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September 26, 2013

19 agosto 1969, Alpe di Siusi/Seiser Alm

Roberto Tubaro


Si è concluso ieri in giornata l’Holzstock Musik und Kunst Festival, il festival della musica e dell’arte iniziato il 15 agosto sull’alpe di Siusi. Concepito come una tre giorni di pace e musica, il festival ha attirato centinaia di migliaia di persone (secondo alcune fonti anche un milione) da tutto il mondo con un concerto senza precedenti che colloca l’Alto Adige nella storia della musica mondiale e che difficilmente potrà essere ripetuto. Il festival ha preso il nome da una catasta di legna situata ad una sessantina di chilometri dall’Alpe di Siusi. La catasta è diventata da anni una sorta di mecca per artisti, musicisti, scrittori, attorno alla quale si ritrovano per scambiare le proprie idee e condividere i propri pensieri.

Non è stato facile trovare il luogo adatto ad un evento di questo tipo. In principio l’area scelta per lo svolgimento del concerto doveva essere un grande terreno a sud di Bolzano Gli organizzatori però si sono trovati di fronte ad una grande protesta degli abitanti del capoluogo, preoccupati per il casino provocato dal concerto e dalle 50.000 persone previste. Per fortuna Elmut Thiber, il proprietario di un Garnì di Compatsch si è offerto di ospitare il festival nel suo terreno. Non essendo però la proprietà di Thiber sufficiente ad accogliere l’Holzstock Festival a questo si è unito Max Iasguro, un allevatore, il quale ha accettato di mettere a disposizione il suo grande terreno di 2,4 chilometri quadrati.

L’affluenza fin da subito è stata elevata, bloccando di fatto il sistema di trasporto altoatesino e scatenando un’enorme polemica tra la popolazione. “Un ritrovo di drogati e perditempo, sia sul palco che fuori dal palco. Hanno paralizzato l’Alto Adige intero correndo nudi per i campi e creando disagi per via delle loro richieste di autostop”  ha affermato Sandro Clozzin, il portavoce del comitato “Holzstock non è Alto Adige” che nelle ultime settimane ha cercato di bloccare in tutti i modi la realizzazione dell’evento.

Nonostante le polemiche il festival è stato un successo. Max Iasguro, all’inizio preoccupato  per l’usura del suo terreno, ha affermato che è stato incredibile come mezzo milione di persone avessero creato una comunità motivata dagli ideali di pace e amore, sostenendo che “se ci ispirassimo a loro potremmo superare quelle avversità che sono i problemi attuali dell’Alto Adige, nella speranza di un futuro più luminoso e pacifico.”  Nonostante la quantità di persone e la pioggia torrenziale di domenica, il terreno è rimasto totalmente intatto, tanto da permettere già da oggi il pascolo alla mucche di Iasguro. Questo senza dubbio lo si deve alla qualità dell’erba e del terreno altoatesino, unico al mondo per quanto riguarda resistenza e tonalità di verde.

Il primo concerto è iniziato verso le cinque di sera di venerdì 15 agosto con il pusterese Riccardo Paradisi, seguito da altri grandi musicisti folk fino ad arrivare a Johanna Baeza, la famosa cantautrice sudtirolese già nota per il suo impegno nei diritti civili e nel pacifismo e che ora tutti chiamano col soprannome di usignolo di Holzstock. La giornata di sabato 16 è stata incredibile, con l’alternarsi di musicisti altoatesini famosi a livello mondiale, come per esempio il Laivesotto Carlo Santner, detto Santana e i Credenza Klares Wasser Revival di Monguelfo, e musicisti provenienti da fuori Provincia, come Janis Joplin, i Who (che hanno iniziato il concerto alle quattro del mattino). Ad aprire il concerto di domenica 17 è stato il grande Johan Kocker di Silandro, detto Joe Kocker, interrotto da un grosso temporale estivo. Degna di nota l’esibizione del gruppo Crosby, Alambicchi, Nash & Jugend, nato dall’unione dei due altoatesini Stefano Alambicchi e Nello Jugend con i due americani David Crosby e Graham Nash.

La partecipazione degli altoatesini ha creato ovviamente polemica. “In Alto Adige suonano sempre gli stessi nomi, non è possibile.” Ha tuonato Oskar Lamborghini, musicista. “Inoltre è chiaro ormai che questo evento è stato reso possibile solo grazie al contributo pubblico di sinistra, che non ha fatto altro che creare una sorta di festa dell’Unità colma di alcol, droga, sesso, volgarità e musica eseguita dai soliti amici del potere.”  

A chiudere il concerto, verso le nove del mattino di lunedì, il chitarrista statunitense Jimi Hendrix, davanti ad un pubblico ridotto a circa 200.000 persone per il fatto che la maggior parte dei presenti è dovuta tornare alla vita quotidiana di un lunedì come tutti gli altri. Jimi ha creato un ulteriore motivo di polemica per via dell’esecuzione dell’inno italiano con la sua chitarra elettrica distorta. Polemica bipartisan, visto che i principali politici di lingua italiana si sono sentiti offesi dalla distorsione e dal tipo di esecuzione in generale, mentre i principali politici di lingua tedesca hanno preso l’inno come un affronto all’autonomia sudtirolese.

Nel bene e nel male è certo che l’Holstock Festival rimarrà nella storia della musica mondiale nella speranza che l’Alto Adige possa ospitare nuovamente nel futuro manifestazioni di questo tipo. 

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  • Alpe di Siusi/Seiser Alm, 19 agosto 1969 | Rtcj · 

    [...] Si è concluso ieri in giornata l’Holzstock Musik und Kunst Festival, il festival della musica e dell’arte iniziato il 15 agosto sull’alpe di Siusi. Concepito come una tre giorni di pace e musica, il festival ha attirato centinaia di migliaia di persone (secondo alcune fonti anche un milione) da tutto il mondo con un concerto senza precedenti che colloca l’Alto Adige nella storia della musica mondiale e che difficilmente potrà essere ripetuto. Il festival ha preso il nome da una catasta di legna situata ad una sessantina di chilometri dall’Alpe di Siusi. La catasta è diventata da anni una sorta di mecca per artisti, musicisti, scrittori, attorno alla quale si ritrovano per scambiare le proprie idee e condividere i propri pensieri. (Continua su Franzmagazine) [...]

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