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December 20, 2013

LiberaMente 2013, come funziona la politica europea? La parola ai ragazzi

Marco Bassetti
Anche quest’anno LiberaMente ha animato un’ampia discussione tra i giovani in linea con il principio del “Youth-led development”. Possono essere i giovani il motore del cambiamento? L’abbiamo chiesto ai protagonisti.

Il focus della riflessione di LiberaMente 2013, officina di idee pensata da e per giovani dai 16 ai 25 anni e promossa dall’Ufficio Servizio giovani della Provincia autonoma di Bolzano, è stato la politica europea. Dopo l’edizione 2012 dedicata alle “eurovisioni”, il think tank di LiberaMente ha concentrato i suoi sforzi – dall’11 al 15 dicembre – a comprendere il funzionamento delle politiche europee e il loro effetto sulla vita di tutti giorni in vista delle Elezioni europee 2014. Qual è il programma dei diversi gruppi del Parlamento europeo? Come vengono originate visioni e decisioni? E come possiamo influenzarle? Per orientarci un po’ in queste complesse questioni, abbiamo sentito direttamente la voce dei protagonisti di LiberaMente 2013. Iniziamo con Erica Scatizza, neolaureata in Servizio sociale all’Università di Macerata.

LiberaMente 2013 ha concentrato i suoi sforzi nel comprendere come funzionano le politiche europee. Che idea ti sei fatto a tal proposito?

Le istituzioni europee sono organismi alquanto complessi, sia come strutture che come funzionamento. Francamente credo che dovrebbe essere rivista la suddivisione del numero dei rappresentanti per singolo stato, dal momento che attualmente favorisce i paesi con popolazione più numerosa: questi hanno diritto ad avere più seggi nel Parlamento Europeo rispetto ad altri, ad esempio Malta.LiberaMente 2013

In che modo, secondo te, i giovani possono influenzare le politiche europee?

A mio avviso sarebbe possibile attraverso iniziative in cui i giovani si mettono in gioco in prima persona, come ad esempio fanno i membri del gruppo “Giovani Italiani Bruxelles”: un’iniziativa indipendente volta a chiedere politiche concrete per i giovani, lanciata a gennaio 2013 da ragazzi italiani che vivono nella capitale europea. Tuttavia credo sia indispensabile un impegno da parte dei giovani caratterizzato da comportamenti quotidiani, come quelli rivolti al rispetto dell’ambiente, delle regole, dei diritti sociali e politici, ma soprattutto da azioni concrete nell’ambito solidarietà.

Dalla tua esperienza, riscontri nei giovani questo tipo di impegno?

Quello che nei giovani manca oggi è il desiderio, lo stimolo per realizzare in propri obiettivi. Forse in questa nuova società tecnologica, in cui anche il tempo sembra aver perso la sua reale dimensione, si danno per scontate troppe cose: per raggiungere un traguardo di qualsiasi tipo servono tempo e dedizione, non si può ottenere tutto e subito! Questo riguarda anche l’Europa, non ci possiamo aspettare miracoli e non possiamo aspettare i politici e gli aiuti dall’alto, tantomeno nel breve periodo… Non a caso lo spot delle prossime elezione recita: “Act React Impact.”

Dal tuo punto di vista, quali sono le 3 priorità sulle quali si dovrebbe concentrare oggi l’Europa?

1. Cambiare il sistema economico e finanziario attuale, perché arricchisce i soliti noti e danneggia l’ambiente oltre che il capitale umano.
2. Imporre agli stati una maggiore attenzione ai giovani, allargando la fascia fino ai 35.
3. Imporre un maggior rispetto per l’ambiente, il quale può solo portare dei benefici sia dal punto di vista della salute che da quello economico.

Dopo questa esperienza di LiberaMente 2013, con quale spirito sei tornata a casa?

Un po’ amareggiata, perché nei giovani c’è tenta speranza per il loro futuro, ma anche molta paura e a volte anche rassegnazione. Comunque è sempre molto stimolante ascoltare persone appassionate del proprio lavoro come Luca Mercalli. Forse è proprio questo che manca a molti giovani e che è stato il motore principale per molti grandi uomini e donne nel corso della storia: la passione e la cura necessaria per coltivarla.

Foto di Giacomo Flaim

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