Music

July 2, 2013

Jo Bartmes al Südtirol Jazzfestival: “Sul groove tutto è possibile”

Marco Bassetti
Il Südtirol Jazzfestival tocca anche l’area di Merano, naturalmente. Tra i vari appuntamenti programmati, il concerto del quartetto Bartmes il 3 luglio. Abbiamo intervistato il leader della band: il virtuoso dell'organo Hammond Jo Bartmes.

Ormai ci ha abituati a questo tour, un viaggio musicale tra i quattro angoli dell’Alto Adige. Il Südtirol Jazzfestival soddisfa anche quest’anno la sua vocazione itinerante, raggiungendo città e paesi sparsi per la provincia, da nord a sud, da est a ovest. Ricca la programmazione anche nella zona di Merano: tra i vari appuntamenti si segnalano Bartmes il 3 luglio (vedi qui sotto l’intervista), Les Faux Frères il 4 luglio (favolosa marching band francese che trasformerà il centro di Merano in un palcoscenico improvvisato) e Céline Rudolph Duo il 7 luglio. Quest’ultima esibizione avrà luogo in una location eccezionale: la stazione Monte Funivia di Merano 2000 ospiterà la meravigliosa voce della cantante e compositrice berlinese, accompagnata alla chitarra dal marito Rüdiger Krause, in un ricco dialogo tra jazz, bossa nova e ritmi africani.

Grande attesa anche per l’esibizione di Hildegard Lernt Fliegen il 5 luglio a Silandro (Casa della cultura), spericolato sestetto svizzero che si muove con abilità tra arrangiamenti complessi e virtuosismi canori, intrattenimento e improvvisazione. Il sassofonista olandese Yuri Honing si esibirà invece il 7 luglio a Malles (Watles Stazione Monte): considerato uno dei maggiori jazzisti europei, guiderà il suo quartetto in un percorso affascinante tra rock e jazz contemporaneo. Non è un caso se il Times lo ha definito come uno dei “sassofonisti più creativi e coraggiosi” del jazz moderno.Nato in Svizzera, cresciuto a Heidelberg e formatosi a New York, Jo Bartmes è un esploratore musicale, uno capace di attraversare generi e stili con gusto e consapevolezza. In viaggio da anni con il suo organo Hammond, ha incontrato sulla sua strada la cantante Fola Dada, Frank Spaniol al clarinetto basso e Sebastian Merk alla batteria e ha dato vita al progetto Bartmes: una band capace di amalgamare influenze diverse in un unico impasto sonoro, così da lievitare delicatamente sull’onda potente del groove. Una visione libera e contemporanea del jazz, lontana da recinti di genere e anzi aperta alle diverse contaminazioni col rock, col soul, col pop. Tanto per capirci, nell’intervista qui sotto Jo cita Beatles e Moloko, accanto a Miles Davis, tra i suoi ascolti ricorrenti. I puristi sono avvisati, si tengano alla larga! A tutti gli altri il Südtirol Jazzfestival offre due ghiotte occasioni per ascoltare il quartetto Bartmes dal vivo: il 3 luglio a Merano (ore 21, Piazza Terme) e il 5 luglio a Chiusa (ore 20, Piazza Tinne).

La tua musica è un mix di jazz, minimal, soul, indie-rock… Come descriveresti questo intrigante miscuglio a chi non ti conosce?

Trovo sempre difficile descrivere la mia musica, possono farlo meglio gli altri. Il fatto è che la musica non può essere rinchiusa in dei recinti, non può essere ordinata in dei cassetti. Naturalmente questa è anche la sua forza. Quando ad esempio suoniamo in un jazz club tradizionale, dove solitamente ci si entusiasma per un assolo be-bop, spesso le persone si divertono a sentire come mischiamo virtuosismo e groove, creatività e sound. E magari qualcuno non abituato a frequentare quel tipo dei locali poi ti dice: “Normalmente a me il jazz non piace, ma quello che voi fate a me diverte un sacco”. Questo ci rende molto felici e dimostra che le categorizzazioni non servono proprio a niente. Non so dirti se noi facciamo jazz, noi facciamo semplicemente musica insieme e se qualcuno ci segue in questo viaggio sperimentiamo insieme belle sensazioni.

La tua musica affonda le radici nella black music. Cosa significa per te “groove”?

Groove è il solco di un disco, oppure anche il solco dell’aratro nel terreno. Quando una band “groova” si forma un fiume, come un sentimento unitario. La ripetizione è un elemento fondamentale, il ritmo può generare una specie di trance. E su un groove ricco, tutto è possibile: la cantante può aprire la sua anima, oppure il clarinettista spingersi lungo un sentiero inesplorato. Oppure può anche non succedere nulla. Il groove costituisce una base.

Hanno scritto della tua musica: “Bartmes reißt mit seinen Mitstreitern genüsslich wie abenteuerlich die Grenzzäune zwischen freiem Ausdruck, Clubtauglichkeit und Progressivität nieder.” (Frankfurter Rundschau). Questa descrizione descrive il tuo approccio alla musica?

Certo. È  divertente muoversi attraverso le frontiere. Non riesco a decidere una direzione musicale precisa, quindi preferisco attraversarne molte.

Quali sono gli album più ascoltati sul tuo MP3?

Ti posso dire che nel mio CD Changer ci sono il White Album dei Beatles, Statues dei Moloko, Bitches Brew di Miles Davis e Nancy Wilson & Cannonball Adderly Quintet.

www.suedtiroljazzfestival.com

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