Bozner Filmtage Special #03. “Aquadro”: cinema indipendente in Alto Adige: intervista a Lodovichi e Orsini

Bozner Filmtage Special #03. “Aquadro”: cinema indipendente in Alto Adige: intervista a Lodovichi e Orsini

Bozner Filmtage Special #03. “Aquadro”: cinema indipendente in Alto Adige: intervista a Lodovichi e Orsini

Tra i nove progetti cinematografici finanziati da BLS per la prossima stagione ce n’è uno di cui ho avuto la fortuna di poter seguire da vicino la genesi. Si tratta di Aquadro, prodotto dalla Mood Film di Roma, in collaborazione con rai cinema, scritto dallo sceneggiatore Davide Orsini e dal regista Stefano Lodovichi (che, per inciso e per suscitar polemiche, è mio amico dai tempi degli studi all’università di Siena).

Il film è in concorso ai Bozner Filmtage (da vedere il 17.04 alle 16.30 e il 18.04 alle 22.15) e dunque riproponiamo l’intervista fatta qualche mese fa, poco prima che iniziassero le riprese.

La sinossi presente nella scheda del film recitaAlberto Amanda si conoscono durante una gita scolastica. Tramite social network le videotelefonate inizia una dolce storia damore, finché Amanda non trova segreti di Alberto su internet, che sono linizio di una tragedia. Solo con la forza della loro unione riusciranno superare il dramma ad affrontare la vita offline.” Come nasce quest’idea? A cosa vi siete ispirati per dare vita ai vostri personaggi?

Davide: Siamo partiti dalla cronaca, come il caso di Forza Chiara da Perugia. E ci siamo domandati non tanto come potessero vivere ora i protagonisti di quelle storie, ma cosa li avesse spinti a realizzare quel video. E soprattutto volevamo costringere lo spettatore che di solito giudica superficialmente questi fenomeni a fermarsi un attimo a pensare, a conoscere, ad approfondire. Spesso  c’è soltanto esibizionismo o disagio, ma a volte può esserci l’amore, quell’amore così totalizzante e irrazionale che solo un sedicenne può provare. E allora qual è il confine tra amore e perversione? E cos’è la perversione stessa? È oggettiva o soggettiva? Queste sono le domande che volevamo porre, senza dare una risposta univoca, valida per tutti. E raccontare una storia sul ruolo di internet nell’educazione sessuale e sentimentale dei ragazzi di oggi.

StefanoAquadro è un film che parla di una generazione anomala. La prima vera generazione indigena di questo nuovo mondo digitale. Gli adolescenti di oggi pensano con internet e agiscono su un meccanismo di causa-effetto derivato da un’esperienza virtuale. Questo li porta ad allontanarsi dalla vita vera e a crearsi un mondo altro di teorie strampalate, di sentito dire, di emulazione. La scoperta del sesso diventa quindi un difficoltoso confronto con il referente di oggi: internet. La generazione degli anni ’70’80, sempre più assorbita da ritmi di vita vorticosi, è lontana dai figli che diventano sempre più abbandonanti ad un’educazione fai-da-te. Così Wikipedia prende il posto dell’enciclopedia cartacea e blog e tutorial tramandano un’educazione “pratica”. Non ti sei mai fatto la barba? Non c’è problema, cerca su youtube e troverai centinaia di guide su come farsela, centinaia di padri alternativi al tuo. La famiglia di oggi non è più soltanto quella dei legami di sangue ma quella online, un surrogato di risposte rapide e dirette, sintesi di un mondo che non vuole troppe parole e “non ha tempo da perdere”. Ed è così che pensano e parlano i ragazzi di oggi: poche parole dense di significato, frasi fatte e concetti racchiusi in mondi in miniatura… ma non sempre è tutto così semplice. Infatti se da un certo punto di vista internet colma il gap tra genitori e figli, dall’altro è una rete nella quale, senza i giusti mezzi di analisi, si rischia di cadere facilmente.
L’educazione sessuale di oggi non si muove su vhs passati di mano in mano di nascosto, sulla “carboneria” degli hentai alle medie e superiori, o su disperati tentativi scolastici di dirti cosa è giusto e cosa è sbagliato, ma sull’immagine profondamente ambigua del free-porno online. E se attori e attrici diventano il tuo metro di paragone, come ci si può accontentare della realtà, di qualcosa di così “normale”? Alberto ha sedici anni e crescendo con internet, si è abituato a qualcosa che non esiste, a qualcosa che lo rende profondamente dipendente e inesperto. Internet non si assume responsabilità, non ha colpe dirette perché comunque “non esiste” in carne e ossa e perché ti lascia sempre solo. Non vi è dialogo reale e senza i giusti mezzi, non puoi capire cosa è bene e cosa è male. A2 è un film che parla della prima storia d’amore di due ragazzi, della prima volta che fanno l’amore, della prima volta che si trovano a scegliere chi essere e quando diventare adulti. Ed è un film che parla di come insieme sia possibile affrontare qualunque problema, perché in due si è sempre più forti.

La seconda domanda sorge praticamente spontanea. Come mai avete scelto di ambientare una storia d’amore legata alla diffusione delle nuove tecnologie in Alto Adige, un territorio che cinematograficamente è famoso per le sue bellezze naturali? Vi interessava il contrasto tra il naturale e l’artificiale? Tra il vecchio e il nuovo?

D: Abbiamo sempre considerato Aquadro come un film che parla di confini: quello tra amore e dipendenza, amore e perversione, adolescenza ed età adulta. Confini che tendono a confondersi, specie in un millennio in cui la tecnologia e il digitale diventano parte della vita di ognuno senza che quasi rendercene conto. Così quando siamo stati a Bolzano abbiamo visto una città che poteva racchiudere tutte queste cose: la modernità e la dimensione provinciale, il vecchio e il nuovo, la natura (dalle distese di meli alle montagne) e la città, Italia e Austria. Bolzano è l’incarnazione architettonica di quello che ci premeva raccontare.

S: Ha detto tutto Davide. Che bravo che è Davide.

IlvostrofilmèfinanziatoanchedallaRAI cinema esaràdistribuitosoloon-line.Pensatechelaretepossarappresentareunasfidastimolantepericineastiindipendenticomevoi?Sesi,comepensatediaffrontarequestasfida?

S:  La rivoluzione digitale non può essere ignorata e la Rai cinema l’ha capito. Il web è il contenitore del presente e la sua forza sta nell’essere attuale, in continuo divenire, e ovunque. Puntare su giovani autori, su film di genere o su progetti coraggiosi come il nostro, è soltanto indice del fatto che qualcosa sta cambiando. Il coraggio c’è e la voglia di fare film di qualità anche. L’importante è però che nell’ottica di abbattere i costi di produzione, i progetti per il web non subiscano tagli soltanto perché destinati al web. I costi in realtà sono gli stessi del cinema che va in sala e potenzialmente da oggi a qualche anno anche il bacino di utenza del web (parlo dell’Italia) crescerà sicuramente in modo esponenziale.
Per quello che riguarda il linguaggio cinematografico, posso dirti che secondo me non cambia assolutamente niente dal fare un film per il cinema. La storia è l’unica cosa che conta e il linguaggio deve essere funzionale alla storia. Aquadro, come altri progetti simili, in in cui il “cosa” diventa anche il “come” (vedi Redacted di De Palma, Offscreen di Boe o Benny’s video di Haneke) vivrà attraverso differenti strumenti (smartphone, webcam e altri supporti) proprio perché il linguaggio di questa storia è il linguaggio dei ragazzi di internet.

D: Sicuramente la rete può garantire a cineasti giovani, indipendenti e intraprendenti una visibilità che la distribuzione in sala non ti concede. Tutto sta nel riuscire a promuovere il film sfruttando le caratteristiche del web e non pensando a questo film semplicemente come “piccolo”. In particolare Aquadro parla di web e del popolo che lo naviga: il web è la sua casa, ed è il film giusto (speriamo) per aprire la strada a una serie di prodotti specifici per il web (come le webserie) e non per un ulteriore sfruttamento di un prodotto cinema ormai svalutato.

Quando comincerete a girare? Avete già scelto alcune delle location per il film?

D: Speriamo prima possibile, ma dovete chiedere al regista!

S: In realtà la notizia di BLS ci ha risvegliato da un sonno vigile nel quale ci eravamo un po’ bloccati tra ansie e speranze. E ora la piccola-grande macchina di AQUADRO si sta mettendo in moto (in realtà la produzione ci sta lavorando, sono io che ho vissuto questo periodo un po’ come i cavalli, dormendo sempre in piedi per l’ansia). Ad ogni modo dovremmo essere a Bolzano già da questa estate per la preproduzione, e pronti a girare in autunno.
La sceneggiatura è stata scritta anche grazie ai sopralluoghi dello scorso anno. Bolzano è una città fantastica e ogni luogo è interessante: dalle strutture degli istituti superiori – penso al liceo Pascoli, così poco “italiano” nella sua bellezza e contemporaneità – ai ponti sul Talvera (quelli del Museion ndr.). E’ una città che vive di contrasti evidenti e di una perfetta integrazione con l’ambiente naturale. Sarà un piacere tornare per i nuovi sopralluoghi tra pochi giorni.

Ci inviterete a curiosare sul set o il progetto è top secret?

S: No, mai… si, certo. Quello simpatico è Davide.

D: Il progetto è strettamente top secret, infatti questo post si autodistruggerà tra 5,4,3,2,1…

 

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