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April 10, 2013

Festival Studentesco 43. Franz goes backstage #03. Sara e il Liceo Scientifico Torricelli

Anna Quinz

Seconda scuola, seconda intervista ai rappresentanti degli istituti partecipanti alla 43esima edizione del Festival Studentesco. E’ la volta di una delle scuole più competitive, da anni sempre in alto nelle classifiche. Ecco a voi il Liceo Scientifico Torricelli, ecco a voi Sara Perini e il suo Festival.

Cosa rappresenta per te il Festival Studentesco?

Il festival per me, oltre che una tradizione della mia scuola, rappresenta un modo per unire i ragazzi, di ogni età, di tutto l’istituto.

Perché partecipare? Come convincere “gli scettici” a mettersi in gioco e prendere parte al festival?

Si partecipa perché permette di mettere in gioco tutte le idee e di avere la possibilità di confrontarsi con gli altri e di scoprire dei lati magari nascosti. Perché come unisce il festival, non unisce nessun altra attività scolastica e in questo contesto non importa chi sei o cosa fai, ma solo divertirsi e vincere INSIEME.

Quanto è importante vincere e quanto invece partecipare?

Partecipare è importante, perché da modo agli studenti di vivere una bella esperienza. Vincere è solo il coronamento di un lavoro di mesi fatto con passione e dedizione.

1Quali i punti di forza della vostra scuola quest’anno? Su cosa puntate per la vittoria?

Quest’anno puntiamo molto sulle esibizioni canore, anche se ritengo che ogni esibizione di ogni categoria sia fondamentale per arrivare alla vittoria.

Emozioni, ricordi, aneddoti legati al festival, alle prove, alle serate vissute?

Le prove sono stressanti, soprattutto quando si avvicina la data dell’esibizione, ma in ogni momento si riesce comunque a ridere e scherzare. Il momento peggiore è quello prima di salire sul palco, vedi il pubblico sulle gradinate e pensi che non ti ricorderai i passi, ma una volta sul palco passa tutto velocemente, più di quanto vorresti e d’un tratto è tutto finito.. si aspetta quindi l’anno successivo per fare ancora meglio e dare ancora di più.

Per molti il festival è stato trampolino di lancio per lavori/carriere future. Hai anche tu questa speranza? Cosa vorresti fare da grande?

Personalmente non prendo il festival come un trampolino di lancio, è solo un divertimento, dato che l’anno prossimo andrò a frequentare il corso di laurea “conservazione dei beni culturali”.

La cosa più importante imparata dal festival?

Il festival non insegna di certo quello che si impara andando a scuola, ma cambia il tuo modo di pensare e di vedere le cose, inizi a non pensare più solo a te stesso, ma anche agli altri.

3Da qualche anno partecipano attivamente anche le scuole tedesche. Che valore aggiunto dà questo al festival?  Sono concorrenti che fanno paura?

Essendo il festival un’iniziativa della provincia di Bolzano ritengo giusto che sia data anche alle scuole tedesche la possibilità di partecipare, dato che fanno parte del festival solo da qualche anno non li ritengo troppo temibili, perché non essendo una loro tradizione non riescono ancora a coprire tutte le categorie.

La scuola avversaria che temete/odiate di più?

Ovviamente il Carducci, che è il rivale storico del Torricelli, anche se quest’anno non è da sottovalutare il Pascoli.

Come convincere genitori/insegnanti/adulti in genere del valore dell’esperienza Festival Studentesco?

Si possono convincere i genitori spiegandogli che in fondo è una sfida culturale tra le scuole e un momento di crescita personale, inoltre è una manifestazione unica che possiamo e dobbiamo sfruttare vivendo in questa provincia.

Il festival studentesco in 5 parole?

Divertimento, unione, competizione, stress e unico.

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