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October 1, 2013

Cradle Rockers #65. Noi madri siamo votate alla distruzione.

Gloria Gaio


Noi madri siamo votate alla distruzione, e personalmente ritengo che siamo un po’ sceme, a volte. (Parla per te, mi direte. No. Capita a tutte, prima o poi) Insomma arriva settembre e le mamme sono allegre per l’inizio della scuola, il kindergarten, il nido.. Siamo sceme, vedete? Chi ce lo fa fare a mettere al mondo figli che poi ci rompono gli zebedei? Che ci attaccano tutte le malattie, anche le più inutili, le più sconosciute? Che ci risucchiano tutto il tempo? Ecco perché il mondo è ancora troppo maschilista, ecco da dove lo vedo io: chi sta coi figli è comunque sempre la mamma, chi sacrifica la propria carriera lavorativa è comunque sempre la donna. La casa, la spesa, la cucina, lavare stirare cucire aggiustare.. Siamo sceme. Siamo il sesso debole perché ci prendiamo troppe responsabilità. Perché “ci va bene così” anche se poi vorremmo che le cose cambiassero. Sceme!

Adesso, per dire: ho la congiuntivite. Non vi dico le contorsioni e le prese alla kung fu per mettere due goccine negli occhi di un’Anita incazzata come una iena e posseduta dallo spirito di un camionista. Come le mie due A, anche io ho un occhio rosso paonazzo, gonfio, lucido, che erutta slaimer giallognolo e mi incrosta le ciglia talmente tanto che stamattina non riuscivo ad aprirlo. Ero cieca. Quindi antibiotico. Quindi figli a casa. Quindi niente lavoro.

Oh. Già. Il lavoro. Le mamme amano il lavoro. Posso dire una robetta a voi, datori di lavoro? Voi che licenziate le mamme perché sono diventate mamme. Voi siete proprio cretini: nessuno lavorerà più volentieri di una mamma che è diventata mamma da poco. Magari avrà problemi tempistici e figli che si ammalano, ma lavorerà con dedizione e concentrazione, contenta di poter staccare il cervello dalla presa-marmocchi, contentissima di sfuggire alla routine quotidiana di urla strilli capricci e pannolini vari. Anzi, datori di lavoro: dovreste pagarlo voi, l’asilo/il nido. Voi ci guadagnereste. Ma che ve lo dico a fare?

E come mai questa esaltazione lavoratrice non la vedo negli occhi dei papà? Perché i padri sono così “esenti” dai figli, o almeno: perché per loro è una “scelta” la partecipazione attiva alla crescita dei figli? Alcuni papà sono presenti, altri meno, altri assenti. E nessuno fa loro una colpa. Ma una madre assente…?

Siamo sceme.

Consiglio a tutte/i una lettura istruttiva: Elisabeth Badinter “L’amore in più”.

Intanto vado a mettermi le gocce di antibiotico negli occhi, perché da oggi ce li ho entrambi contaminati.

 

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