Snapshots: Ideas for the Weekend #11. Bali

Da Singapore ci spostiamo a Bali.

Se si pensa che Bali sia molto lontana, è sicuramente vero da una prospettiva eurocentrica; da Singapore, invece, o dall’Australia, per dire, Bali è a un tiro di schioppo.

Se l’aeroporto di Singapore, come abbiamo già detto, è una sorta di immacolato gateway (un po’ asettico) per l’Asia, l’aeroporto di Bali parla subito di equatore, di vita e umanità.

L’uscita dall’aeroporto è di per sé una piccola esperienza, con le code di macchine a preannunciare l’indiavolato traffico balinese a cui i locali e alcuni temerari turisti tentano  di sfuggire con motociclette su cui salgono a grappoli (ne ho contati fino a 5), e che si fermano sempre a un millimetro esatto dall’incidente. Il traffico, però, è molto meno nervoso di quello delle grandi città italiane.

Dall’aeroporto di Denpasar si raggiunge in un massimo di un paio d’ore qualsiasi parte dell’isola, che si decida di dedicarsi alla mondanità e al turismo più di massa (Kutu, Seminyak), alla costa più tranquilla di Sanur, da dove partono anche i motoscafi che portano alle paradisiache isole Gili, al cuore dell’isola, Ubud, resa famosa dal libro di Elizabeth Gilbert, Eat, Pray, Love, alle miriadi di templi sparsi un po’ ovunque, vulcani, foreste, e chi più ne ha più ne metta.

La cucina, a Bali, gode dell’influenza di mille incontri, e vi si trova davvero di tutto. Le cure del corpo costano nulla, e i centri specializzati si sprecano. Ma la cosa che davvero vi colpirà, di Bali, sarà la sua natura, la spiritualità, la semplicità con cui i balinesi affrontano la quotidianità, deponendo, semplicemente, le loro offerte per gli dei su un marciapiede. Bali vi incanterà, e ve la consiglio certamente per più di un weekend.