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April 9, 2013

Breve guida per non perdere i “nostri” al Salone del Mobile 2013

Anna Quinz

Quella settimana dell’anno è arrivata. Treni, aerei, auto, bus e taxi si dirigono da ogni angolo del pianeta verso Milano, che da oggi fino a domenica avrà su di sé puntati i fari universali del design. Il Salone del Mobile è una di quelle cose che coinvolgono un po’ tutti, in un modo o nell’altro. Quasi tutti hanno almeno un amico che farà qualcosa (siano anche i panini per i designer di Zona Tortona) al Salone o al Fuorisalone. Quasi tutti sono curiosi di sbirciare le nuove ennesime sedie che aziende e creativi vorrebbero metterci in cucina. Quasi tutti, teatranti, fashionisti, artisti, architetti o altrotipodicreativodiqualunquegenere hanno qualcosa da fare, qualcuno da vedere, qualcosa da dire durante il Salone. E i trentino-altoatesini non sono da meno. In partenza oggi treni carichi di designer o aspiranti tali. Previsto traffico sull’autostrada Bolzano-Milano passando per Trento e Rovereto.
Pure noi di Franz non potevamo essere indifferenti a cotanto sommovimento di anime, persone, oggetti, idee. E così “mandiamo” in missione la nostra Barbara, che poi è quella di noi che di design ne sa, a sbirciare un po’ tra saloni, fuori saloni, controsaloni, saloni satellite e fuorisalmoni (sì, c’è anche un Fuori Salmone!). ogni giorno ci racconterà quel che vede e quel che le piace, con un occhio particolare – ovviamente – sulle proposte e le idee che arrivano da qui, da Trentino e Alto Adige. Faremo bella figura? I nostri creativi si distingueranno? Lo vedremo, intanto noi vi diamo una piccola guida per seguire passo per passo, zona per zona, “i nostri” dentro e fuori Salone, fosse mai che anche voi siate in partenza per andare a trovare la “Madunina” e eventuali amici cugini parenti coinvolti più o meno nel grande carrozzone del design meneghino.

Zona Tortona

Si parte oggi, con un evento “istituzionale”. L’evento (dalle 19.00) si chiama Marende: Aperitivo Alto Adige – Südtirol, Food, art & design. Che ci sarà una profusione di speck, schuttelbrot e laurei è ovvio. Quel che però ci interessa sono gli interventi di Plank che mette le sue coloratissime sedute, e di David Duzzi, che mette la sua creatività nel riciclare oggetti dismessi e farne nuovi oggetti tutti da usare.
Castelli Gourmet, via Cerano 15.

Ventura Lambrate

Proseguiamo verso la zona super “cool” di Ventura Lambrate. Qui da scoprire due progetti nostrani.  Il primo è A bite is not enough. Dove per bite si intende il morso del prodotto locale più “world wide”: la buona e cara vecchia mela, che una al giorno si sa che fa. Il progetto è della Facoltà di Design e Arti della Libera Università di Bolzano, presente, come unico ateneo italiano al Fuorisalone di Ventura Lambrate, con un’ esposizione di progetti dei suoi studenti. Mela, dicevamo, che qui si presenta con una collezione di oggetti e strumenti per trasformarla, tagliarla, sbucciarla, grattugiarla. Ogni strumento presentato prevede modalità di utilizzo diverse, che si interrogano, con ironia, sulla necessità del design di aggiungere livelli di interazione ad azioni apparentemente molto semplici.
L’istallazione si compone di tre grandi silos per la distribuzione delle mele e postazioni dove gli studenti sperimentano “live” alcuni dei loro progetti: uno spazio interattivo di dialogo con il pubblico, che culmina con il semplice gesto di scambio di una mela.
Ventura Lambrate, via Privata Oslavia 7

Secondo progetto in zona è Cr. One. The Clothing Rack. Presentato da Max and the Mirror (che ha sede a Bolzano a Dodiciville, e poi non dite che “Rosengarten” non è il distretto creativo della città!), di cui fa parte l’architetto altoatesino Peter Pichler (che ha pure lavorato per Madame Zaha Hadid, scusate se è poco).  Dal video qui sopra, capite di che si tratta e traete le vostre conclusioni.
Ventura at Work – Via Gaetano Crespi, 24

1Porta Romana

Il viaggio milanese prosegue con Ü60 – design per il domani. Ancora in primo piano gli studenti, questa volta vede insieme tre facoltà di design di tre università internazionali: la Burg Giebichenstein Kunsthochschule di Halle, la Libera Università Bolzano e la Westsächsische Hochschule Zwickau – Angewandte Kunst, che hanno immaginato progetti pensati per una società che, come la nostra, invecchia progressivamente, mettendo a fuoco quelli che vengono definiti i “vecchi-giovani”. Una mostra di sensibilizzazione sull’invecchiamento della società contemporanea attraverso gli oggetti, la comunicazione e lo spazio.
Per un semestre, Con “Lebensformen” gli studenti di Bolzano hanno deciso di non realizzare progetti che fossero soluzione di un problema, ma di confrontarsi con la forte rilevanza sociale del fenomeno studiato. Dopo avere trascorso del tempo a contatto diretto con alcune persone anziane, ogni partecipante al progetto ha sviluppato un’idea narrativa che nasce da questo incontro. Da ogni storia raccolta nasce un oggetto che ne rappresenta una visualizzazione tridimensionale.
Spazio ZONA K in via Spalato 11

Centro

Nel centro di Milano, un altro progetto “istituzionale”, questa volta di BLS che presenta la mostra Habitat. Cirmolo, pino mugo, larice, abete, noce, melo. Alberi, in buona sostanza. E legno, ovviamente, che se si parla di design e di Alto Adige, il collegamento è d’ordinanza. Qui ci dicono “è Milano ma sembra in Alto Adige”. Qui troverete oggetti, storie e idee di vari designer/artisti della provincia, come Harry Thaler e David Duzzi (di nuovo), Jochen Haidacher e Luckas Mayr, Georg Muehlmann e Josef Gatterer, Norbert Oettl & Caterina Praticò, Pietro Bortolotti & Robert Eisenstecker, Klaus Tavella & Thomas Obereggen.
Casa Alto Adige c/o DreamFactory, c.so Garibaldi 117

Cascina Cuccagna

Nei bellissimi spazi della Cascina in centro a Milano (che a prescindere dal Salone, merita un passaggio, di perderci un po’ di tempo per un pranzo o per osservare gli anziani del quartiere alle prese con l’orto collettivo in giardino), l’evento “istituzionale” trentino. Qui il progetto Fuori Trentino, all’interno del più grande evento in Cascina Good Design, che vede coinvolto un collettivo di aziende in un racconto per immagini e prodotti con un particolare accento posto sul tema del green, dell’ambiente e della sostenibilità nel settore del design.
Cascina Cuccagna, via Cuccagna 2/4.

1Salone + Salone Satellite

Al “Salone Salone” centro nevralgico della settimana meneghina del design, segnaliamo invece lo stand della nostra Plank, che non presenta quest’anno sostanziali novità ma che merita sempre un encomio e un pizzico di orgoglio nostrano, per la capacità dimostrata di guardare oltre le sedie da stube, per proiettare il design altoatesino nell’universo del design con la D maiuscola.
Hall 20, Stand D21 – Blocco Chair Family by Naoto Fukasawa

Al Salone Satellite (Fiera Milano, Rho) invece il terzo e ultimo progetto della nostra facoltà di Design: tocchiamo la gestaltung zum anfassen. Il bilingue titolo è un po’ criptico, ma per capirci partiamo da due domande: chi di noi non ha mai provato imbarazzo quando, volendo acquistare ad esempio un asciugacapelli, si è trovato di fronte a interminabili scaffali carichi di un esasperante quantità e varietà di modelli? Quali possono essere, oltre il prezzo, i criteri con i quali oggi scegliere un prodotto? “tocchiamo la gestaltung zum anfassen” mira a sensibilizzare giovani e giovanissimi (10-20 anni) ad avere un atteggiamento etico e sostenibile, un rispetto sociale che contribuisca a formare futuri consumatori consapevoli e critici rispetto all’incessante offerta del mercato.

Sesto San Giovanni

Un po’ fuori dai circuiti, una mostra dal titolo curioso: Non aspettare di diventar vecchio per finire in un archivio. A questo progetto prenderanno parte 3 designer altoatesini.
Benno Simma con Uli: una sedia ergonomica componibile in un gioco di sole 20 mosse. Tre multipli modulari – la U, la L e la I – ritagliati e rifiniti artigianalmente da pannelli in compensato multistrato di betulla 10 mm vengono assemblati a incastro senza incollature o altri fissaggi di sorta. Il progetto è stato realizzato seguendo i criteri della autoproduzione, eliminando qualsiasi intermediazione commerciale e raggiungendo una maggiore sostenibilità dal punto di vista dei materiali (riciclabili al 100%) e dei costi.

Harry Thaler con Stools: un progetto per uno sgabello nato a San Francisco la scorsa estate. Gli sgabelli, realizzati in legno, si possono riporre sovrapponendoli l’uno sull’altro costruendo una torre che diventa ulteriore elemento di arredo.Dieci sedute nello spazio di una.

Ohtmar Prenner con Vita precedente: una serie di poltroncine ritagliate da pannelli in compensato usati precedentemente per altri scopi, dando loro nuova vita e funzione, riciclandone i materiali spesso già verniciati o ricoperti da laminati nella loro “vita precedente”. Carattersitica particolare di questo progetto è anche la messa in mostra dei materiali risultanti dai ritagli, assemblandoli in varie combinazioni e in varie forme.

Via Granelli 1, Sesto San Giovanni (Mi)

Luoghi vari

Ultimo ma non ultimo, segnaliamo il lavoro (o meglio i lavori) di Simone Simonelli, che non è un autoctono ma che ormai vive qui a Bolzano da anni facendo il ricercatore in Università, e così ormai lo sentiamo come uno dei nostri. Simone e il suo studio presentano al Salone diversi progetti, in diversi luoghi (oltre ad essere uno dei tutor del progetto delle mele A bite is not enough di cui sopra).

Miniforms: Rho Fiera, Pad 10 stand B15
Gibas: Rho Fiera Euroluce, Pad 13 stand G1
100 cuscini per 100 sedie: Spazio Laura Urbinati, via Col di Lana 8

A parte i 100 cuscini, non è ben chiaro dalle info sul sito cosa siano gli altri progetti, ma sapendo che Simone è uno tosto, siamo certi che valga la pena andare a dare un’occhiata. Se poi volete pure sentirlo discutere, sarà possibile farlo durante la conferenza “L’esperienza di un progetto didattico”, il 13.04 alle ore 14 in via Savona 11.

Le nostre indicazioni si chiudono qui. Ma aggiungiamo un consiglio fuori dalle righe: non fatevi scoraggiare dalle guide enciclopediche del Salone e dei satelliti, paralleli, vari ed eventuali. Certo di roba ce n’è fino allo sfinimento, ma alla peggio fermatevi un attimo in un posto X, bevetevi un drink e mandate il design a quel paese per un attimo. I designer non ce ne vogliano, ma quando un drink ci vuole, ci vuole. Tanto di sicuro potrete berlo seduti su una sedia di super design, e così il vostro dovere salonifero, l’avrete fatto.

 

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