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February 25, 2014

The Wedding Enterprise. Part III: The Others

Anna Quinz

Dopo aver sfogliato migliaia di pagine di riviste di settore (mi è capitato per le mani pure lo speciale “Hochzeit” del Dolomiten… un’esperienza da provare, ci si sposa una volta nella vita) e guardato ore di televisione specializzata, posso dire di aver capito una cosa: qui non c’è nulla per me (colombe bianche, volatevene pure a un altro matrimonio, grazie, ciao).

E ho capito anche che, per orientarsi un po’ – così, per sicurezza, senza mostrare MAI incertezze, dubbi o perplessità (una sposa sa sempre già tutto sul suo matrimonio, unico caso al mondo in cui si nasce imparate) – la cosa migliore da fare è chiedere in giro.

Si parte con i conoscenti sfigati. Per rincuorarsi, far risalire l’autostima e crogiolarsi un po’ nell’autocompiacimento, perché sai benissimo che comunque tu potrai fare di meglio.
Poi si procede con gli amici fighi, che qualche buona dritta di sicuro te la danno (le domande più frequenti: qual è la tua posizione rispetto ai confetti al cioccolato? Pro e contro della marcia nuziale? Come ti poni nei confronti della bomboniera? La tua visione strategica del lancio del bouquet? E via discorrendo amabilmente).

Così, inevitabilmente – anche se c’è Sanremo, le Olimpiadi, il governo che cade e un nuovo fidanzato per Belen – il tuo matrimonio diventa l’unico e solo tema portante di ogni caffè, the delle 5, aperitivo, cena o dopocena fra amiche (e qualche amico, ingenuo, sconsiderato, oppure matto da legare).

Dopo aver carpito informazioni a chiunque di più, meno o mediamente conosciuto che si sia sposato negli ultimi 40 anni, sia stato a un matrimonio negli ultimi 10, stia per sposarsi o abbia un’amica che si è sposata una volta nella vita (ma anche di più va bene), si passa alla fase 2: lo spionaggio matrimoniale.

Abbandonata per un attimo la spada laser, sogni già amenicoli tipo la penna-registratore e il rossetto-telecamera. Perché per la tua mission impossibile da spia navigata tutto fa brodo. Alla fine però (per questioni economiche, temporali e di dignità personale), lasci un attimo da parte l’agente 007 che è in te e ti accontenti di essere una specie di radar umano con orecchie e occhi dappertutto, per non farti sfuggire nessuna informazione potenzialmente interessante (il livello di interesse è personale e soggettivo).

Tipo: sei in autobus e ascolti inavvertitamente le signore accanto a te. Una dice “ci sono state tante partecipazioni” (alla briscola del sabato sera, alla cena di beneficenza, alla messa del vescovo…) e tu intervieni subito per informarti se le partecipazioni erano a 4 colori, se la carta era lucida o opaca, se il testo prevedeva il classico “La signora X e il signor Y annunciano con gioia…”.
Oppure: stai aspettando il caffè al bar e intercetti in una conversazione la parola “fede” (la Fede ieri aveva la febbre…). Ecco che prontamente chiedi se era quella classica in oro giallo stondata, oppure più moderna in titanio, perché la prima si sa è la tradizione, ma qualcosa di nuovo magari non è male…

Roba così. Che a una Bond Girl non assomigli per niente, e probabilmente le persone che hai incautamente interrotto nelle loro dissertazioni private ti hanno lasciato lì scuotendo la testa pensando che il matrimonio le donne le fa uscire di cervello. Ma non ti importa. Se ti sei portata a casa qualche idea in più. Non che le idee ti manchino, sia chiaro, tu sei una sposa, tu SAI.

Tu tutto questo lo fai pro futuro. Perché più notizie apprendi, più il tuo matrimonio sarà fighissimo, più un domani sarai utile a un’amica che sta per sposarsi e arriverà da te per caffè, the delle 5, aperitivo, cena o dopocena monotema. E tu allora potrai sfoderare la tua vastissima gamma di conoscenze, di “si” e di “assolutamente no”, di “meglio così” e di “questa roba scordatela”. Certa di esserti salvata per sempre dalla categoria “conoscente sfigata”, e di meritarti a pieno titolo di far parte di quella degli “amici fighi”. E sono soddisfazioni.

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