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May 16, 2013

Al di là di birra, würstel e fagioli. Un’istantanea della Festa dei Portoni a Salorno.

Aaron Ceolan
Torna per la 31esima volta a Salorno, la più nota delle feste di paese: la Festa dei Portoni. I portoni forse non ci sono più, ma tutti gli altri elementi ci sono eccome. Con anche qualche novità. Aaron, che è di Salorno, guarda da dentro la "sua" festa. E pensa anche ad Andy Warhol.

Eccoci. Ci risiamo. La davano per morta, da anni ormai si susseguivano le voci che non si sarebbe più tenuta. È stata definita una festa superata, una tradizione che si era estesa per troppo tempo. I maligni probabilmente ci speravano. Quelli che odiano il frastuono durante le ore tarde, quelli che non sopportano la gente che si diverte ballando, coloro a cui danno fastidio le centinaia di persone che invadono le strade e le viuzze del centro, ci hanno creduto fino alla fine. E invece no.

Toccherà loro sopportare almeno un altro anno, che poi, di un fine settimana soltanto si tratta.

Eccoci qua appunto. Mi è stato proposto di elaborare un’idea, di presentare nero su bianco la trentunesima edizione della Festa dei Portoni, che si terrà come tutti gli anni dall’ormai lontano 1982 nel centro storico di Salorno, il prossimo weekend, dal 17 al 19 maggio. Per una volta cerco di pensare a questa festa in modo alternativo, di uscire dagli schemi e considerare gli aspetti meno folcloristici dell’evento.

Mi rendo però immediatamente conto, che è in effetti un’impresa molto ardua, trattandosi di un avvenimento che fa della tradizione, e di elementi conseguenti ad essa, il proprio cavallo di battaglia. Ogni singola volta da dieci anni a questa parte, o forse più, eccezion fatta per il 2010 quando ero all’estero, ho cercato di vivere al massimo questa festa. E devo essere sincero, ci sono sempre riuscito. O almeno non mi sono mai annoiato.
Questa edizione è oltretutto caratterizzata da un leggero e piacevolissimo vento di cambiamento. Si registrano avvenimenti nuovi, che andranno a riempire non solo le serate con i vari gruppi musicali e dj, ma anche i pomeriggi, i quali tra un evento e l’altro, promettono molto bene, con divertimento assicurato per grandi e piccini.
Come sempre le varie associazioni, nove per la precisione, dislocate lungo le vie, nelle piazze e all’interno degli antichi portoni, offriranno ai benvenuti ospiti pietanze di vario genere, ovviamente all’insegna della tradizione locale, oltre a proporre a loro volta l’intrattenimento necessario.

1Dal punto di vista culturale, la Festa dei Portoni quest’anno offre alcuni eventi molto interessanti, tra cui due mostre fotografiche, una mostra sul sentiero europeo E.5 e la presentazione della famosa incisione di Albrecht Dürer del 1513, Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo.

Vivendo in prima persona questo evento tanto sentito dalla comunità paesana, e condividendo con loro il lasso di tempo che ci divide dall’inizio della festa, mi rendo conto dell’attesa, per una manifestazione sì molto legata alla tradizione popolare, ma che allo stesso tempo cerca di innovarsi di anno in anno e di offrire agli ospiti quel qualcosa di contemporaneo, di moderno, che faccia la differenza. Per un weekend all’anno, Salorno si trasforma radicalmente, e cambia completamente pelle, o almeno ci prova. Diventa infatti, per quei tre giorni di euforia totale, il centro indiscusso della Bassa Atesina, attirando per via della sua posizione geografica, non solo visitatori della provincia di Bolzano, ma anche e soprattutto gente del Trentino.

Per quel dato fine settimana, il piccolo paesino di confine stacca letteralmente la spina per quel che riguarda le attività generalmente svolte durante il resto dell’anno, e si dedica in tutto e per tutto alla Festa dei Portoni. I celebri 15 minuti di celebrità, che Andy Warhol quasi mezzo secolo fa preannunciava per tutti noi, in questo caso, si trasformano in 3 giorni di notorietà per il paese e conseguentemente per i suoi abitanti. Tutto in questo fine settimana ruota intorno agli eventi in programma, da vivere da assoluti protagonisti, neanche si trattasse del più importante festival rock del mondo, ma per noi di Salorno forse è pure meglio. Esagero un po’ e confronto l’evento con il periodo legato al Palio a Siena dove, e parlo per esperienza avendo vissuto per due anni nel borgo toscano, l’intera città si ferma e tutta la comunità si dedica esclusivamente alla celebre corsa dei cavalli e a tutto ciò che gli gira intorno. Ho voglia di fantasticare un po’ e di pensare a Warhol che visita Salorno e la sua festa, intento con la sua Polaroid ad immortalare le facce che incontra, di quella gente “famosa per tre giorni”, che si lascia andare ad uno stato di esaltazione e gioia continua. Voglio precisare che nutro ben poca stima per Andy Warhol come persona, non mi è mai piaciuto il suo modo superficiale di porsi verso il suo lavoro artistico, il quale però lo ammetto, mi piace molto. Nessun altro artista comunque ha condizionato così fortemente la società moderna e l’evoluzione delle masse come il padre della Pop-Art, in certi casi purtroppo anche nei suoi lati più negativi, dati da quella scarsa profondità, che molto spesso caratterizza le società contemporanee.4Non vorrei che anche la Festa dei Portoni si limitasse ad essere vissuta nel suo carattere approssimativo. Ci sono aspetti, di quella che fondamentalmente è una sagra di paese, che vanno notati e conservati. Vedo la felicità della gente nel stare in compagnia, e la loro gioia nel contribuire alla festa, percepisco gli odori dei piatti tipici salendo la via principale, ammiro gli antichi portoni, anche se di effettivi ne sono rimasti ahimè molto pochi, facendo spazio a tendoni e posti approssimativi. Va conservata quell’atmosfera particolare che rende Salorno, per quel weekend all’anno un posto unico in regione. 

Mi chiedete se ne vale la pena?
Assolutamente sì.

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