Music

September 24, 2013

Bolzano Festival Bozen: non un Classico finale

Alessandro Tommasi


Beh rieccomi qui!
Chi pensava che dopo la tirata di articoli sul Concorso Busoni sarei tornato ancora a percorrere queste pagine, a meno di un mese di distanza!
E invece nonostante la (meritata?) pausa che mi sono preso, fingendo di dimenticarmi che il Bolzano Festival Bozen non continuasse imperterrito (o più che altro ricordandomi delle migliaia di cose da fare a Padova fra cambi di inquilini, esami in conservatorio e progetti da seguire), sono tornato per presentarvi quella che sarà l’ultima data dell’intero Festival.
E’ così infatti, il Bolzano Festival Bozen, dopo averci gloriosamente accompagnato da agosto, è giunto al suo canto del cigno. Il 26 settembre alle 20.30 all’Auditorium Haydn terminerà quest’edizione del Festival, qualcosa in pompa magna, con quel tocco di epicità da fine di un’era. In realtà la fine di un’era è ben lungi dall’esserci e meno di un mese e ricominciano i concerti dell’orchestra Haydn, ma vabbè, non voglio togliere forza al momento.

Per chi si chiedesse cosa ancora può esserci dopo tutti i concerti che ci sono già stati offerti, ricordo che per tutto settembre si sono svolti i corsi dell’Accademia Gustav Mahler, grandissima occasione di apprendimento per studenti da tutta Europa, che negli scorsi giorni si sono già cimentati in numerosi concerti in tutta la città, fra cui anche i particolari concerti itineranti (lo stesso concerto riproposto in più e più parti della nostra Bolzano). Dopo circa venti giorni di intense prove, il concerto del 26 non rappresenterà solo l’ultimo appuntamento del BFB ma anche il culmine di questa scuola di eccellenza, fatto che già da solo garantisce il livello stupendamente alto che ci si aspetta.
Rispetto ai giganteschi giornali con il programma dell’intero BFB, sono cambiati i brani che eseguiranno i ragazzi giovedì. Per i più affezionati ai cari vecchi Haydn e Mozart, nessuno spavento, saranno ancora loro i protagonisti della serata, sono semplicemente cambiate le sinfonie. Così verrà eseguita la Sinfonia n.101 detta “L’orologio” (detta così per il ritmo regolare e scandito del secondo tempo) e di Mozart la Sinfonia n.31, entrambe in Re maggiore. A questi brani verranno affiancati una Sinfonia in Do minore di Joseph Martin Kraus, soprannominato “Il Mozart di Odenwalt” e fiero (e all’epoca famosissimo) esponente del Classicismo, e un concerto classico per solista e orchestra che ancora dev’essere scelto.
Il brano (e il solista con esso) verrà scelto tramite audizione fra i ragazzi frequentanti i corsi e rimane ancora un’incognita! Nulla si sa se non che deve mantenersi nel repertorio classico (comunque più che ampio) e dunque è con curiosità che mi appresto ad andare a concerto. Certo non sarà chissà quale salto nel vuoto, ma tanto per cambiare non posso sapere già tutto di un concerto mesi prima che abbia luogo. Spero vivamente che la scelta del brano venga comunicata in sordina, per una volta voglio lasciarmi sorprendere e continuare a chiedermi se si opterà per qualcosa di molto famoso o sarà l’occasione per sentire brani più rari (di cui sono lo ammetto molto più ghiotto). I programmi di sala sveleranno la piccola incognita solo quando mi sarò seduto al mio posto. Giusto quell’ultimo capriccio per l’ultimo concerto, che terminerà con tutta la tempra e l’eleganza che i nostri compositori classici hanno saputo tramandarci.
Da qui il pessimo gioco di parole che funge da titolo dell’articolo. Era più forte di me, abbiate pietà!

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