HomeGrown Reviews. Inside Llewyn Davis

Titolo: Inside Llewyn Davis.

Regista: Fratelli Coen.

Di cosa parla: New York City, 1961. Llewyn Davis è un musicista dotato ma un po’ sregolato. Sarebbe tutto sesso, droga e rock’n’roll se non fosse che suona folk. È comunque bello incasinato con le donne, non disdegna l’alcol e qualche spinello e sopravvive suonando nei club newyorchesi e facendo qualche marchetta qua e là nell’attesa di sfondare. Il suo agente non sembra essere di grande aiuto. E il fatto che il partner del suo duo si sia suicidato di certo non aiuta. Un po’ sfortunato, un po’ disadattato, tra amici e conoscenti si arrabatta, non ha nemmeno un posto per dormire né un cappotto per il freddo dell’inverno, ma soprattutto rischia di perdere il treno per il famoso sogno americano.

Cosa spacca: New York City. È impossibile per me non amarla ogni volta che la vedo, dal vivo o nei film. E questa New York, tra il Greenwich Village e Washinton Square Park, per le strade e nei locali, con quello scorcio di code per entrare nei bar che è uguale alle code che tutt’oggi si fanno per entrare nei locali, quando c’è qualcosa che valga davvero la pena – be’ per me è amore.

Cosa fa schifo: Ben poco. It’s the Coens, bro.

Menzione speciale: 1) Oscar Isaac (Llewyn Davis). Oltre a essere bellissimo, è davvero bravo. 2) La musica. Whether you like folk or not. 3) Il quadretto di academic life dell’Upper West Side. So true.  4) E il senso di precarietà della vita di Llewyn Davis. Provare per credere.

Consigliato a chi: Questo è un film per intenditori. Se cercate l’happy ending, you are in the wrong place. È consigliato a chi ha amato Fargo. A chi ha assaporato l’aria di possibilità di New York City. E a chi sa amare anche l’amaro.

Voto ponderato: Se avete la giusta dose di ironia, cinismo e sapete abbandonarvi alla tristezza, gli darete un 9 pieno.