Culture + Arts > Performing Arts

July 31, 2013

Temporary Intruders at #meinherz. Day III

Anna Quinz


Prima di tutto il lago, nel giorno numero 3. Perché non è che puoi stare in residenza a Dro – per quanto sia un ridente paesino – e non allungarti fino al lago di Garda per un po’ di tintarella, un bagno nell’acqua gelida e una passeggiata nelle signorili vie di Riva. 

Poi naturalmente la Centrale, in una serata freschina ma non troppo. E alla Centrale Live Works, il premio per la performing art che ieri presentava i suoi 7 finalisti, i loro lavori, le loro istanze. 
C’erano Serena Osti e il suo oste, il loro gioco alcolico e le loro riflessioni.  Giovanni Morbin con i suoi migranti nella traversata del mare ostile. Francesca Banchelli, il judo e le squadre bianca e blu, Sabina Grasso e la Box e il trio Ariaudo De Donno Pucci con i loro draculei giochi senza frontiere (quanto sport alla Centrale, che io antisportiva mi stia perdendo qualcosa?). Curandi e Katz e i libri all’indice. E poi le francesi Moynot e Turion, che con il loro noir ambientato proprio negli spazi dentro e fuori la Centrale, si sono portate a casa il premio.

C’erano Barbara Simone (con la sua spalla a vista) e Denis (con i fiori sulla camicia) che seguivano attenti ogni mossa della loro creatura. C’erano i giurati seri e professionali che forse si chiedevano (almeno per un momento ciascuno) quali segreti Franco Trentalance avrebbe potuto svelare loro (sull’arte performativa, naturalmente).

C’era Denise che mi ha fatto un caffe salvifico e Riccardo che tifava per i blu, Giorgia i suoi stagisti, i suoi occhialoni e la sua energia che travolge tutti, Filippo con la sua borsa marrone e Susanna con le sue infradito pink. C’era la folta delegazione bolzanina a studiare la situazione e ad assorbire l’aria salubre dell’energia che scorre solo lì in Centrale. C’era Virginia ad avvolgere di sorrisi tutti, come ogni sera, come ogni volta che incroci il suo sguardo deciso. C’era Dido in tutto il suo splendore e Emanuele che prende confidenza con il suo nuovo habitat e i nuovi vicini creativi. C’era Federico che si guardava intorno. C’era Sarah a preoccuparsi fino all’ultimo delle interviste per noi di franz.

C’eravamo noi, che abbiamo visto, ascoltato, parlato, bevuto, riso, osservato, conosciuto.
Intruders per un’altra notte stellata alla Centrale, intruders tra intruders. Felici di essere intruders.

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