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May 21, 2013

Nicolò Degiorgis trasforma il Cubo Garutti in una enorme macchina fotografica

Anna Quinz
Il giovane fotografo Nicolò De Giorgis, per 2 settimane ha trasformato il Cubo Garutti (piccola cubica propaggine di Museion a Don Bosco) in una vera macchina fotografica dotata di camera oscura interna, con la quale ha fotografato la gente del quartiere e della città.

Ora che praticamente tutti possiamo essere fotografi, anche senza possedere una macchina fotografica – basta avere un telefonino – chi si ricorda più come funziona il principio magico della fotografia analogica? I nativi digitali, che conoscono solo un certo modo di fare e pensare la fotografia, a scuola costruiscono ancora – come facevamo noi – rudimentali e artigianali macchine fotografiche, che però riuscivano – quasi un miracolo per noi piccoli – a ritrarre davvero la realtà su carta?

Partendo anche da questi interrogativi, il fotografo Nicolò Degiorgis – che è giovanissimo ma non è un nativo digitale, e dunque conosce molto bene le due facce della medaglia, quella digitale e quella analogica – ha deciso di rispiegare alle persone, e in particolare ai bambini, il magico funzionamento della fotografia, trasformando il Cubo Garutti, curiosa presenza nel quartiere di Don Bosco, nella macchina fotografica più grande che Bolzano abbia mai visto.

Coprendo le pareti vetrate del cubo e lasciando solo un piccolo foro cosiddetto stenopeico, il cubo è infatti capace di fotografare le persone che vi entrano, su carta fotosensibile. E poi, ancora, scatola delle meraviglie, di diventare una camera oscura, nella quale sviluppare direttamente le immagini fotografate.

Dopo due settimane di lavoro partecipato, coinvolgendo la gente del quartiere e della città (nell’ultimo week end appena concluso) nel farsi fotografare e fotografare, ora è tutto pronto, giovedì sera – in occasione dei 5 anni di Museion – il Cubo si aprirà magicamente e mostrerà le istantanee che Degiorgis e i partecipanti hanno realizzato.

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Un’occasione per portare le parsone di tutta la città a intercettare quel piccolo pezzo di arte che sta laggiù, a Don Bosco, troppo spesso dimenticato e un po’ lontano dai circuiti dei visitatori e viaggiatori culturali. Ma poi, anche un’occasione per portare la gente di Don Bosco nell’altro grande cubo, quello del museo in via Dante, spazio altrettanto sconosciuto o poco frequentato da molti bolzanini. Sì, perché le immagini prodotte dalla enorme Camera Cubica, diventeranno un’altrettanto grande proiezione sulla parete mediale di Museion, che animerà la notte bolzanina. Speriamo – vista la primavera difettosa – sia una serata tiepida, dove potersi sedere sul prato tra il fiume e il museo e lasciarsi trasportare da questi inediti ritratti.

Nicolò Degiorgis, che noi di franz conosciamo bene, parla con entusiasmo di questa curiosa esperienza, che lo ha riportato ad approcciarsi con la fotografia analogica, tecnica che comunque, da fotografo di professione, non ha mai smesso di utilizzare, imparare, amare. 

 

Però anche per lui questo progetto è qualcosa di nuovo. Un po’ perché mai prima aveva lavorato in modo così “partecipativo”, frequentando per settimane un luogo e uno spazio urbano che non è il suo, ed entrando in relazione professionale ma sopratutto umana, con le persone coinvolte e quelle che per caso passavano di là; un po’ perché – come molti altri, credo – non è proprio usuale avere “per le mani” una fotocamera di queste incredibili dimensioni.

E così, per lui come per tutti, la magia della fotografia (che è molto più di un semplice processo fisico e chimico), quel prodigioso incantesimo che trasforma una scatola qualunque in un marchingegno capace di riprodurre fedelmente la realtà, si rinnova e si ripresenta in tutto il suo splendore. Restituendo oltre ad istantanee inedite, anche oggetti concreti, fotografie da toccare e tenere in mano, da sfogliare come un piccolo tesoro che sa di tempi lontani, ma anche del nostro oggi e del nostro domani, finché ci sarà qualcuno che avrà voglia di ripetere ancora e ancora questo piccolo grande miracolo.

Più info qui

Foto: Museion

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