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September 11, 2013

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Sara Masè

Titolo originale:  En kongelig affære

Regista: Nicolaj Arcel

Di cosa parla: in un’Europa ancora dominata dalle monarchie assolute, improvvisamente alla corte del folle Christian VII di Danimarca divampa la luce della ragione, grazie all’influenza esercitata su di lui dal medico di corte, il tedesco Johann Friedrich  Struensee. Questi, appassionato seguace di Voltaire, riesce a far tradurre in leggi del regno principi quali la libertà di stampa, la condanna della tortura e della censura, le vaccinazioni gratuite per i poveri e via discorrendo. Su questo scenario si innesta la complicata relazione tra il re, la regina e lo stesso Struensee.

Cosa spacca: la storia e il (tentato) passaggio da oscurantismo ad illuminismo, trasposta sullo schermo in modo avvincente e con un dosato intreccio amoroso, tutto sommato molto attinente alla vicenda storica originale.

“C’è del marcio in Danimarca”, diceva l’Amleto di Shakespeare, e nel film lo vediamo e sentiamo tutto.

Cosa fa schifo: l’incapacità di pronunciare in modo corretto i nomi originali di alcuni protagonisti; il povero medico di corte si rivolterebbe nella tomba se ascoltasse la versione italiana del film.

Menzione speciale: il sonno della ragione genera mostri, e questo film riesce a dimostrarlo; nell’ottusa insipienza dei cortigiani i reazionari nobili di corte intessono intrighi meschini, che sembrano riuscire proprio grazie agli stessi principi di libertà che loro stessi si ostinano a combattere.

Consigliato a chi: ama il cinema d’autore che riesce a piacere a tutti.

Voto ponderato: 9

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