Pimples, Wrinkles and Rock’n’Roll #21. In missione per conto di Franz @ Upload 2013

19.06.2013
Pimples, Wrinkles and Rock’n’Roll #21. In missione per conto di Franz @ Upload 2013

Il primo ad esibirsi è stato Francesco Camin, ma io lo perdo per colpa dell’autobus e arrivo “puntualmente” in ritardo, mentre i Bob and the Apple fanno il Soundcheck. Noto subito che quelli seduti ai tavolini pieni di carte, sono i giudici. Sono molto attenti, ci sono anche due Rebel Roots, i vincitori dell’anno scorso, li riconosco dai dreadlocks. Nella cartellina rossa che mi hanno consegnato (non mi avranno mica scambiato per una giornalista, vero?), ci sono i testi delle canzoni, le biografie dei gruppi selezionati, gli adesivi di Upload ed anche un facsimile della scheda di valutazione, quella usata dai giudici. Sì, perché l’audizione serve ancora per scremare, per individuare tra i tredici selezionati (sui cento iscritti), i quattro che si giocheranno il premio finale. I giudici dovranno valutare con punti da 0 a 20, la creatività, la tecnica musicale, l’espressività musicale, la struttura della composizione musicale e la performance live (accidenti, quanta robba!).

I musicisti si sentono sotto esame. C’è chi non ha mangiato, chi è appena arrivato con il treno e la chitarra sulla schiena, chi continua a guardare l’orologio perché il resto del gruppo non è in orario e, cavolo, devono suonare proprio tra una mezz’oretta. Guardo l’ordine di esibizione, (venti minuti a testa con dieci minuti per il cambio strumenti) e mi accorgo subito che mancano tre gruppi! In tre si sono ritirati? Esattamente, sono due gruppi austriaci e uno altoatesino. Chiedo qua e là spiegazioni: non si tratta di esclusione, ma di rinuncia. Eppure avevano firmato un contratto, sapevano che le audizioni si sarebbero svolte in questa data, e questo già al momento dell’iscrizione! Un po’ più di serietà ci vorrebbe, cari musicisti… Qua gli organizzatori si stanno veramente dando da fare per voi e poi c’è una giuria che può darvi una valutazione professionale, potete avere un confronto, un parere da qualcuno che vive nel mondo della musica. Non lo trovo giusto, nei confronti dei gruppi che sono stati esclusi. Qualcuno avrebbe potuto sicuramente prendere il posto dei rinunciatari. Penso che la giuria avrebbe potuto individuare anche le “riserve”: quelli che per una manciata di punti non sono arrivati all’audizione, e che magari avrebbero preso con maggiore impegno il concorso.

Claudio Astronio, il presidente di giuria, tiene gli occhiali da sole sotto le luci del Vintola. Le audizioni sono iniziate alle 13 e qualche giudice sta ancora pasteggiando a base di pizza. I Bob and the Apple fanno la loro esibizione, due pezzi, ed i giudici segnano i punti sulle schede. Si vede che la cosa è molto seria. C’è molto caldo, suonano i Black Moose Talks, mentre alla spicciolata arrivano i Cramps Project con qualche fan al seguito. Poi tocca a loro: si organizzano sul palco, ma manca ancora il bassista. Aspettiamo ancora qualche minuto – dicono – vediamo se arriva, eseguiremo solo un pezzo . E il bassista arriva con un tempismo eccezionale, ancora in divisa da lavoro, trafelato, con il basso sulle spalle, ha dovuto aspettare fino all’ultimo, ma è arrivato. Attacca il suo basso e via! La performance è da pelle d’oca, lo dice una che giudica con la pancia, non so cosa stiano segnando i giudici sui loro fogli.

Salgono sul palco i Junow, fanno la prova voci elencando tutto l’alfabeto, compresa la lettera “zeta” che esce con il caratteristico accento trentino. I 4 ragazzi della Valsugana portano una ventata di allegria che continua a soffiare poi, con il tripudio di trombe degli (Eravamo) Sunday Drivers.

Zitto zitto nel frattempo è arrivato anche Mogol, viene fatto accomodare (ma quanti anni avrà?) e gli viene data una cartellina rossa anche a lui. Quasi quasi mi butto: vado lì e gli faccio una domanda, dopotutto sono qui in “missione per conto di Franz”! Sono un po’ titubante, lascio il posto a qualche giovane musicista “scalpitante”, che gli si avvicina timido, ma molto più motivato di me. Osservo da lontano la scena, il Gran Mogol sembra molto disponibile. Parla coi giovani, guarda le biografie e si sofferma sui testi. Gioisce nel leggere che Francesco Camin ha frequentato la sua scuola e chiede di parlare con il cantautore.  C’è molto caldo ed al cambio strumenti si esce nuovamente all’aperto. Nel frattempo quelli del metalcore hanno scaricato un bel po’ di roba: piatti e tamburi aggiuntivi, casse, chitarroni e chi più ne ha più ne metta. In lista toccherebbe alle Illiryca, ma sono in ritardo, i Burning the Ocean ci mettono una pezza, accettano lo scambio ed iniziano a mettere sul palco tutto quello che avevano scaricato. Vado un po’ fuori, chiacchiero con qualche musicista, quelli che sono qui ci tengono veramente, hanno preso ferie dal lavoro e il concorso sul serio.

Non capisco perché le audizioni sono “a porte chiuse”. Proprio questa mattina è finita la scuola, non si potevano organizzare le audizioni all’aperto sui prati e dare la possibilità a questi musicisti di esibirsi davanti ad un pubblico? Parlo con alcuni di loro: c’è chi dice che il giudizio finale dovrebbe essere fatto sui tre pezzi. Concordo con questa opinione; perché suonarne solo uno, massimo due se hai tempo?  Un pezzo è un po’ poco, con due hai la possibilità di capire meglio quello che la band propone (nel bene e nel male), ma è con il terzo pezzo che puoi sentire se il gruppo ha le idee chiare e un suo stile, oppure se in fondo la musica di quella band non “ti prende” più di tanto.

Rientro per sentire i ragazzi del metalcore. I Burning the Ocean danno una “pettinata” a tutti come dal parrucchiere e fanno una esibizione secondo me molto convincente; l’energia è tanta e pare che il palco del Vintola sia addirittura troppo corto per il cantante che gira e saltella avanti e indietro. Mi sembra di sentire la vibrazione del cellulare nella borsa, ma invece è l’ampli dei BTO che mi fa vibrare la borsa intera.  La foto mi viene irrimediabilmente mossa. Non deve essere per niente stimolante per queste band, suonare senza pubblico davanti a un gruppo di giudici seduti a tavolino a scrivere voti sui fogli. Non c’è  l’atmosfera e l’adrenalina da concerto a contagiare pubblico e artisti.

Nel frattempo sono arrivate anche le Illyrica che fanno la loro performance. Claudio Astronio si rimette gli occhiali da sole. Siamo alle battute finali. Tocca al Wooden Collective che presenta due pezzi, i toni si fanno più tranquilli e intimi. Poi alla fine i brissinesi Artificial Harbor: un look un po’ new age, ecologici e bio, dei visi molto particolari, come la loro musica. Rito scaramantico di gruppo (tipo squadra di pallavolo) prima di iniziare, poi due pezzi.

Le audizioni sono finite e la giuria si chiude in conclave al piano di sopra: la cosa durerà poco meno di un’ora. C’è chi parte, sicuro di non rientrare nel quartetto finale, chi resta e… un po’ ci spera. Il verdetto lo sapete già tutti, in quattro passano alla finalissima: The Artificial Harbor, Francesco Camin, Bob and the Apple e… Cramps Project: è rimasto solo il cantante e questa sera in piazzetta Università non suoneranno. Per la finale di domani a Trento ci saranno sicuramente tutti, ma per questa sera niente da fare: due componenti del gruppo sono tornati a Bressanone per studiare accidenti… hanno la maturità!

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