After earth, l’eterno ritorno…

11.06.2013
After earth, l’eterno ritorno…

After earth, l’eterno ritorno…

11.06.2013

In un futuro, prossimo o lontano, la Terra, resa completamente inabitabile dall’attività dell’uomo, verrà abbandonata per colonizzare un nuovo mondo… dove, chi potrebbe comparire se non un nemico alieno, che combatterà l’uomo proprio grazie alla percezione della di lui paura, unica traccia “visibile” grazie ai feromoni?
Tranquilli, non vedrete battaglie sanguinarie e terribili come in Starship Troopers, né navi stellari fantasmagoriche come in Star Trek…….. la storia è ambientata sulla Terra! … e il protagonista, il “tenero” figlio di Will Smith, in puro stile americano (certificato TÜV) troverà la propria forza, vincerà il terrore della morte e tornerà a casa.
“La paura uccide la mente, la paura è la piccola morte che porta all’annullamento totale” recitava la litania pronunciata dal protagonista di Dune (VERO capolavoro di fantascienza) per superare il terrore e sopravvivere, ma qui siamo lontani – sì – anni luce da quelle profondità e filosofia. Il film è a mio avviso godibile, il tempo scorre nonostante le farciture di ricco nazionalismo americano che pesano ogni tanto come macigni sull’ignaro spettatore; l’aquila gigante, simbolo nazionale per antonomasia, credo sia l’apoteosi di questa celebrazione, che ormai siamo rassegnati a trovare in ogni “pellicola” d’Oltreoceano.

Di positivo c’è che il film non è tappezzato d’inutili effetti speciali, il percorso, fisicamente e spiritualmente compiuto dal protagonista, è tutto sommato quasi credibile (compresa la perdita della spada, che – malignamente – avevo sospettato essere una svista della segreteria di edizione!) ed alcune battute dell’epilogo in qualche modo sembrano voler ironizzare sulla serietà degli ideali di coraggio e dedizione fino a quel momento rappresentati.

Ulteriore elemento degno di nota, la capacità di portare sullo schermo, in modo ironico ed in un’ottica di miglioramento, il tema della comunicabilità degli affetti familiari e del rapporto padre-figlio, che, in tempi difficili di guerra e battaglia, come quelli in cui vivono i protagonisti, crescono soffocati come una pianta sotto una cupola con poco ossigeno.

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