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August 21, 2013

People I Know. Carambola che sopresa: Marco Zanetti, un altoatesino campione di biliardo

Anna Quinz


Chi nella propria vita, magari da giovane, non ha imbracciato una stecca, si è piegato sul tavolo verde, cercando di infilare una palla colorata in buca? Il biliardo è una di quelle attività fortemente legate a immaginari e leggende metropolitane, il suo fascino si snoda nel tempo e nello spazio, riempie letterature, storie e racconti cinematografici. Eppure, il biliardo, con le sue regole, i suoi meccanismi, la concentrazione e la precisione che richiede, è uno sport serio, che richiede capacità e talento, tanto allenamento e altrettanta dedizione. Lo sa bene Marco Zanetti, bolzanino classe ’62, professionista della carambola a 3 sponde. Quella di Marco è una passione trasformata in professione, che lo ha portato a girare il mondo per partecipare a innumerevoli tornei, e a vincerne altrettanti. 2 volte campione del mondo, campione europeo nella sua disciplina (freschissima la nuova vittoria, portata a casa durante il Campionato Europeo giocato a Brandeburgo, in Germania), Marco è certamente un nome noto nel settore, un grande sportivo che dedica alla sua disciplina ogni momento e ogni sforzo. Perché se per la maggior parte delle persone il biliardo è un gioco divertente da praticare nel tempo libero, per lui è il lavoro della vita e una grande passione che ha accompagnato il bambino prima, il ragazzo poi e il campione oggi. Sempre pronto per nuove sfide in giro per il mondo, e per nuovi successi.

Marco, quando è nata la sua passione per la carambola e come si è sviluppata nel tempo portandola a raggiungere i traguardi prestigiosi che annovera nel suo palmares?

Fin da ragazzino ho praticato questo sport. L’interesse e l’amore me li ha trasmessi mio padre, anche lui grande appassionato. Quando avevo 24 anni, è stato costituito un gruppo professionistico, ero bravo e sono stato invitato a farne parte. Da lì è iniziata l’avventura, personale e professionale, che continua ancora oggi.

Non è semplice, per i “comuni mortali” pensare al biliardo come a uno sport…

Per la maggior parte delle persone che lo praticano, il biliardo è un divertimento, un hobby, un passatempo da svolgere con gli amici. Per un gruppo molto più piccolo di giocatori però, è a tutti gli effetti uno sport, nello specifico si tratta – secondo il Comitato Olimpico Internazionale – di uno degli sport di precisione. Io faccio parte di questo gruppo di sportivi professionisti, anche perché grazie a premi dei tornei, agli ingaggi per giocare a squadre e ad agli sponsor personali, il biliardo è il lavoro che faccio ogni giorno e con il quale vivo.

Nell’immaginario comune il biliardo è un’attività “da duri”, da locale buio e fumoso, un luogo forse anche un po’ malfamato. Guardando lei però si capisce che non è realmente così. Può raccontare qualcosa di questo mondo dal suo punto di vista?

Questa è l’immagine stereotipata e banalizzata del gioco del biliardo in sala, legata al vizio – di vario genere – e alle scommesse. Certamente esiste anche questa realtà, non lo nego, ma personalmente posso dire che dista anni luce dal mio modo di concepire lo sport, questo in particolare. Io non ho mai giocato una partita puntando una scommessa. I nostri tornei sono professionali, sono organizzati bene. Ed è assolutamente vietato fumare, per sfatare lo stereotipo. Anche noi come tutti gli sportivi, siamo sottoposti a severi controlli antidoping. 

Bolzano è una città dove si pratica questa attività?

In città ci sono alcune sale dove si gioca, anche se io onestamente non le frequento. Ho la fortuna di avere il biliardo in casa, necessario per i miei allenamenti. 

E più in generale, che rapporto ha con Bolzano e l’Alto Adige?

Bolzano è la città in cui sono nato e mi piace molto il suo ordine, il rigore, la sua tranquillità. E non si possono non amare i suoi dintorni, facilmente e velocemente raggiungibili, dove godere di splendidi panorami alpini. 

Grazie al suo lavoro, avrà viaggiato molto. Quale luogo l’ha particolarmente colpita e perché?

Amo particolarmente la Colombia, uno splendido paese con panorami mozzafiato. Lì ho tanti amici che come me sono appassionati del biliardo. In generale comunque, forse proprio perché ho viaggiato tanto, dispongo di una buona capacità di adattamento e cerco sempre di godere e apprezzare quello che altri paesi e culture diverse possono offrire.

Cosa potrebbe insegnare (anche a livello di valori di vita) uno sport come il biliardo, ad un giovane che volesse avvicinarsi a questa pratica?

Un giocatore di biliardo è un maestro di rotazioni, effetti ed impatti tra biglie e sponde. La stecca diventa col tempo un prolungamento naturale del proprio braccio e quindi si deve essere padroni di una grandissima abilità motoria. Le qualità richieste sono innumerevoli, inclusa una grande padronanza di sé, nei momenti importanti e di forte concentrazione. Per un giovane che volesse avvicinarsi a questo gioco, ci sarebbe davvero tutto un mondo da scoprire… 

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