Cradle Rockers #68. La Terribilessa passa momenti di frivolezza principesca

La Terribilessa passa momenti di frivolezza principesca (anche se nell’animo è una giovane e rude orchessa) caratterizzati da confessioni di impassibile ineluttabilitá (“le principesse fanno le puzzette di nascosto… Me l’ha detto il papà”) e turbolente fasi pre- paranoico-compulsive-ossessive (“ma i morti sono sotto terra? Il nonno della mia amica è anche un po’ nel muro!”) e anche fasi di quesiti primordiali, ripetitivi e ispezionativi (“Mamma ma il tuo papà chi è? Oggi è già domani? Non usciamo più per tutta la vita? Quando muoro vado nelle nuvole e me le mangio”)

Le domande e le riflessioni dei bambini sono sempre illogiche, profondamente banali eppure mai scontate e soprattutto, divertenti e tenere. Qualche giorno fa Amelia è entrata in bagno mentre mi depilavo le ascelle. Non è stata certo una visione normo-tipo per la mia Terribilessa: la sua mamma davanti allo specchio mezza nuda, con una smorfia arricciata di dolore e gli occhi sbarrati sprizzanti istinto di sopravvivenza, una macchinetta dalle naniche dimensioni in mano, una gamba che si muove senza senso violentemente e un braccio rigido, alzato verso l’alto.

C’era del rock in me!! “Mamma.. cosa fai mamma?” “Mi depilo!!!” Urlo io, militarmente “Ah. … … Cosa vuol dire: mi repido?” “Tolgo i peli, Amelia. Depilarsi. Si, fa un po’ male.” Sono sudata e fredda, adrenalinica. “Anche io devo depistarmi” “Noooo Amelia, lo farai quando sarai più grande” (depistarmi..) Mi osserva con cura, mi fissa proprio in ogni smorfia che faccio. La cosa certa in tutto questo è che il Silkepil dovrebbe entrare per dirittissima tra le torture moderne più dolorose del secolo.