Cradle Rockers #67. “Il mio nome è Caos!”

“Il mio nome è Caos!” Stamattina Amelia si è svegliata così. E dire che ieri sera aveva qualche linea di febbre e ripeteva di star male per il troppo moccio. Ma dove l’avrà sentita, sta frase del caos?

“Caos, scendi e vai a fare la pipì..” le rispondo io dal mio letto ”Ooohhhh maaaaamma… Ma tu vuoi sempre che faccio la pipì, io l’ho già fatta ieri”.

Bella risposta. Alle 6:52 di un qualsiasi sabato uggioso di ottobre.

“La pipì va fatta per tutta la vita, ogni giorno” dice Tesorini.

Non so chi di voi abbia mai avuto un gatto. Amelia seduta sul water ha l’espressione precisa di un gatto nella lettiera che fa i suoi bisognini: seria, collo dritto, gli occhi che guardano lontano, o comunque è come se cercasse di darsi un tono anche nei momenti più “animali” della giornata, facendo finta di non vederti.

A tavola tocca ad Anita, che mi guarda, ridacchia e mi dice: “bino!”

Bino bino bino… Non pervenuto.

Che vuole dire la mia urlatrice “…vino?”

Anita diventa seria: “bino. Quiccolo.”

Quiccolo vuol dire piccolo, su questo non ci piove. Ma bino?

La Terribilessa: “ha detto Pinocchio!” …sempre pronta ad aiutare…

Guardo Anita: “Pinocchio?”

Questa mi guarda come se fossi scema, davvero (grazie, Amelia).

Mi ripete piano: “BINO, QUICCOLO!” guardando il frigo.

Allora guardo il frigo anch’io.

Tra le varie calamite: due casette di Amsterdam, un gatto, un leone, una matrioska e.. Oh oh oh, una foto di Amelia 2enne che infila un dito nel naso di una micro-Anita appena nata.

“Bambino piccolo!!” Esulto io fissando Anita, che tutta seria mi risponde un dolcissimo: “si, mamma” sospirando profondamente (il che mi sembra la traduzione di “allora non è totalmente rimbambita!”)

È proprio vero che i mocciosetti danno grandi soddisfazioni.