Culture + Arts > Performing Arts

August 2, 2013

Temporary Intruders at #meinherz. Day V

Anna Quinz

Ieri è stato il giorno del nuovo cambio di alloggio. Il terzo. Questa volta per noi avventuriere del trentino, un’azienda agricola bio, con proprietario a piedi nudi e petto nudo che ci offre sciroppo di sambuco fatto da mamma.

Ieri è stato il giorno del terzo giorno al lago. Due di noi più avventurose della terza (indovina chi?) passeggiano da Riva fino a Torbole. La terza dorme e legge sotto il sole. Ma prima sushi per tutte, che al lago ci sta.

Ieri è stato il giorno di Mara Cassiani i suoi performer ginnici, i ritmi techno, le luci stroboscopiche e i vari Gucci Prada Luis Vuitton, che la moda non è mica solo creatività e i soldi son soldi.

Ieri è stato il giorno di zanzare che avvolgono la centrale e i suoi abitanti. Del caldo che è tornato a invadere l’aria. Dei ventagli improvvisati e dei ventagli seri a rinfrescare temporaneamente menti corpi pelli.

Ieri è stato il giorno di Quiet Ensemble, del Teufel che con loro è venuto a farci visita in una performance per oggetti diabolica, inquietante, stroboscopica (ancora una volta).

Ieri è stato il giorno che vai in bagno, accanto a te senti parlare francese e ti chiedi se può essere vero che sei a Dro, nel mezzo delle crude montagne trentine. 

Ieri è stato il giorno di Simone che si è bruciato al sole, di Dino che ha cambiato colore di t-shirt passando dal bianco al petrolio e di Barbara che ha un vestito così bello, ma così bello, che vorresti toccarlo.

Ieri è stato il giorno di Collettivo Cinetico coi suoi 9 esemplari di teenagers che mostrano comportamenti a comando e dimostrano quanto sono pazzescamente bravi e quanto la semplicità di un’idea ti possa stregare, divertire, affascinare.

Ieri è stato il giorno di Ricci/Forte, dei loro 19 performer quasi nudi  poi proprio nudi poi vestiti che fanno cose, vanno in giro (sul palco) e vedono gente (noi, visto che ci guardano in continuazione).

Ieri è stato il giorno del quasi ultimo giorno (oggi una pausa, lasciata la nostra azienda agricola torniamo in città, ma domani per il gran finale, si torna in centrale) che come tutti i quasi ultimi giorni è un po’ triste, perché ogni viaggio è una piccola avventura che riempie, e se l’avventura è in centrale, allora la sospensione di tempo e spazio riempie non solo il vuoto, ma riempie proprio tutto e andare via spezza un po’ “mein herz”.

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