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May 22, 2013

People I Know. Norbert Öttl + Embawo: metto la mia vita in una valigia (di legno)

Franz
Una carriera di modello di successo, i viaggi, le sfilate, la pubblicità. E poi un progetto imprenditoriale ambizioso: creare borse e valigie in legno, materiale che Norbert Öttl giovane bellezza meranese, conosce molto bene.

Che sia bello, Norbert Öttl, 32 anni di Merano, è cosa certa. Ecco perché, giustamente, per anni Norbert della sua bellezza ha fatto un mestiere. Il suo, infatti è di certo uno dei volti più noti nel panorama “moda” altoatesino. Tante le campagne pubblicitarie a cui ha prestato la sua immagine, tante le passerelle calcate. Ma non solo qui, perché la sua carriera di modello si è sviluppata anche lì dove la moda si fa davvero. Ma Norbert non è solo bello. È anche e soprattutto un giovane imprenditore che a un certo punto ha avuto un’idea, l’ha messa in pratica e oggi ha cambiato vita e mestiere, pur rimanendo sempre nell’amato settore della moda. Passando però dall’altra parte, da quella del produttore e creatore. Da qualche anno, infatti, ha lanciato la linea di borse in legno Embawo. Il legno è un materiale che Norbert conosce bene. Prima di intraprendere la carriera di modello aveva imparato il mestiere di falegname e così oggi conosce ogni venatura, ogni piega, ogni sfumatura e ogni movimento necessario per “addomesticare” questo materiale, molto altoatesino, ai voleri della moda. “Quando mi metto in testa una cosa – racconta – devo averla”, e così, con determinazione e positività, con il fascino innegabile dei suoi occhi cristallini, Norbert oggi può dire di avere raggiunto quel che desiderava: la sua azienda, una famiglia e una vita da passare accarezzando ogni giorno quel legno tanto amato e che da sempre accompagna il suo destino.

Sul mestiere di modello ci sono molti preconcetti e pregiudizi. Com’è stata la tua personale esperienza?

All’inizio è stato strano passare dalla valle alla grande città. E non immaginavo di lavorare così tanto. Il lavoro di modello non è così facile come sembra. Si deve avere tanta pazienza, perché alla fin fine sei pur sempre un prodotto. Io però sono sempre stato molto tranquillo, sapevo che se non avessi più avuto quel lavoro, avrei potuto tornare a fare quel che avevo imparato: il falegname. Il bello in quella vita era il fatto di conoscere tanta gente interessante, dagli attori famosi agli stilisti. Prima questi personaggi li avevo visti in tv o sulle riviste, e poi mi sono ritrovati lì con loro, come fosse la cosa più naturale del mondo, a chiacchierare del più e del meno.

Sembra una gran bella vita. Perché fermarsi? Quando e come l’idea di Embawo?

Embawo è nato quando è venuta al mondo mia figlia. Non volevo più stare così tanto in giro, volevo avere del tempo da passare con lei. Ma questo non funziona molto bene, con il mestiere che facevo. In quel momento ho cominciato a pensare che cos’altro avrei potuto – e voluto – fare. La moda rimaneva comunque una passione, e sfogliando le riviste ho notato che diversi designer per creare le loro scarpe, facevano i tacchi in legno, un materiale per me molto noto. Da lì, sono arrivate le prime idee per le borse.

Come funziona la vostra azienda? Chi c’è dietro, oltre a te?

In azienda siamo in due: Caterina che si occupa del marketing e io che mi occupo invece della produzione. Poi naturalmente abbiamo chi cuce le borse e persone che si dedicano per noi alle pubbliche relazioni e alla comunicazione.

1In Alto Adige, di legno ne abbiamo un sacco, e tutti da sempre siamo abituati a relazionarci con tavoli, sedie, magari anche accessori e oggetti vari di design. Le borse mai però…

Uno dei problemi che abbiamo, è che tutti credono che il legno sia pesante. Ma posso dire con cognizione di causa, che non è vero. Una nostra valigia (e siamo gli unici al mondo realizzare questo tipo di prodotto), per esempio, pesa tra i 2,7 ai 3,7 kg, che non è davvero molto. All’inizio, naturalmente, abbiamo fatto una ricerca sull’uso del legno nella moda. E abbiamo scoperto che è una cosa molto rara. Devo dire che la cosa ci è sembrata strana, il legno è un materiale sempre bellissimo, unico, vivo, che continua a crescere di nuovo, anche quando viene tagliato e che si modifica secondo i suoi ritmi naturali. Dopo aver realizzato i primi prototipi, però, ho capito perfettamente perché non si usa tanto nella creazione di moda. Non per la pesantezza, ma perché è un materiale delicato che va trattato con cura. Richiede veramente tanto lavoro e si deve fare tutto a mano.

Quale, dunque, per te il valore del Made in Italy?

Il Made in Italy sta finalmente tornado in auge in Italia. E noi rientriamo al 100% sotto questo “cappello”. Siamo molto rigorosi in questo senso, tutti gli accessori che utilizziamo devono essere prodotti in Italia. Costa di più, certamente, ma noi crediamo profondamente nella nostra tradizione di “hand made”. Inoltre la gente – sopratutto all’estero – apprezza la qualità artigianale italiana, e ne percepisce il valore aggiunto.

Dopo tanti viaggi, ora vivi stabilmente nel suo Alto Adige. Soddisfatto?

Direi di sì. Della mia terra mi piace moltissimo questo magico mix tra montagne e flair mediteranno. Ma apprezzo anche molto la nostra cucina e, ancora di più, gli incredibili colori della natura che ci circonda. Però, io sono uno che ama profondamente il caldo, dunque gli inverni altoatesini, per me, durano davvero troppo.

Pubblicato su Corriere dell’Alto Adige del 19 maggio 2013 

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