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April 19, 2013

Festival Studentesco 43. Franz goes backstage #06. Noemi e l’ITAS Sandro Pertini

Anna Quinz

Ancora Festival Studentesco, ancora incursioni dietro le quinte, lì dove fervono i preparativi, per i prossimi passi della competizione, quelli finali. Oggi incontriamo Noemi Perucatti, 15 anni, che frequenta il Liceo economico sociale delle Scienze Umane ad indirizzo alimentare I.T.A.S “Sandro Pertini”. Una piccola scuola, che partecipa per la prima volta, ma che dimostra però attraverso i suoi, di essere agguerrita e piena di entusiasmo (e come potrebbe essere il contrario?) verso il festival dei giovani altoatesini.

Cosa rappresenta per te il Festival Studentesco?

Per me il festival rappresenta un modo per esprimere me stessa e le mie emozioni tramite la musica, che è la mia più grande passione.

Perché partecipare? Come convincere “gli scettici” a mettersi in gioco e prendere parte al festival?

Partecipo perché voglio fare le cose che mi piacciono di più: cantare, divertirmi e incontrare nuovi amici che possano darmi consigli su come migliorare la mia voce.

Se dovessi convincere qualcuno a partecipare gli direi che potrebbe avere la possibilità di cantare davanti a persone di differente età, che potrebbe divertirsi e avrebbe la possibilità di dimostrare il suo talento.

Quali i punti di forza della vostra scuola quest’anno? Su cosa puntate per vincere?

I nostri punti forti potrebbero essere il fatto che siamo riusciti a provare molto e a prepararci adeguatamente. Per la vittoria direi che possiamo puntare sull’impegno che abbiamo messo in ciò che facevamo.

Quanto è importante vincere e quanto invece partecipare?

Secondo me le uniche cose importanti sono partecipare, divertirsi e fare del proprio meglio. Certo, sarebbe bello vincere, ma essendo il primo anno che partecipiamo mi accontenterei di piacere al pubblico.

Emozioni, ricordi, aneddoti legati al festival, alle prove, alle serate vissute?

Mi ricordo che ogni volta in cui avevo le prove ero felice ed emozionata, perché per me significava trovarmi con i miei amici, divertirmi ed esprimermi nel modo migliore che conosco, cantando.

Per molti il festival è stato trampolino di lancio per lavori/carriere future. Hai anche tu questa speranza? Cosa vorresti fare da grande?

Credo che se partecipando al festival avessi la possibilità di fare “carriera” la coglierei al volo perché occasioni del genere non capitano tutti i giorni. Penso anche che potrei provare a far progredire la mia carriera partecipando a dei talent Show o simili.

La cosa più importante imparata dal festival?

L’insegnamento alla cooperazione tra ragazzi.

Da qualche anno partecipano attivamente anche le scuole tedesche. Che valore aggiunto dà questo al festival?  Sono concorrenti che fanno paura?

Che le scuole tedesche partecipino al festival è una cosa che per me sarebbe dovuta essere ovvia da sempre, dato che viviamo in una provincia bilingue, e penso poi che possano essere tanto pericolose quanto le altre scuole.

La scuola avversaria che temete/odiate di più?

La scuola che personalmente temo di più è il Pascoli, perché la ragazza che canta è estremamente brava.

Come convincere genitori/insegnanti/adulti in genere del valore dell’esperienza Festival Studentesco?

Semplicemente, per capire il concetto dovrebbero viverlo di persona tutti quanti. Partecipare è un’esperienza bellissima e ancora di più con degli amici che ti supportano sia dal palco che dagli spalti.

Il festival studentesco in 5 parole?

Unico, stupendo, grandioso, impegnativo, soddisfacente (soddisfazione personale all’impegno).

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