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November 25, 2013

Some days @ Torino Film Festival #01

Cristina Vezzaro
La nostra Cristina di nuovo in "missione" al Torino Film Festival. Racconti, sensazioni, impressioni, emozioni e visioni in anteprima, per prepararci al cinema che verrà.

 

Iniziamo questo festival con due pellicole americane uscite nel 2013 e nel 2012.

Enough Said, di Nicole Holofcener, è la storia di due divorziati con figli che si rilanciano, con fatica e riserve, in una nuova avventura, con lei più disposta a cercare da subito gli eventuali problemi che non a conoscersi davvero rischiando di innamorarsi. Poi, inaspettatamente, si riscoprono sentimenti veri e il coraggio della realtà. Ottimi James Gandolfini (Tony Soprano) e Julia Louis-Dreyfus.

Frances Ha, invece, di Noah Baumbach, è la storia in bianco e nero di un’amicizia, tra Frances e Sophie, di due gioventù e due futuri tutti da inventare ma anche faticosi, soprattutto per Frances, il cui difficile percorso sembra potersi tracciare attraverso gli indirizzi delle case in cui sta a NYC, dove da un’iniziale Brooklyn e persino un passaggio a Manhattan, dovrà poi allontanarsi fino a Poughkeepsie, addirittura, per poi riuscire a far ritorno a Washington Heights.

Ancora una volta, dopo i fratelli Coen, la difficoltà di affermarsi degli artisti (musicista Llewyn Davis, ballerina Frances Ha), anche a distanza di 50 anni l’uno dall’altro, sembra raccontare la crisi profonda che attraversa l’America nella realizzazione del famoso sogno. If I can make it there, I’ll make it everywhere, recita la canzone, e nessuno dei due sembra davvero farcela. Ma a differenza di Llewyn Davis, più dannato e tormentato, Frances Ha sa che la sua situazione è quella di molti, anche per la crisi economica, e sembra accettare con maggiore rassegnazione serena, da un lato, e ottimismo incurabile, dall’altro, le diverse difficoltà da affrontare prima di riuscire a potersi dire soddisfatti.

Non poteva che essere newyorchese, questa storia, dove le relazioni casuali, le delusioni, le valigie, l’arrivismo, le opportunità e l’indifferenza convivono tutte, come magicamente, in un equilibrio unico. Menzione speciale per la fotografia e la freschezza.

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