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April 25, 2013

شو اخبارك؟ Da laggiù, che novità? #02. Couchsurfing

Ingrid Ganthaler

Grandi novità all’orizzonte! Siamo arrivati al punto in cui ho sperimentato il couchsurfing, ho vissuto nei sobborghi di Amman e ho trovato casa… ma procediamo con ordine.

Il sole splendeva alto e orgoglioso quel pomeriggio di gennaio. Finalmente, davanti al solito McDonald’s onnipresente nelle mie avventure, ho incontrato Alice e Federica: un sollievo sapere che qualcuno condividerà con te quello che ti aspetta. Appena arrivate, ci sediamo a un tavolo e decidiamo il da farsi.
Io, titubante chiamo la seconda signora che dovrebbe ospitarci e con grandissimo sollievo, risponde il marito. Prendiamo un taxi e arriviamo a casa loro.

La casa era sotto il livello della strada. La collegava alla civiltà un cumulo di sabbia e sassi con una parvenza di scala. Ma l’accoglienza è stata impeccabile. La ragazza che ci accoglie, Ghadda (sulla trentina) non parla bene inglese, occasione in più per sperimentare un po’ di arabo. Con lei i due figli – dieci e cinque anni –  e il cugino di diciotto.

Scambiano quattro chiacchere cortesi, poi Ghadda ci porta in salotto per mangiare. Salotto: tre lati della stanza coperti con materassi e cuscini e dall’altra parte,  il televisore, vero e unico padrone di casa.

1Ci sediamo tutti quanti intorno a fogli di giornale poggiati per terra dove troneggia la teglia di “pasta”. Ognuno con la propria forchetta mangia la sua porzione direttamente da lì e devo dire che è stata un’esperienza interessante: condividere il pasto tutti insieme, raggiungendo un livello d’intimità molto più alto che non stando semplicemente tutti intorno allo stesso tavolo.

Il resto della giornata passa in compagnia di questa famiglia, che è un po’ particolare e un po’ assolutamente normale.
Anche il padre è venuto a conoscerci. La sua visita è durata sì e no dieci minuti, poi è corso al lavoro.
Alice, danzatrice del ventre in erba, ha scatenato una danza e ha coinvolto tutti. Cugino diciottenne compreso. Ora, devo dire, che quel ragazzino aveva nel danzare più sensualità e grazia di tutte le donne presenti. Quei fianchi che si muovevano per i cavoli loro. Quel sedere che sballottolava di qua e di là… a tempo di musica (no, perché anch’io riesco a sballottolarlo ma mica a tempo come lui!). Quelle mani che sembravano un invito ad andare via con lui, sinuose e delicate. Insomma, una vera signora… o un signor ballerino.

Abbiamo continuato a ballare, giocare e scherzare fino a sera. Verso le 7 Ghadda ha deciso che era ora di mettersi dei pantaloni sopra il pijama, la giacca e il velo e di andare a fare un giro. Ha optato per un tour della città in macchina. Quella è stata la prima volta che ho visto il centro. Quel misto di antichità romane e arabicità è sicuramente suggestivo, ma di più – ahimè – non riesco a dirvi, stando seduta nel retro della macchina in tre più una bambina, la vista è quello che è.

Una volta tornati a casa abbiamo mangiato falafel, humus, ful. Poi, al momento di andare a letto mi sono chiesta dove di bello avremmo dormito. Forse c’era un piano sopra, o forse una porta nascosta. Poi la sorpresa… La stanza in cui abbiamo mangiato, passato il pomeriggio e ballare, scherzare e cantare, in cui hanno fumato come turchi… era la stanza delle donne. Risistemato il divano e messo insieme i materassi Ghadda ha formato un gigantesco letto appoggiato direttamente a terra su cui abbiamo dormito lei, la bimba, Alice, Federica ed io. Mentre gli uomini sono andati nell’altra stanza.

Il grande evento del giorno dopo, è stato preparare insieme l’unico pasto della giornata. E così abbiamo: pestato l’aglio appoggiandoci a terra, preparato il pollo in una bacinella e rimesso a cucinare quei pezzi caduti per terra. Il risultato però, complice pure la fame, era buono.

Dopo cena siamo rimasti tutti a casa. Gaddha si faceva la barba (sì, la barba) e io, pur di fare qualcosa mi sono fatta truccare dall’aspirante Platinette.

L’indomani, giorno della partenza, abbiamo fatto i nostri bei bagagli e ci siamo trasferite nei rispettivi appartamenti, ma non senza essere accompagnate dalla crew al completo che è riuscita a far entrare due valigie grosse, due trolley di media grandezza, tre zaini, tre borse, un borsone, cinque adulti e una bambina in una sola macchina. Sul sedile posteriore eravamo in cinque. E la macchina era una macchina, non un furgone.

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