Contemporary Culture in the Alps
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Cinema,Culture + Arts

HomeGrown Reviews: Capitan Harlock

04.01.2014
Sara Masè
HomeGrown Reviews: Capitan Harlock
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HomeGrown Reviews: Capitan Harlock

04.01.2014
Sara Masè

Titolo originale: Space Pirate Captain Harlock

Regista: Shinji Aramaki

Di cosa parla: un’umanità troppo popolosa vive nello spazio, lontano dalla Terra, dichiarata luogo sacro ed inviolabile, e sulla cui inaccessibilità vigila la Gaia Sanction, una sorta di gilda composta da rappresentanti di tutti i pianeti dove gli esseri umani hanno trovato rifugio. L’ultimo baluardo di libertà ed opposizione al sistema è rappresentato dal mitico, inafferrabile Capitan Harlock che con il suo equipaggio ed il suo inespugnabile galeone spaziale, cerca di “salvare” l’umanità e la galassia stessa.

Cosa spacca: il fatto stesso che sia stato girato, oggi, un film su Capitan Harlock è qualcosa di cui compiacersi. L’atmosfera è cupa, ma luoghi e personaggi sono ben realizzati. Certo, è diverso dall’anime che abbiamo visto negli anni 80 in TV ed il capitano che vediamo oggi in 3D sul grande schermo… è molto lontano da quello che abbiamo amato da ragazzi. La nave alimentata a materia oscura sembra quasi viva, i combattimenti sono spettacolari (diciamo che alcune scene di battaglie spaziali fanno pensare molto ad altre saghe di fantascienza …), eppure manca qualcosa; la profondità del personaggio, la “filosofia” di libertà e di opposizione che permeava la vecchia serie è diversa. Si percepisce una maggiore rassegnazione e l’intento di Harlock di effettuare un vero e proprio reset della Galassia lascia perplessi durante il film…. . Quello che forse è più difficile da accettare è il cambiamento dell’atmosfera che si riscontra rispetto all’originale, ma forse anche questo è solo uno specchio dei tempi in cui viviamo; il mito della crescita costante degli anni Ottanta viene soppiantato dalla mesta considerazione che in qualche modo forse sarebbe meglio ricominciare da capo…

Cosa fa schifo: la tecnica di animazione utilizzata rende i personaggi un po’ troppo plastici ed immobili, soprattutto in certe espressioni del viso: la ricerca del realismo nella modellazione dei protagonismi ha un esito di freddezza che tuttavia non impedisce certo di seguire con piacere l’evolversi dell’avventura.

Menzione speciale: all’eroe senza tempo che ha traghettato la fantasia di intere generazioni di spettatori.

Consigliato a chi: ha sognato almeno una volta di volare senza una meta tra pianeti sconosciuti per rubare a chi ha di più..

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Capitan Harlock, homegrown reviews
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