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May 6, 2013

Ho visto per voi “Forse tornerai dall’estero”: generazioni allo specchio (e al bar)

Lucia Munaro
"Forse tornerai dall'estero" è il primo lavoro teatrale scritto dal giovane autore bolzanino Andrea Montali. Lucia ha visto lo spettacolo e ci racconta le sue impressioni.

Una biciclettata contro la vita. Maurizio il protagonista di Forse tornerai dall’estero, pedala vigorosamente contro la vita sulla colonna sonora di «Summer» degli A Toy Orchestra e di «Psylocibe» dei Mary’s Jail, nell’opera prima di Andrea Montali, giovane autore bolzanino, andata in scena in questi giorni in prima assoluta al Teatro comunale di Bolzano. Un atto unico con sei personaggi che ruotano intorno alla scena di un bar di una città di provincia, la nostra, ma potrebbe anche essere una qualsiasi altra all’inizio del terzo millennio, dove il benessere, prima ancora che la crisi scandisce la precarietà dei sentimenti di una generazione geneticamente rinunciataria. Due i piani su cui si svolge l’azione, l’interno del bar e l’esterno proiettato in una dimensione quasi onirica, ma che non offre nessuna via di fuga. Le figure dei ragazzi, Maurizio, Angelo, Elisa, e anche Laura là fuori in un monolocale in affitto grande quanto un divano letto, restano prigioniere di un non luogo, dove un juke box sputa musica che viene dal passato come le sentenze del “vecchio” sessantottino Virginio (Andrea Castelli), savio ma alcolizzato, e l’altro più grande, il gestore del bar Emanuele, buono ma ottuso, che con un gesto da fratello maggiore non riesce comunque a salvare l’amico e non si accorge nemmeno dei messaggi che lo riguardano da vicino. Una generazione allo specchio, per la quale decidere di mettere al mondo un figlio rimane un atto di eroismo e che intanto si consuma nel triangolo che va dai prati del Talvera, alla periferia dove si mischiano i dialetti, alla piazza Erbe, con qualche disillusa sortita a Innsbruck o in una villa condonata nel Salento. Amaro e feroce lo sguardo di Andrea Montali sulla fragilità di personaggi che potremmo incontrare ogni giorno e ogni sera nel centro storico, dove girano alcol e spinelli e si fuma eroina, supportato dalla regia rigorosa e brillante di Leo Muscato. Repliche al Teatro studio fino al 19 maggio.

 

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