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April 23, 2013

La città di Silvano Bassetti, il 26 aprile al Festival delle Resistenze contemporanee

Reinhard Christanell

Si può fare politica in molti modi e per molti motivi. Questo, in tempi come i nostri, che ben poco spazio concedono a speranze e illusioni, l’abbiamo capito tutti. Ma a nulla gioverebbe, in questa sede, elencarli e commentarli tutti. Ne scegliamo arbitrariamente uno, di modo, e uno, di motivo, provando a riassumerli in una definizione sintetica ma comprensibile: politica visionaria. Che sarà mai, la politica visionaria? E che cosa ci azzecca, con l’amministrazione della cosa pubblica? Rispondo, ancora per semplificare, con un nome e un cognome: Silvano Bassetti.

Raramente le città ricordano i propri amministratori del passato, buoni o cattivi che fossero. Vale l’adagio chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, scurdammoce o passato… E forse è un bene che sia così. Invece nel caso di Silvano Bassetti, la comunità – anzi la sua città – sente ora l’esigenza di fare un’eccezione, ricordandone, nell’occasione del quinto anniversario della prematura scomparsa, l’opera di architetto, urbanista e politico e “commemorandone” le idee, i progetti – le visioni di un ambiente urbano vitale, generoso, capace di misurarsi con le sfide spesso indigeste della nostra epoca. Forse perché nei pochi anni del suo mandato, Silvano Bassetti seppe affermare la supremazia di un pensiero urbanistico positivo in un ambiente intrinsecamente conservatore e autoreferenziale come quello bolzanino, dove la cosa più difficile da imporre a volte è proprio quella più ovvia e necessaria. Il tutto all’interno di un contenitore nobile e prestigioso come il Festival delle Resistenze contemporanee di Bolzano.

Silvano Bassetti era un figlio del fatidico ‘68 che mise a soqquadro il mondo. Per la Bolzano alternativa il suo nome ha sempre rappresentato un punto di riferimento. Ma è dopo il suo ingresso nel mondo della politica ufficiale che la sua figura si è, per così dire, universalizzata, diventando in breve tempo, nella piccola ma oltremodo complessa città di Bolzano, la figura centrale, il sole attorno al quale roteavano pianeti e satelliti i più disparati e anche molti cumuli di pulviscolo e detriti. Ciò si è reso possibile perché sin dall’inizio ha saputo imperniare il proprio lavoro di assessore all’urbanistica non solo sulla indiscussa competenza professionale ma, per l’appunto, su quel mix di realismo e follia, di quotidianità e lungimiranza che per comodità ho chiamato politica visionaria. Egli aveva, a differenza di molti suoi predecessori e successori, una visione del mondo e della città fondata sulla perizia “tecnica” e sull’esperienza professionale ma anche e soprattutto sulla fiducia, sulla speranza di poter migliorare – o almeno non peggiorare – il corso delle umane cose. E ciò occupandosi di una materia affascinante e difficile come l’urbanistica, che, non nascondiamocelo, per molti dei suoi protagonisti significa innanzitutto denaro. Eppure Silvano Bassetti, che tra l’altro aveva il raro dono di saper risolvere anche i piccoli problemi dei cittadini saltando a piè pari lacci e laccioli della burocrazia, ha saputo incanalare esigenze di varia natura in un processo o progetto complessivo che alla fine si è dimostrato realizzabile e accettabile per tutti, pur con qualche comprensibile sbavatura.

Un solo cruccio, penso, deve avere la città di Bolzano che ora lo ricorda in una cornice assolutamente autorevole (all’interno del Festival delle Resistenze) e con testimoni di alto livello: di non aver permesso a quest’uomo, che era predestinato come nessun altro del suo tempo, di diventarne il sindaco.

A ricordare la figura di Silvano Bassetti, oltre a nomi prestigiosi dell’architettura e dell’urbanistica, anche tre figure che apparentemente poco hanno da condividere con cemento, planimetrie e cubature: lo scrittore Joseph Zoderer, l’artista Stefano Levi Della Torre e la poetessa ladina Roberta Dapunt. A testimonianza del fatto che la figura di Bassetti sapeva contaminare ambienti e subire le suggestioni positive di ambienti che ben si amalgamavano nella sua visione del mondo.

26.04.13 – Piazza Matteotti
18.30 Laboratorio: Bolzano cinque anni dopo. Carlo Bassetti parlerà con Andrea Boschetti, Giovanni Damiani, Ezio Micelli, Matteo Robiglio e Francesco Sbetti
21.00 La città di Silvano. Stefano Levi Della Torre, Roberta Dapunt e Josef Zoderer dialogano con Marco Bassetti.

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