Culture + Arts

November 22, 2013

Capitale della cultura 2019, ci si aspettava l’autocritica ed è partita la caccia agli sciacalli

Marco Bassetti

A seguito della zuffa di questi giorni, fatta di insulti e di colpi ben al di sotto la cintura, è opportuno riportare la discussione sui binari della normale dialettica politico-culturale. C’era un progetto e il progetto è fallito? Bene, allora ci si interroga sulle ragioni, si cerca di capire cosa non ha funzionato, si espongono delle critiche possibilmente costruttive, si controbatte, ci si confronta entro i margini dettati dal buon senso e del rispetto reciproco e avanti così. La macchina dell’opinione pubblica funziona così, e franz – in quanto magazine di approfondimento culturale – è ruota di questo complesso meccanismo. Il meccanismo si è inceppato, per ragioni tutte da capire, e volano gli stracci? Allora cerchiamo di farlo ripartire.

Per prima cosa è bene chiarire che, almeno da parte nostra, nessuno ha scatenato – né mai immaginato di scatenare – una guerra. Il nostro magazine, attraverso la penna di Anna Quinz, in seguito alla notizia della bocciatura ha esposto una serie di critiche alla candidatura del Nordest a capitale europea della cultura 2019: Anna di mestiere fa la giornalista culturale, franz è un magazine di cultura e le critiche al progetto culturale in questione sono state esposte in maniera del tutto educata e circostanziata. Quelle stesse critiche sono state poi riferite a una giornalista dell’Alto Adige che ha chiamato Anna per un’intervista. Critiche condivisibili, corrette, sbagliate, discutibili, forti, deboli, approfondite, superficiali, ragionevoli, immotivate? Ne possiamo parlare per giorni e per mesi e, anzi, questo sarebbe il nostro auspicio: l’intento era quello, ragionare sopra una sconfitta che coinvolge l’intero sistema culturale regionale e che brucia non poco. E, invece, si è scatenata la bufera, scambiando impulsivamente la critica per tradimento e ricacciando sullo sfondo lo spettro minaccioso del confronto, che è il cuore della progettazione politico-culturale.

Potevamo non occuparci della notizia, farla passare sotto silenzio e mangiarci le critiche in ragione del fatto che siamo stati partner del progetto? Potevamo, ma ci è parso più utile e serio non nascondere la testa sotto la sabbia e dare una nostra valutazione del progetto: un progetto al quale abbiamo partecipato con convinzione per due anni (2011 e 2012) e dal quale poi ci siamo allontanati con uguale convinzione alla fine del 2012, dopo una riflessione interna anche piuttosto accesa e dopo aver espresso in maniera chiara le nostre perplessità. Quelle stesse perplessità espresse più o meno chiaramente, più o meno tra le righe, più o meno fuor dai denti, anche durante il periodo della nostra partecipazione al progetto. Anche il nostro magazine ne porta testimonianza (basta cercare un po’), nero su bianco. Segnalo ad esempio questo pezzo, dal momento che porta la firma del sottoscritto.

Seconda cosa importante da chiarire: franzmagazine non ha abbandonato nessuna nave che affonda, non avendo per altro mai assunto posizioni di comando di alcunché. Alchè la sottile metafora di Schettino che solletica la fantasia di qualche simpatico buontempone, non sta di fatto né in cielo né in terra. Dopo aver onorato col nostro lavoro e con servizi di qualità riconosciuta gli incarichi professionali che vedevano l’Assessorato provinciale alla cultura in lingua italiana in qualità di committente, abbiamo scelto in maniera ragionata di tirarci fuori dal progetto, senza strapparci le vesti e senza clamore. Semplicemente perché l’evoluzione del progetto ci sembrava non rispecchiasse nei fatti lo slancio ideale col quale era partito. Questo, ripeto, avveniva in tempi non sospetti, ovvero alla fine del 2012: quindi, ben prima del naufragio.

Terza e ultima cosa che occorre sottolineare, clamorosamente la più importante: rimangono inevase sul tavolo le questione fondamentali. La scelta strategica di presentare l’intero territorio del Nordest è stata corretta e coerente rispetto al bando? La comunicazione tra i territori partner della candidatura è stata efficiente e proficua? La gestione del progetto per quanto riguarda la nostra provincia è stata impeccabile in rapporto, ad esempio, al coinvolgimento delle associazioni e degli operatori culturali? Ora, una volta finito tutto il trantran organizzativo politico e mediatico, sarà possibile valutare e avvalorare con dati le effettive ricadute sul territorio e sul sistema cultura degli investimenti dispiegati in questi anni? Questioni in attesa di risposta. Anzi di dibattito.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are no comments for this article.