Music

December 4, 2013

Naam al Thunderfest, modern psychedelia from Brooklyn. The psych-est band in NYC?

Marco Bassetti
Saranno tra i protagonisti della grandiosa prima serata del Thunderfest. Quattro barbuti freakettoni che attingono al lato più oscuro del rock psichedelico per generare musica visionaria adatta al Terzo millennio. Intervista a Ryan Lee Lugar, chitarrista dei Naam.

Dimenticate campi di fragole e sottomarini gialli, dimenticateli proprio. Qui il territorio è molto più oscuro e insidioso, più simile ad una nebbiosa palude che a un prato di fiori colorati. Perché, per quanto radicato alla grande avventura psichedelica a cavallo tra Sessanta e Settanta, il mondo sonoro dei Naam è distante mille miglia dall’incantato immaginario “flower power. Con una qualche approssimazione, dall’ascolto di Vow (2013), possiamo inquadrare il sound della band di Brooklyn all’incrocio tra il metal primordiale dei Black Sabbath e la ripetitività ipnotica-allucinata degli Spacemen 3 e di certo krautrock. Roba da rivoltare mente e budella insieme!

I Naam saranno ospiti venerdì 6 dicembre al Point di Egna per la prima delle due serate del Thunderfest: una delle quattro tappe del loro tour italiano firmato Poison for Souls (Brescia 04.12, Roma 05.12, Vicenza 07.12). Per l’occasione abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Ryan Lee Lugar.

Il vostro sound mescola la “pesantezza” di matrice Black Sabbath con la ripetitività del drone rock. Rock psichedelico per tempi bui?

Per una ragione o per l’altra la nostra musica suona intrinsecamente dark. Non saprei bene dirti il perché, in quanto siamo tutti persone molto felici. Ci sono molte band in giro che sono brave a suonare come i Black Sabbath o come altre stronzate anni Settanta. Ma noi non facciamo musica per le orecchie dei nostri padri, noi cerchiamo di mischiare più stili possibili per fare rock psichedelico per il futuro e questo è sempre stato il nostro punto fermo.

Da dove proviene il nome Naam?

Naam ha molti differenti significati in differenti religioni e culture. Mi piace perché, non avendo uno significato preciso, può significare differenti cose per differenti persone. È in questo modo che vediamo la musica: il risultato finale di una forma d’arte dipende dall’ascoltatore e dalle sue esperienze.

Ci puoi indicare tre album fondamentali per capire le radici del vostro suono?

Una domanda molto difficile… È certamente vero che amiamo i Black Sabbath ma siamo anche influenzati da tantissime altre cose: Bauhaus, Spacemen 3, Brian Jonestown Massacre, Depeche Mode e Can. La lista potrebbe andare avanti e avanti, ma non ti annoierò con un elenco di band che tutti conoscono.

Vi hanno definiti “the psych-est band in NYC” (The Deli Magazine). Ci sono un sacco di band psichedeliche a New York, i grandissimi Oneida ad esempio: anche loro di Brooklyn, li conoscete?

Certo, Oneida una grande band! Sì, New York ha un sacco di psych bands, ma ce n’è qualcuna così psichedelica come noi? Io non penso. Noi cerchiamo di spingere in avanti le frontiere tracciate dalle band precedenti e continueremo a farlo in futuro.

Cosa ti piace fare nel tempo libero, quando sei a Brooklyn?

Mi piace dipingere. Ho frequentato l’università di arte e penso che la pittura sia ciò che mi riesce meglio. Quando sono a casa mi piace trascorre il tempo a creare cose da solo, diversamente da quanto avviene all’interno della band dove la creazione si confronta sempre con diverse visioni, idee e attitudini. C’è qualcosa di speciale nel creare le cose in completa solitudine: si instaura una riflessione più profonda sulla persona, penso sia un’attività immensamente appagante. 

Sulla tua pagina di Facebook indichi come tuo orientamento religioso… Ufology?

Non sono certo di credere a questo come ad una religione, però credo negli Ufo e che abbiano avuto contatti con la Terra. Scavando più in profondità, mi piace l’idea che siamo stati “seminati” qui da padri provenienti da un altro mondo. Scientificamente questo ha molto più senso rispetto alla credenza nell’esistenza di dio. Chi sono gli uomini tra le nuvole? Perché ci hanno gettati qui e a quale scopo? Queste sono le domande che si pongono le grandi religioni e che si pone anche l’ufologia. Mi piacerebbe avere delle risposte e mi diverto a studiare per cercare di capire chi siamo, da dove veniamo e dove andremo…Hopefully back to the stars from where we came.

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