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July 31, 2013

People I Know. Pablo Perra e i suoi giocattoli

Anna Quinz


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Mostri, supereroi, pupazzi immaginifici, personaggi trash usciti da menti incredibilmente fantasiose e da mondi lontani, sono ormai diventati oggetti di culto non più solo per i bambini, ma anche soprattutto per adulti (che forse desiderano tornare bambini?). Pablo Perra, capelli e barba un po’ scompigliati, come vuole lo status di artista, occhi scuri scuri e profondissimi, è nato a Bolzano, ha 31 anni e vive e lavora a Berlino. Dove, appunto, produce questi  incredibili “giocattoli”. Prima gli studi a Firenze e all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, poi la fuga dalla città della madonnina, per un anno di Erasmus a Braunschweig, in Germania. Una volta lì, Pablo si è reso conto che era tutto diverso e che, sopratutto per un aspirante artista in fase di studio, era pure tutto migliore. Costo della vita, dimezzato, spazio-atelier per studente, quadruplicato. Dunque la scelta di rimanere in terra tedesca, a reinventarsi da capo: amicizie, stile di vita, lavoro. E quello di Pablo è un lavoro davvero curioso, che di certo non permette di annoiarsi, soprattutto perché oltre ai suoi pupazzi unici, Pablo fa un sacco di altre cose, tutte, naturalmente, ad alto tasso di creatività.

3Pablo, cosa combini a Berlino?
Negli ultimi anni ho fatto un po’ di tutto. Disegno, pittura, scultura, installazioni… curo una fanzine che uscirà a settembre a Berlino e ho aperto la mia ditta “GoodlegToys” insieme a Luke Toywalker. Ho iniziato a disegnare fumetti per diverse riviste. Manca solo il mio libro di ricette, ma quello non uscirà mai. La cosa che mi sta più a cuore é “Infraworld”, un’esposizione che sto mettendo insieme da un po’: la rielaborazione della mia infanzia, con tutto ciò che era importante per me: giocattoli serie tv, fumetti, film ecc. Un gigante mix di ricordi filtrati con gli occhi di un adulto. Aspiro a ricreare la sensazione che avevo da bambino in piedi di fronte a uno scaffale enorme di “Masters of the Universe” (serie di personaggi creati da Mattel. Ndr) nel negozio di giocattoli a Natale.

1Perché secondo te così tanti artisti (anche altoatesini) vanno a Berlino?
Berlino è ancora la città più interessante per un artista in Europa. Anche se le cose stanno cambiando. Avere uno studio decente e non in capo al mondo sta diventando difficile, ma ancora si riesce. Per viverci é uno spettacolo, sempre. Dal punto di vista lavorativo, è meglio avere a che fare con istituzioni straniere o comunque fuori città. Ci sono troppi “creativi”, troppo pochi collezionisti e le gallerie fanno fatica a stare dietro ai loro artisti. Secondo me fra qualche anno ce ne andremo tutti a Istanbul o a Praga.

Che rapporto hai con “casa”, l’Alto Adige?
Ci torno pochissimo e un po’ mi spiace. Ogni volta che vengo a Bolzano a Natale la città mi sembra cambiata moltissimo. Continuano ad aprire nuovi negozi, nuovi locali, ora lo skatepark… qualcosa sta succedendo anche lì. Mi piacerebbe fare qualche mostra a Bolzano, in futuro.  

Parliamo del tuo lavoro particolare. Puoi raccontare qualcosa dei giocattoli che crei?
È una scena abbastanza nuova anche in America e Giappone. Si chiamano art-toys e inizialmente venivano prodotti da diversi artisti, in grandi tirature e sopratutto in vinile. Quello che facciamo noi é usare la resina. Scolpiamo i nostri prototipi, lavoriamo le giunture, poi il calco in silicone e alla fine la resina. Tutto quanto sotto pressione di 3,5 bar e così ci siamo tolti le bollicine d’ aria di dosso. Ovviamente le nostre tirature sono ultra-limitate perché viene tutto fatto a mano e per noi é più interessante creare continuamente nuovi personaggi. Insieme a due tre artisti in Inghilterra siamo i primi a fare resin-toys in Europa. 

6Si vive di un lavoro come questo?
La ditta esiste da Natale scorso e se penso che ormai siamo riusciti a comprare tutte le attrezzature addirittura due volte, coprire tutte le spese ogni mese e metterci pure in tasca qualcosa, direi che non è male. Inoltre stiamo iniziando a produrre qualche lavoro extra per diversi artisti. Abbiamo appena lanciato “Manborg”, protagonista di un film cult trash americano. Licenza inclusa! Solitamente le licenze le danno solo a grosse aziende come Mattel o altre, due galassie più grandi di noi. E poi c’è la nostra serie “War on Prehis” per la quale abbiamo fatto anche uno spot pubblicitario girato da Can Evrenol a Istanbul in questi giorni, tra una rivoluzione e l´altra. Ultimamente abbiamo iniziato a fare diverse esposizioni off-space in città ed è divertente vedere come con qualche buona idea di presentazione, la clientela cambi dal classico collezionista di giocattoli al collezionista d’arte. Stiamo iniziando a muoverci tra questi due mondi. 

Chi è il vostro cliente tipo, dunque?
I nostri sono giocattoli per “pazzi furiosi”. Se vedeste le collezioni che hanno alcuni dei nostri clienti… ho visto cose che voi esseri umani… eccetera, eccetera.

2Da adulto, lavorare su e con i giocattoli, fa tornare bambini?
Rende felice. È un po’ come realizzare un sogno che si aveva da piccoli: costruire da sé i propri giochi! Anche se ovviamente i personaggi che creo oggi sono forse più adatti a un pubblico maturo. 

http://suchadisgrace.blogspot.it/

http://goodlegtoys.tumblr.com/

 

 

 

 

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