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December 18, 2013

Plank, nel segno della ricerca

Sofia Falaschi
Plank è un'azienda altoatesina ormai entrata nell'albo d'oro del design. Le sue sedie - create da designer di fama internazionale - sono esposte nei musei, troneggiano in film e locali di lusso e fanno parlare di sé in tutti gli angoli del pianeta. Da Ora al mondo, intervista a Michael Plank.


 Non di rado certe evoluzioni tecnologiche e di design nascono da piccole realtà. Aziende partite con piccole officine, diventano laboratori, fucine di idee e di ingegno e da realtà di  provincia iniziano ad avere un respiro internazionale.

È la storia di Plank, azienda di arredamento design di alta gamma, nata e cresciuta alle porte di Bolzano alla fine del 1800.  Il capostipite della famiglia, di professione falegname, deve organizzarsi in fretta e furia per un’improvvisa quanto fortuita commessa di sedie per un hotel  in Val Gardena, le quantità sono tante e il cliente le vuole in tempi rapidi. È solo l´inizio di una falegnameria che piano piano prende il volo e diventa una vera e propria azienda alla fine del 1900 e, negli anni 2000 la consacrazione: diventa un brand di riferimento nel mondo del design mondiale, grazie ad una svolta da parte della famiglia Plank, proprietaria dell´azienda, che ha il coraggio di ripensare la propria produzione di sedute tradizionali e determinare un cambio a livello stilistico che la porta a ridisegnare la propria identità. Collaborazioni importanti aiutano in tal senso, designer e progettisti di un certo livello firmano le sedute e i tavoli Plank. I prodotti sono stati selezionati nella collezioni dei più rinomati Musei come il MoMA di New York, Die Neue Sammlung a Monaco di Baviera,il Design Museum di Londra e l´Art Institute of Chicago, vincendo importanti premi come il XXII Premio Compasso d’Oro ADI per la sedia MYTO e l´ IF Gold Award per lo sgabello Miura.

2Incontro Michael Plank nella sede aziendale di Ora, mi accoglie nello showroom, i primi prodotti che mi mostra sono le “Plywood”, varie declinazioni di sedute in legno frassino multistrato, particolarmente adatte al mercato contract (ndr arredi destinati a luoghi pubblici e di ritrovo come ristoranti ed hotel) ma anche alla casa; nella loro evoluzione sono come delle tappe che la ricerca Plank ha compiuto nel corso degli anni. Plank racconta: “sono molto legato a questa collezione, è stato un po´ il mio inizio e io stesso ne ho seguito la sua evoluzione”.

Cosa conta di più  oggi nell´evoluzione di un vostro prodotto Michael?

L´evoluzione dei nostri prodotti sta soprattutto nelle tecnologie dei materiali, noi compiamo delle ricerche molto approfondite per poi arrivare a un risultato originale, nuovo, ma soprattutto che risponde a delle richieste non ancora soddisfatte dal mercato, questa è la leva più importante della nostra ricerca. Non vogliamo compiere una ricerca auto referenziale, ci si deve confrontare con l´esterno.

Sfogliando i vostri cataloghi, troviamo collezioni firmate da top designer, noto che sono pochi i nomi, le vostre collaborazioni con loro mi sembrano dei lunghi sodalizi, tipo quello con Konstantin Grcic…

Quando i designer trovano la chiave di lettura giusta dell´identità dell´azienda, la collaborazione funziona. Questo gli permette di fare dei prodotti giusti. E devo ammettere che con pochi riesce, ma con quei pochi si riescono a vincere delle scommesse importanti, un esempio è proprio Miura.

3Lo sgabello disegnato da Konstantin Grcic?

Si. Nel 2003 iniziamo a lavorare con Grcic su uno sgabello in polipropilene. Viene fuori una proposta da parte sua particolare, dalle forme inconsuete. L’intuizione ci diceva che poteva essere un successo, anche se c´era molto scetticismo attorno a questo prodotto, l’investimento in un singolo prodotto per noi era elevato. Lanciato poi sul mercato nel 2005, dopo 23 mesi di sviluppo e a 8 anni di distanza, si conferma uno dei nostri best seller, si trova in tante location in giro per il mondo. Il nostro orgoglio.

E dei giovani designer cosa mi dice?

Apriamo loro le porte volentieri, spesso però devo dire che il loro problema sta nel fatto che  vanno poco in profondità. E per realizzare un nuovo progetto, come una sedia, ci vuole una ricerca dietro, non solo delle intuizioni stilistiche. La sedia è un oggetto concreto, dove sedersi comodamente, oppure che puoi impilare, o ancora che deve essere leggera perché destinata a dei ristoranti. Queste caratteristiche sono spesso frutto di test, riflessioni e, ripeto ancora, della ricerca. La ricerca ti aiuta anche a non ripeterti, a fare delle collezioni monotone, ad offrire una differenziazione di gamma.

Noto molti colori, in questo showroom. I prodotti Plank nascono sotto il segno del colore…

Cerchiamo di offrire un assortimento il più completo possibile, seguiamo molto le tendenze in questo. Ultimamente ad esempio è richiesta la monocromia, uno stessa sedia o uno stesso tavolo costituito da materiali diversi ma di uno stesso colore.

In quali mercati vendete di più?

Siamo conosciuti e apprezzati in diversi paesi europei come la Francia e la Germania, la Svizzera, il Belgio, i paesi scandinavi. Ma anche in Giappone, Stati Uniti, Canada, Sud America, Australia. Il nostro prodotto fa’ sempre più viaggi a lungo raggio. Anche grazie al fatto che stiamo impegnando molte energie nella comunicazione del marchio.

Siete un’azienda altoatesina, cosa portate nei vostri cromosomi aziendali dell´Alto Adige?

Siamo nati come produttori di sedute e tavoli di legno in stile tirolese, poi abbiamo cambiato genere ma siamo rimasti sul territorio. Tuttavia, strano a dirsi, raccogliamo tanti successi all´estero, premi compresi, ma facciamo fatica a farci conoscere in Italia e nello specifico in Alto Adige siamo poco sostenuti dalle istituzioni, è qualcosa che non mi spiego e che mi da’ un po´di amarezza. Noi comunque proseguiamo per la nostra strada, sappiamo dove andare e soprattutto siamo sicuri della nostra identità.

1In questo momento state lavorando a un progetto in particolare?

Le dirò qualcosa di poco consueto nel mercato di oggi, ci stiamo prendendo una pausa. Non perché le cose non vadano bene, tutt´altro. Piuttosto la nostra ricerca ha bisogno di tempo, di riflessione. Non vogliamo che i nostri tempi siano dettati da eventi o da fiere. Non dobbiamo per forza per ogni Salone del Mobile tirare fuori un prodotto nuovo. Decidiamo di immettere un prodotto sul mercato quando lo vedo che ha una sua “Berechtigung”, un segnale  di identità che so non lo farà confondere con tutto quello che già c’è.

Purtroppo siamo abituati ormai a un time to market sempre più rapido, è il mondo della moda, ma anche dell´elettronica,  che detta legge in tal senso. Ma una seduta Plank non è uno smartphone, chi la compra non la sostituisce tanto facilmente come si fa con i telefonini.  Vogliamo che i nostri prodotti danno servizio al più lungo possibile nella funzionalità, forma e qualità. Con il mio team abbiamo pensato a quante collezioni abbiamo fatto in questi anni, i nostri clienti non sentiranno il vuoto. E poi, dopo la riflessione, verrà sicuramente qualcosa per la quale è valsa la pena aspettare.

 

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