abbacinante. Dio appare ai convenuti e rivolgendosi alla rappresentante degli autonomisti la ammonisce, dicendo:”Perché preferisci una doccia tiepida ad un bagno caldo?”.  Simpatica la parte in cui l’Onnipotente afferma di dissociarsi da tutte le religioni attualmente attive sul Pianeta.

Nel secondo racconto, il Dalai Lama riceve in sogno la visita del Buddha che lo  rimprovera: “Non ti sembra di aver abusato dell’ospitalità degli Indiani? Non provi compassione per chi ti ha ospitato in questi anni? Vai a Lasa, con sobrietà, senza l’acca!”. La massima autorità religiosa tibetana adempie all’ordine del Budda, e  la sua presenza in Sud Tirolo, come un sasso che cade nell’acqua darà inizio ad una inaspettata catena di eventi…

Chiude la raccolta un raccontino, assurdo e per certi versi esecrabile, che vede la redazione di un magazine on line inseguire un collaboratore accusandolo di triplice falso nella stesura di alcune recensioni. Assurdo e di poca sostanza l’epilogo: per evitare il linciaggio, lo sciagurato Candido PS, canta con voce di soprano leggero, al contrario e per tre volte, “Tirol isch lei oans” risvegliando Oetzi che corre in suo aiuto, liberandolo.

Collettivo Discontinuo, L.F.O. Loden Frequency Oscillator – Scritti dai confini dell’Universo(BZ), Edizioni Misti Fiki , Lana 2014

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