Music

November 6, 2013

La Forma del Silenzio apre i battenti sulle note di Lorenzo Cavasanti

Matteo Antulov

Giovedì 14 novembre Sonora ’13 concluderà in grande il suo repertorio con un appuntamento imperdibile: il concerto di  Lorenzo Cavasanti, virtuoso del flauto dolce con una brillante carriera internazionale alle spalle.

Dopo essersi brillantemente diplomato in flauto dolce presso la Scuola Civica di Milano e in oboe al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova, Lorenzo Cavasanti ha iniziato ad appassionarsi allo studio del flauto traverso barocco. E proprio questa sua peculiarità, questa sua passione per il barocco e la musica dei tempi passati, l’ha reso celebre in tutta Europa e richiesto ai più grandi festival nazionali e internazionali. Le famose istituzioni musicali europee, quali la “Cité de la Musique” di Parigi, l’”Accademia Filarmonica Romana”, la “Royal Albert Hall” di Londra, e ancora il “Konzerthaus” di Vienna e gli “Amici della Musica” di Firenze, solo per citarne alcune, non hanno potuto fare a meno di lui. Il 14 novembre questa celebrità della musica arriverà a Merano per introdurre la mostra dello scultore ladino Walter Moroder, La Forma del Silenzio, organizzata da Merano Arte.

Grazie al fascino che hanno avuto le statue funerarie della tribù indonesiana del Toraja sull’artista gardenese e alla ricerca formale che ne deriva, lo scopo del concerto diventa quello di far riflettere sul nostro rapporto con chi ci ha preceduto, tra i rapporti che intercorrono tra presenza e assenza, rappresentazione e astrazione. Proprio questi rapporti, il silenzio e l’assenza del tempo sono ciò che più caratterizza le opere di Moroder, rendendole uniche. La vita che l’arte di Moroder evoca non è reale ma è astratta, lo si nota sopratutto se si guardano gli occhi dei personaggi, occhi assenti, occhi che guardano altrove. Sono forme silenziose, che non vengono usate per trasmettere particolari sentimenti, e proprio questa loro caratteristica può renderle, agli occhi di chi le guarda, inquietanti.

13-Walter-Moroder-Atelier[1]

Appositamente in relazione alla mostra è stato concepito un concerto che prevede l’accostamento, come spesso accade nei concerti di Conductus, di musiche del periodo barocco, eseguite su strumenti originali, a musiche contemporanee. Come nelle opere di Moroder, passato e presente si mischiano, sono elementi di intreccio.

Il repertorio include, oltre all’esecuzione di opere di autori napoletani dell’XVIII secolo, le cui note sono capaci di farci tornare indietro nel tempo, in quel ‘700 ricco di ideali, idee nuove e fermenti politici, anche due prime esecuzioni assolute di brani scritti appositamente per il grande maestro dal talentuoso e giovane compositore di Genova Matteo Manzitti e da un altro grande nome della musica Marcello Fera.

Il trentenne Genovese, Matteo Manzitti, diplomato al Conservatorio e laureato in Scienze Politiche, ha iniziato molto presto a comporre, ovvero nel 2004 a soli 21 anni, anno in cui ha scritto le musiche di scena di “Tucholsky Cabaret”, musiche che gli anno aperto le porte verso la scena musicale italiana. Altro genovese è Marcello Fera, violinista, compositore e direttore d’orchestra, già conosciuto in alto Adige, in quanto responsabile delle attività musicali di Merano Arte, direttore artistico della stagione Sonora e dell’Esemble Conductus che egli stesso ha fondato nell’ormai lontano 1999, associazione organizzatrice, peraltro, dell’evento.

Per l’occasione verrà aperta al pubblico la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù detta “delle Dame Inglesi“, altrimenti non più accessibile da quando, otto anni fa, le suore della Congregatio Jesu hanno abbandonato il convento cappella adiacente. La chiesa neoromanica eretta nel 1903 e posta in centro a Merano, in Piazza della Rena, è conosciuta agli abitanti di Merano grazie al mosaio in stile ravennate che abbellisce l’abside.

Appositamente per la serata all’interno della piccola chiesetta, verranno installate in bella vista, vicino ai musicisti due statue, opera delle mani esperte di Walter Moroder, mentre all’esterno della cappella si posso già ammirare, da un pò di tempo ormai, due monoliti in cemento sempre di Moroder.

Questo concerto, nell’ambito della mostra dello scultore di Ortisei, ci porterà a pensare, a riflettere, su argomenti da sempre attuali: passato e presente, vita e morte, eredità e futuro, astrazione e figurazione. Le figure di Moroder, che molti critici hanno messo a confronto con le antiche statue egizie, a causa del loro allungamento e rigidità, ci scruteranno da un posto senza tempo o forse dallo stesso aldilà da cui provengono le note borocche della Napoli di un tempo.

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