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May 17, 2013

Avere (quasi) trent’anni: Artesella si prepara all’edizione 2013

Stefania Donini

Niente cultura, niente sviluppo. Così recita un passato numero della Domenica del Sole che ho appeso con una molletta ad un filo rosso, sulla parete sopra il mio letto. Lo leggo quasi ogni mattina, svegliandomi, e mi sembra più vero ogni giorno di più. Non è opinione condivisa, purtroppo, ma ogni tanto agli scettici tocca ricredersi, di fronte a certe realtà.

Una mattina dell’autunno scorso ho l’occasione di passeggiare attraverso i boschi di Artesella con il giovane presidente Giacomo Bianchi. Appena entrati nell’area di bosco attorno alla Cattedrale Vegetale incontriamo il direttore artistico, Emanuele Montibeller, impegnato con alcuni operai a sistemare una porzione di bosco. Attraversiamo questo bosco bellissimo, un museo-opera d’arte nella natura, in continua evoluzione, a cielo aperto: una collezione di opere nate nell’ambiente naturale e destinate a rimanervi, a esaurirvi il proprio ciclo di vita. Mi viene in mente Nicolas Borriaud e la sua estetica relazionale, secondo la quale ad un certo punto, intorno agli anni ’80, gli aspetti relazionali, contestuali, relazionali appunto, sono diventati elementi generativi dell’opera artistica.  Artesella è una manifestazione di arte contemporanea nella natura: non solo un’esposizione di opere, ma soprattutto un processo creativo. Gli artisti vengono in residenza, dopo che l’idea e il progetto dell’opera sono stati discussi nei mesi precedenti con il direttore artistico, e qui – in questo bosco, in questa valle – materializzano quella visione, aprendo un dialogo con la natura.

Nella nostra passeggiata, Giacomo mi racconta della nascita e della storia di queste opere, di come si sono evolute, degli ostacoli che hanno trovato nel corso della loro realizzazione… Anche questo, penso, è parte integrante dell’opera d’arte: il rapporto con l’artista, le difficoltà tecniche (ad Artesella c’è un gruppo di operai specializzati nell’allestimento…), gli interrogativi sul tempo della loro deperibilità. Tante sono le questioni che sorgono. La Cattedrale Vegetale, per esempio, è una grande architettura fatta di materiali naturali: realizzata dall’artista Giuliano Mauri, è una cattedrale gotica con tre navate di dodici metri di altezza e una superficie di 1200 metri quadrati. E’ stata concepita in maniera tale che solo tra vent’anni le colonne saranno adulte, nel frattempo vengono accompagnate con delle piante di sostegno, poi destinate a marcire. Cicli di crescita e decomposizione, fragilità e forza si intrecciano nella struttura di questa cattedrale. Così come nel ponte fatto di giornali stratificati, che sembrano roccia: qui alla natura si intersecano le questioni del tempo e della storia. E poi, quasi occhieggiasse ironico sbirciando nei nostri pensieri, ecco Sisifo: una scultura di Bob Verschuren, che colpisce per la sua geniale semplicità. Che crea uno scarto nei pensieri che sto facendo: della vita e della ricerca, della necessità della fatica, dell’assurdità quasi buffa di certi gesti quotidiani. Dopo la visita all’area di Malga Costa e della Cattedrale Vegetale, mangiamo tutti insieme nella sala da pranzo della malga, il luogo che abitano anche gli artisti durante le residenze di produzione.
Questo pranzo che condividiamo tutti insieme attorno allo stesso tavolo – solitamente anche gli artisti in residenza lo fanno – mi appassiona ancora di più al luogo e al progetto che ci sta intorno. E’ come riscoprire una cosa bellissima che già avevo imparato altrove, ma che talvolta dimentico: dietro ai bei progetti c’è sempre, pur nella complessità, una collettività che lavora intorno a visioni condivise. Non solo un direttore artistico, ma tutto un gruppo di persone appassionate.  
Questo è lo sguardo personale di una che presta molta attenzione alle modalità e ai processi, all’aspetto relazionale e umano che influenza e definisce l’identità di un progetto.
artesellaNella conferenza stampa di presentazione del programma di Artesella per l’estate 2013, Giacomo Bianchi ha dichiarato che, se finalmente il progetto ha raggiunto una sua maturità, è stato proprio grazie alle relazioni instaurate nel corso del tempo: «E’ un progetto che si nutre di relazioni, a partire dalla dimensione locale, per coltivarle anche a livello internazionale e in questo modo crescere.» Sono stati più di 60.000 i visitatori giunti ad Artesella nel corso del 2012. Anche il direttore artistico Emanuele Montibeller pone l’attenzione sull’aspetto locale, e dice di avere la percezione che il territorio li abbia finalmente capiti fino in fondo, vedendo Artesella anche come risorsa per la sostenibilità, per l’effetto moltiplicatore che riesce ad avere sull’economia locale. Fa riflettere, questo, se si pensa a come il progetto è nato: “fare arte sella” voleva dire fare i matti. Si usava quest’espressione per descrivere un comportamento strano ed inusuale. Soltanto difendendo questa visione estrema che ne ha determinato l’origine, Artesella ha preso vita e nel tempo si è mantenuta viva, e questa è storia comune a molte realtà culturali di riferimento in Italia. Quella stessa visione estrema ha permesso all’artista Aeneas Wilder di immaginare una città vegetale in continua crescita, cui ogni anno si aggiunge un pezzo. “Una visione sul futuro”: chi in futuro vorrà vedere questa immagine di città vegetale, andrà ad Artesella.

Mi piace tutto ciò che nasce in territori aspri e cerca di resistere agli ostacoli per crescere e diventare, pur nella fragilità e nell’incertezza. In quella fragilità e in quell’incertezza sta una forza grande, forte proprio, paradossalmente, della propria fragilità.

Il programma 2013 di Artesella comincia a maggio e prosegue fino a settembre. Il primo appuntamento è per domenica 26 maggio proprio con l’artista inglese Aeneas Wilder, che presenta presenterà la sua cupola lignea trasparente all’ambiente naturale, accanto al quale il collettivo croato-austriaco Numen/For Use realizza realizzerà l’installazione luminosa Membrane Cube. In occasione dell’evento, che chiude la Green Week 2013, il violoncellista Mario Brunello, direttore artistico musicale, racconterà ai visitatori il suo speciale legame con questo luogo. 

E’ possibile consultare qui il programma completo dell’edizione 2013.

 

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