Le folli notti del Dottor Tyrol

Tra quanto forse finora non si era visto al Trento Film Festival vi è senz’altro un vero e proprio momento (s)cult, una porta spalancata sul ripostiglio dei guilty pleasures nascosto nei sottoscala dell’immaginario di tanti appassionati di cinema. Del B movie ed annessi la critica e i festival degli ultimi due decenni hanno senz’altro scritto e mostrato parecchio e senza troppi indugi: tuttavia quello del cosiddetto Lederhosen Film era rimasto sinora un fenomeno insondato, sconosciuto (o dimenticato) ai più, probabilmente anche nelle stesse aree in cui esso ebbe rapida e breve diffusione. Ecco dunque il doppio programma notturno Le folli notti del Dottor Tyrol.
Non ci spingiamo oltre per non rovinare la sorpresa agli spettatori e pubblichiamo, dal catalogo del 61° Trento Film Festival, il testo con cui il curatore Massimo Benvegnù, critico cinematografico e film programmer all’EYE Film Institute Netherlands di Amsterdam, presenta la selezione in programma martedì 30 aprile e mercoledì 1° maggio alle 22.45.
LA CINEVALANGA DI MEZZANOTTE
Massimo Benvegnù*
Come in astronomia ogni corpo celeste dell’universo merita una collocazione ed una catalogazione, anche solo ai fini di cercare di creare una parvenza d’ordine, così anche ai vari oggetti che hanno attraversato la galassia Cinema possiamo dare diversi gradi di significato in base al loro valore scientifico, alla loro unicità ma anche all’impatto, alla consistenza, al loro stato. A volte i film sono fugaci come asteroidi, a volte lasciano scie come comete, altri hanno strane orbite e tornano ciclicamente a ripalesarsi nel nostro emisfero d’afferenza, molti lasciano solo detriti di cineteca, frammenti sparsi che vagano ormai senza propulsione, in balia dello spazio.
Negli ultimi tempi sempre più storici, ricercatori, registi e nostalgici hanno cercato di riscrivere la storia della serie B del cinema, quei titoli che hanno avuto magari una discreta fortuna di pubblico senza lasciar però alcuna traccia di sé nei palmares dei festival o nel canone accademico. Tra vari filoni di questo cinema più prettamente commerciale, e che fa del suo appeal assolutamente momentaneo col pubblico la sua ragione di essere, se ne nasconde anche uno che ha utilizzato la montagna come location ed ispirazione per le sue storie: stiamo parlando di questo strano fenomeno, popolarissimo per un certo tempo su entrambi i versanti alpini, della commedia “tirolese”, del “Lederhosen film”, della “Yodel Comedy”, in tutte le sue diverse forme ed eccezioni.
Di solito co-produzioni maggioritarie a capitale tedesco, questi film usavano canovacci risaputi e vecchi stereotipi da avanspettacolo per imbastire allegre commedie scollacciate su villeggianti alpini e scene di caccia sentimentale, più o meno efficaci, in bassa Baviera. La distribuzione di queste opere era principalmente circoscritta al mercato locale, però con qualche fugace uscita anche nei cinema austriaci e olandesi, e pure nelle sale del circuito alternativo del Trentino Alto Adige.
Come per tutti i generi, anche questo aveva i suoi autori di spicco. Nel caso in questione, possiamo ricordare personaggi come Alois Brummer, Franz Josef Gottlieb, Jürgen Enz, Sigi Rothemund (che si firmava con lo pseudonimo di Siggi Götz), Gunter Otto, e quello che da molti è definito il ‘maestro’ della materia, quel Franz Marischka, austriaco, figlio della star dell’operetta Hubert Marischka, e nipote di Ernst, regista della famigerata trilogia cinematografica dedicata alla principessa Sissi. Ma se Sissi, anche per merito della giovane Romy Schneider, era sinonimo di grazia ed eleganza, lo stesso non possiamo certo dire per la manciata di film diretti da Marischka tra le valli tirolesi, che forse gli saranno avvalsi l’appellativo di ‘pecora nera’ della famiglia.
È comunque divertente registrare, all’interno di una ipotetica toponomastica del cinema di genere, questo fenomeno circoscritto nel tempo e nello spazio, una vera meteora che ha solcato rumorosissimamente il panorama cinematografico minore, e che nel suo passaggio ha lasciato solo qualche lacerto di cineteca, che ci divertiremo a mostrare e a vedere, senza alcuna voglia di dare nuovo valore aggiunto alla materia, ma proprio come un puro, scanzonato divertissement.
*Testo originariamente pubblicato sul Catalogo del 61° Trento Film Festival
Le folli notti del Dottor Tyrol | Martedì 30 aprile e mercoledì 1° maggio alle 22.45 | Multisala Modena