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September 25, 2013

Innovazione: chi dirige l’orchestra? Tavola rotonda alla Lub

Marco Bassetti
Subiamo l'innovazione che ci piove dall’alto oppure possiamo esserne parte attiva? Nell’ambito dell’Innovation Festival, domani tre studiosi dibatteranno sul coinvolgimento delle reti sociali nei processi d’innovazione, cercando di portare esempi ed esperienze concrete.

Viviamo nell’epoca degli smartphone e dei social network, dei navigatori satellitari che parlano con la voce di Homer Simpson e delle automobili che parcheggiano da sole, della tv che conosce i tuoi gusti, dei frigoriferi che fanno la spesa su internet e degli scaldabagno attivabili via sms… l’epoca della medicina nucleare, del trapianto della mano, della depilazione col laser, degli uteri in affitto… l’epoca in cui perfino l’Ape Maia è in 3D! Io l’Ape Maia la guardavo negli anni Ottanta (quinto canale della tv analogica, televisore con tubo catodico), oggi mia figlia – a trent’anni di distanza – la guarda in 3D (canale 43 del digitale terrestre, televisore ultrapiatto al led che consuma quanto una lampadina a 90W). Questa sì che è innovazione!

L’innovazione è il nostro pane quotidiano. L’innovazione, con i suoi prodotti, influenza la nostra vita e i nostri comportamenti, il nostro modo di lavorare, di pensare, di relazionarci; determina quello che mangiamo e respiriamo ogni giorno; ha effetti sui nostri corpi, la nostra salute, la nostra sicurezza, la qualità della nostra vita. L’innovazione di prodotto, quindi, ci riguarda da vicino e vede tutti noi in posizione di utenti, fruitori, consumatori.

Nella tavola rotonda di domani – promossa dall’Innovation Festival in collaborazione con STSItalia – si proverà a guardare l’innovazione da un’altra angolazione, risalendo dai prodotti dell’innovazione ai processi che li generano. Cercando di vedere l’innovazione come processo che coinvolge persone immerse in reti sociali. In questa prospettiva è possibile vederci – vedere tutti noi, comuni cittadini – non più solo come semplici fruitori dei prodotti dell’innovazione, utenti di prodotti innovativi già pronti e confezionati, ma anche come attori coinvolti – più o meno attivamente, più o meno consapevolmente – nei processi di innovazione.

In questa prospettiva la metafora della musica appare molto calzante, perché riesce a metterci sotto gli occhi gli aspetti fondamentali della questione. L’innovazione è il risultato dell’esecuzione di solisti – istituzioni, centri di ricerca, grandi corporation – oppure di un’orchestra? La musica dell’innovazione segue una partitura scritta come un’orchestra che esegue una sinfonia di Mozart oppure è più simile alla musica jazz, in cui i diversi musicisti compongono un organico aperto e improvvisano seguendo una traccia comune?

A partire da queste domande si svilupperanno gli interventi dei 3 relatori: Attila Bruni, ricercatore dell’Università di Trento nell’ambito della sociologia del lavoro e delle organizzazioni, già presidente di STSItalia; Massimiano Bucchi, studioso all’Università di Trento dei rapporti tra scienza, tecnologia e società (fresco di stampa il suo ultimo lavoto sul rapporto tra cucina e scienza dal titolo Il pollo di Newton edito da Guanda); Albena Yaneva scienziata sociale dell’Università di Manchester nel campo dell’antropologia dell’arte e dell’architettura, studiosa delle controversie legate alla pianificazione urbanistica, vincitrice nel 2010 del prestigioso RIBA President’s Awards. Nel tentativo di moderare il tutto, Marco “io speriamo che me la cavo” Bassetti. Appuntamento allora giovedì 26 settembre, alle ore 14, presso la Libera Università di Bolzano.

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