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January 15, 2014

People I Know. Marco Samadelli e una mummia (Ötzi) per “collega”

Franz


Chi a Bolzano non si è mai messo in fila per vedere, da dietro un vetro, il famoso – anzi famosissimo – Ötzi, la mummia del Similaun? Dietro a quel vetro però, c’è chi può andarci, chi conosce Ötzi davvero da vicino, chi praticamente lo considera un “collega di lavoro”. Marco Samadelli, bolzanino di 42 anni è uno di questi. È lui infatti che della “nostra” mummia si prende cura e della quale conosce ogni segreto. Marco ha studiato elettronica, poi scienze e tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali. Per qualche anno ha lavorato per la provincia come fotografo, poi, sempre in provincia, è stato investito della responsabilità di mantenere e seguire il prototipo e l’impianto di conservazione di Ötzi. Oggi è ancora lì e dal 2007 lavora anche per l’Eurac, dove ha fondato insieme ad altri ricercatori l’istituto di mummiologia. Qui sviluppa progetti di ricerca non solo su Ötzi ma su tutte le mummie più famose del mondo. Studiando le diverse tecniche conservative Marco è arrivato a brevettare una vetrina che garantisce le condizioni climatiche, fisiche e chimiche per la conservazione di una mummia nel tempo: “una specie di macchina del tempo per mummie” spiega. E se per noi le mummie e le loro storie sono cariche di mistero e ci fanno spesso anche un po’ paura per l’immaginario che intorno a loro è stato costruito, per Marco sono normalissime compagne di vita e di lavoro.

(C)Eurac/M.SamadelliMarco, chi o cosa sono per te le mummie?
Per me le mummie vanno considerate non come corpi umani ma come beni culturali. Sono oggetti importanti, banche dati di informazioni per il mondo scientifico, ma anche per l’umanità, che ci raccontano qualcosa del nostro passato. Ognuna infatti racconta la sua storia e quella del suo popolo. E proprio per questo, devono essere musealizzate e conservate con cura. Comunque, c’è un rispetto particolare verso questo tipo di bene culturale che è oggettivamente diverso da un quadro o un affresco. C’è maggiore attenzione al “fattore umano”, in molti casi ad esempio si cerca di proteggerne le parti intime. Anche se hanno più di 5 mila anni, vengono ancora considerati come dei corpi e vengono trattati di conseguenza. Anche se io personalmente, non condivido troppo questa visione.

Ma non hai mai avuto qualche inquietudine o paura? Per noi “profani” le mummie sono cariche di mistero, di immaginari, di paranormalità…
Le mummie non sono certo esteticamente belle, e la prima volta che ne vedo di nuove mi fanno impressione, ma in generale, sono abituato e non mi turbano. Anni fa però ho preso un bello spavento. Da una settimana lavoravo nelle catacombe di Palermo da solo di notte, non avevo nessuna paura. Poi a un certo punto ho visto una mummia muoversi: impressionante. Sono rimasto senza parole per diversi interminabili secondi, finché ho visto un topolone uscire dalla pancia della mummia. Era una mummia abitata da un ratto, succede, nulla di malefico o misterioso.

(C)Eurac/M.SamadelliE il nostro Uomo del Similaun? Tu che così bene e da vicino lo conosci, cosa ci puoi raccontare che non sappiamo ancora?
Ötzi è interessante come mummia perché si crede di conoscerla bene – la stiamo esaminando da più di 20 anni – ma in realtà ha ancora tantissimi segreti. È incredibile, la sua storia e la serie di coincidenze che l’hanno portata a noi, se si pensa a cosa le è capitato, non solo negli ultimi 20 anni ma negli ultimi 5 mila: Ötzi si è visto passare sopra la testa la Storia, tante persone l’anno vista prima del rinvenimento, ma nessuno l’ha mai spostata o tolta dal ghiaccio. Comunque, nonostante tutti gli studi fatti, io mi accorgo che rilascia continuamente qualche segreto nuovo. Dall’esterno si può pensare che i ricercatori lo facciano apposta per tenere viva l’attenzione, ma non è così, in realtà davvero ogni volta scopriamo cose nuove, cose che avevamo sotto gli occhi per anni e che non avevamo mai visto prima, come la punta di selce nella spalla della quale ci siamo accorti dopo 10 anni di radiografie e tac. Lui è forte, conserva questi segretucci che di volta in volta ci fa scoprire e sono convinto che entro l’anno si sentirà ancora parlare di lui.

(C)Eurac/M.SamadelliNon hai mai avuto il timore della “maledizione” di Ötzi, che vuole che tutti quelli che con lui hanno a che fare muoiono misteriosamente?
La questione della “maledizione delle mummie” deriva dal rinvenimento Tutankamon: i ricercatori che l’hanno trovato si erano infettati con un fungo che ne ha causato la morte. Per ciò che riguarda Ötzi, le persone che hanno avuto a che fare con lui e sono morte, sono morte di cause naturali, anche se ammetto che è “divertente” collegarle alla “maledizione”. In realtà quella più collegabile e interessante, forse dovuta davvero alla maledizione, è quella dello scopritore che è morto pochi anni fa su un ghiacciaio, mentre cercava mummie. Si era convinto – poiché ne aveva trovata una – sarebbe stato in grado di trovarne altre e dedicava la vita a cercarle sulle montagne. Da solo e anziano, è caduto, ed è stato rinvenuto dopo pochi giorni. Non dopo 5 mila anni, sennò sarebbe diventato una mummia pure lui!

(C)Eurac/M.Samadelli

Photos © Eurac/M.Samadelli

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