Music

June 12, 2013

Tour Fugitive+Satelliti, il Resoconto del PoLa

Franz

Sapevamo che Fugitive e Satelliti erano in partenza per un misterioso festival. E sapevamo anche che ci avrebbero mandato presto loro notizie. Ci contavamo, si erano presi degli impegni, non scherziamo. Ma le voci che giravano erano contrastanti, la destinazione non ben precisata… passavano i giorni e si iniziava ad essere un po’ in apprensione, preoccupati sulla stato di salute dei nostri ragazzi, dispersi in una spedizione esotica dai contorni oscuri. Ma ecco finalmente, arrivato questa mattina sul nostro tavolo, il tanto atteso “Resoconto del PoLa“: un reportage accurato e ricco di dettagliate annotazioni sulla vita degli indigeni, ma anche capace di aprire squarci inaspettati sul tortuoso cammino dell’esistenza: una cosa che sta a metà tra il saggio etnografico, un Bildungsroman on the road, anzi on the beach, e un film di Salvatores prima maniera. Che siamo molto fieri di ospitare sulle nostre colonne.

Barba e capelli

Arrivare al DunaJam è come uscire dal parrucchiere. Uscire dal parrucchiere dopo che si sono chieste le informazioni per il primo chiostro di Ichnusa e non di sicuro per un trattamento contro le doppie punte.

Amuleti, riti propiziatori e have we met already?

Essenziale portarsi dietro qualche collana, bracciale, piume di uccello del paradiso, lavarsi i denti al bar e sciacquarseli con la Vecchia Romagna. Jeans stretti a motivi floreali, cappelli importanti, stivali come flip flop, camicie aperte, giubbotti di pelle, limone per il gin tonic della sera, parlare di cibo al ristorante, di cibo in spiaggia, di cibo al bar.
Ci si saluta tutti e, in base alle ore del giorno, più o meno affettuosamente. Verso il tramonto il basso inizia a intonare il giro che accompagna quasi tutto il festival, jam session incluse e via che le teste iniziano a muoversi, corpi a danzare, cartoni di pizza finire e ognuno con il suo passo appesantito dalla sabbia vaga per la spiaggia che con l’avanzare dell’oscurità offrirà l’occasione per continuare il discorso interrotto la sera prima con “Robin” piuttosto che “Annie” o ricominciare da capo l’approccio con “Julie”, dimenticandosi totalmente di averci provato la sera prima.

La mattina questa sconosciuta

Se per sbaglio hai fatto presto la sera o non riesci a dormire per l’eccessiva quantità di mosche che impazienti continuano a chiederti zzzzsssszsszzzsz quando ti alzi? zszszsssszzssszs allora? sszszsszzsszs quando ti alzi? szszzsssz sei sveglio? avrai sicuramente l’occasione per finalmente incontrare i locals. Gli abitanti del luogo. I coloro che il caffè in piazzetta se lo fanno alle 9 di mattina e non alle 4 di pomeriggio… e con un viso decisamente più riposato.
La colazione con successivo tuffo in un mare gelido a rischio congestione che però ai tuoi amici più titubanti descrivi come le terme di Viterbo… ah come? non ci sei mai stato… Beh hai presente le terme di Merano? Togli le piscine, la musica new age, le luci biodinamiche, gli spogliatoi, i divieti e il prezzo di ingresso ed è praticamente la stessa cosa.
Il giorno scorre dentro di te in un modo totalmente diverso quando vivi la mattina. Arrivi alla sera che ti senti un po’ più sardo.

tramonto

Lo stoner rock, le jam session e gli “ippi”

Penso di aver finalmente capito dopo anni e anni che cosa sia veramente lo stoner rock e come questo si possa sposare con l’essere “ippi”. È tutta una questione di quantità di informazioni musicali che si possono/vogliono dare e recepire. I concerti si svolgono sulla spiaggia quando ancora il sole splende, poco prima di immergersi nel mare in tramonti breath taking. A livello emotivo uno si sente quasi a posto. Di cosa ho bisogno se non di un loop, un mantra, mandare in feedback il fender guardando le onde che si infrangono a un metro dalla batteria, un canto psichedelico che guidi me e i miei compagni in un viaggio introspettcollettivo?
È lo stesso motivo per il quale mia mamma quando va in vacanza al mare legge ancora le collezioni Harmony.
La cosa che capisco un po’ meno sono le jam session “ippi”. Lì il tramonto non c’è più… Dopo una certa ora, note di chitarristi scordati (nel senso che si sono dimenticati di come si suona) si mischiano a beat sabbiosi, su bassi costantemente improbabili… e le teste degli spettattori sono sempre lì… che si muovono: sporadiche urla femminili si alternano a yeah maschili. Orgasmo psichedelico. Il viaggio è mio e lo decido io. A me piace così. E mi piacerà ancora di più il racconto che ne farò.

Satelgitive o Fugitelliti?

Satelgitive sembra il nome di un farmaco che si assume nel caso non si riesca a digerire un viaggio. I Fugitelliti invece me li sono fatti ieri sera, scottati con un filo d’olio e dell’aglio. Come se la sono cavata i ragazzi dei monti del Tirolo?
Dopo uno stremante tour di tre date che li ha visti viaggiare tra Bolzano e Trento per poi arrivare fino in Sardegna, possiamo dire che l’accoppiata ci piace. È un esperimento riuscito e da portare avanti.
Spinti dal maestrale hanno fatto una performance degna della serata, ricevendo ottimi feedback da parte del pubblico. Io personalmente mi sono sentito dire cose come “you’re the best drummer of the world” dalla stessa ragazza che qualche minuto dopo parlando con il cane del vicino diceva “you’re the best dog of the world”… effettivamente era un gran bel cane.

In Traghetto

Ora siamo quasi tutti in traghetto. C’è chi è partito prima, c’è chi è rimasto in terra sarda, ma soprattutto c’è un’esperienza che rimarrà dentro di noi. Che si voglia o no, abbiamo un po’ tutti dell’essere “ippi” da qualche parte. Forse lo chiamiamo in un modo diverso, ma è lì. Noi siamo tutti un po’ cambiati in questo viaggio. Ci siamo avvicinati, ascoltati; il che non vuol dire per forza accettati, ma capiti.
Il lavoro che ogni tanto non vogliamo fare, il traffico che ci inventiamo ci sia, i problemi che aggiungiamo ai problemi, la tua città, le montagne che non ci fanno vedere il vero tramonto, l’essere abitudinari, tutto questo ci tiene lontano dal nostro vero essere: che è l’essere “ippi”.
Liberiamoci dagli schemi, dagli standards, dai dressing code… amiamo, amiamoci e liberiamoci da noi stessi per finalmente guardarci da fuori per poi rientrare nell’Io più puro che abbiamo. Vi assicuro che tutto diventa più bello da vivere. Più libero… più semplice… la vita più godibile… Fai quello che credi, credi in quello che fai. Tu sei importante….. driiiiin ….. driiiin….
Sì, pronto… Ah buonasera signora, come? Non le è arrivato il bonifico dell’affitto? Ah… eh, sa com’è, ero fuori BZ, non c’era campo, niente accesso a internet… Ma come non gliene importa niente? Signora ma per due giorni di ritardo? … Secondo me lei dovrebbe rilassarsi, pensare meno ai soldi e godersi di più la vita, la sente la mia energia? Le sta arrivando? … Come? Ah… a lei interessa solo arrivino i soldi sul suo conto. Ok lunedì glielo faccio tu tu tu tu tu tu tu tu tu tu

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