Music

June 13, 2013

Motel Connection @ Upload2013 e sarà festa, l’intervista a dj Pisti

Marco Bassetti
Sono un laboratorio creativo che si riaccende ogni tre anni per rinnovare il proprio codice. Sono una delle realtà “crossover” più innovative in Italia. Sono i Motel Connection. L'intervista a dj Pisti.

Saranno i Motel Connection la super band ospite della finale di Upload 2013 che si esibirà dopo il concerto dei 3 finalisti del contest (ingresso libero e bus gratuito da Bolzano!). Sabato sera a Trento la potentissima alchimia tra le pulsazioni dell’elettronica, le progressioni della house e il colori del pop contemporaneo, sbaraglierà Piazza Dante e sarà festa. Nati nel 2000 dall’incontro tra Samuel (voce dei Subsonica), Pisti (dj house) e Pierfunk (ex-bassista dei Subsonica), i Motel Connection il 9 aprile hanno pubblicato il loro nuovo album Vivace, anticipato dal singolone “Midnight Sun”. Abbiamo contattato Pisti per scambiare due parole e il discorso è caduto, guarda caso, su Giorgio Moroder

Sabato a Trento presenterete il vostro ultimo album “Vivace”. Ho letto una dichiarazione di Samuel in cui diceva che con questo album siete andati alla ricerca di tinte “più aggressive, più dance/mainstream”, è così?

Noi siamo un gruppo che s’incontra a lavorare ogni tre anni e il nostro codice è quello della dance, quello del ballo. È divertente che ogni volta che ci incontriamo ogni tre anni ci riaggiorniamo su quello che c’è di nuovo nella dance e quindi ci ricostruiamo sempre un suono. Il nostro grande divertimento è aggiornare in continuazione il nostro codice.

E questa volta quale è stato l’aggiornamento?

Questa volta è venuto fuori un album che noi definiamo più punk. Ma non nel senso del genere punk, quanto nell’approccio… ci siamo divertiti a distruggere i canoni che avevamo sviluppato nei dischi precedenti e che avevamo fatto nostri. Questa volta abbiamo fatto cantare i synth.

A me ha intrigato molto la collaborazione con Ensi… Come è nata la cosa?

L’anno scorso abbiamo partecipato al primo Red Bull Double Trouble a Napoli, sui balconi del Museo di Napoli, insieme ai 99 Posse… due pezzi a testa, una sfida molto divertente. Loro ci avevano detto che avrebbero portato Clementino, che poi alla fine non è potuto esserci, e noi abbiamo deciso che avremmo portato Ensi, che avevamo conosciuto proprio in quel periodo, essendo anche lui di Torino. Da lì è nata una collaborazione, un’amicizia che dura ancora. Abbiamo poi fatto i Vertical Stage con lui e anche l’ultimo Double Trouble, contro Roy Paci a Catania. Quando abbiamo degli eventi speciali, quando suoniamo dai balconi Ensi arriva sempre. Oltre ad essere un talento, un talento mostruoso, è anche un amico con cui ci siamo divertiti a produrre un pezzo per questo disco. Un vero talento anche come persona.

Ho letto che la scaletta del live a Trento si apre nientemeno che con “I Feel Love” di Donna Summer. Per noi che coltiviamo il mito di Giorgio Moroder, originario delle nostre valli, una doppia sorpresa!

Pensa che Moroder l’ho conosciuto a New York due settimane fa. L’ho conosciuto alla Red Bull Accademy ed è davvero un tipo pazzesco, un grandissimo artigiano delle musica… è strano perché lui adesso ha fatto il pezzo con i Daft Punk ma per noi la scelta di “I Fell Love” non è stata tanto pensata. Noi abbiamo un pezzo che si chiama “Sparkles”, che faceva parte di “Do I Have a Life?”… eravamo in Toscana a fare una re-edit di “Sparkles” per il live e ci siamo accorti canticchiando che ci stava bene sotto “I Feel Love”. Allora abbiamo rifatto l’arpeggiatore con un Moog seguendo le istruzioni di Moroder e abbiamo inserito un piccolo campione di Donna Summer. Un omaggio, visto che recentemente è scomparsa.

Nel contesto forse un po’ provinciale in cui vivo, c’è una separazione abbastanza netta che divide il mondo del “clubbing” e il mondo del “rock”… separazione che voi avete completamente annientato. Negli ambienti che tu frequenti percepisci questa divisione?

Noi come Motel Connection siamo nati in un momento in cui il “crossover” era di tendenza. Oggi questa cosa si sente molto meno, la musica è molto più specialistica, più settoriale, o senti una cosa o ne senti un’altra. Questa è un po’ la conseguenza della catalogazione della musica così come la si compra o la si consuma su internet, è questo che ci rende un po’ tutti provinciali, ci rende schiavi di una casella. Una volta questo accadeva meno, si aveva più possibilità anche di sbagliare, di comprare il disco sbagagliato… disco che poi magari ti piaceva. Oggi ci si muove su delle sicurezze, oggi tutti specialisti, tutte rubriche… si ascolta quello che si è già ascoltato. Pensi di scoprire qualcosa ma non si scopre più niente.

Internet ci ha tolto il piacere della scoperta insomma…

Siamo esposti a talmente tante informazioni che quello che scopri è già vecchio, logoro, sfruttato. Mai che dici “minchia ho una cosa solo mia”… forse questa era la meraviglia del vinile. L’mp3 ha cambiato tutto, tutti condividiamo tutto, non esiste più il possesso, però ti accorgi che alla fine in mano non ti rimane più niente… il collezionismo non ha più senso, il modo di utilizzo della musica è molto cambiato: sei molto più da solo quando l’ascolti, ma con molta più gente che l’ascolta.

Il paradosso della contemporaneità: a forza di parlare di condivisione, siamo tutti da soli davanti al nostro pc. Però quello che per noi può apparire un problema, per i “nativi digitali” non lo è.

Ma infatti alla fine non è un problema, l’importante è che rimanga la musica. I live servono proprio a questo.

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