Music

August 23, 2013

Il “cunto” per uscire dal tempo: la voce di Mimmo Cuticchio a Rovereto fa sognare attraverso i secoli

Parola all'ascolto


Ci si accorge del potere irresistibile del cunto considerando i cambiamenti assunti dalla nostra mascella durante la narrazione. Man mano che Mimmo Cuticchio si addentra nel racconto epico, la mandibola lentamente cede, si ammorbidisce da tutte le tensioni della nostra stressante vita moderna. Finalmente. Altro che meditazione e spa, ci volevano Orlando e Carlo Magno. E si resta lì, a bocca spalancata, a seguire le avventure di Rinaldo imbambolati come dei bambini felici. L’ufficio è solo un vago ricordo lontano. Ci si perde tra i mille nomi esotici dei paladini di Carlo Magno, ci si confonde tra cognati, generi e cugini, ma che importa? Ormai già siamo assieme a loro a vagare per le contee ed i boschi di Francia in sella ai fedeli destrieri, fintanto che la spada non s’impenna ed il fragore della battaglia ci fa saltare di colpo sulla sedia, rizzandoci tutti i capelli. Un colpo secco di tacco sul palco fa tremare la scena. Cosa accade? La voce di Mimmo si fa impetuosa, batte un ritmo primitivo che ci trascina, salgono i brividi dalle gambe. Ed ecco infuriano gli scontri, si ode il rumore delle spade, si scorge la piuma oscillare sull’elmo di Rinaldo mentre parte alla carica del nuovo sfidante di turno. Il cuore si ferma mentre la roboante voce del cuntista risuona fendenti e sciabolate. E sul più bello… tragedia! La storia s’interrompe, perché le avventure dei paladini, si sa, non finiscono mai, e tu ti ritrovi di colpo a Rovereto in una sera d’agosto, ti giri e cerchi un’armatura, una mazza chiodata, almeno un piccolo stendardo. Invece niente. Davanti a te c’è solo un palco nero, con uno sfondo nero e un pavimento nero. E sul palco ti saluta serio Mimmo Cuticchio, che è Orlando, Gano di Magonza, Rinaldo e Bradamante, la spada Durlindana ed il cavallo Baiardo tutti assieme. Ti tocchi la mandibola, miracolo: è completamente rilassata ed anche il mal di schiena è passato. Cosa abbiamo dimenticato? Dove abbiamo sbagliato? Sono le cose più piccole che ci salvano, non servono computer o effetti speciali: è la voce sola che fa sognare, più di ogni altra cosa al mondo.

Giulia Miscioscia

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