Culture + Arts > Performing Arts

April 5, 2013

Festival Studentesco 43. Franz goes backstage #01. Inizia il coutdown

Anna Quinz

Che il Festival Studentesco sia stata una delle cose che ho più amato della mia adolescenza, è cosa risaputa. Lo sa mia mamma, che mi voleva a studiare il greco mentre invece io coreografavo balletti. Lo sanno i miei ex professori, che non mi vedevano mai in classe a lezione, perché avevo sempre altro da fare. Lo sanno i miei ex compagni che insieme a me se la spassavano a organizzare, coordinare, preparare. Lo sanno – devo ammettere con orgoglio – i miei avversari di allora, che non erano nemici ma di certo nemmeno amici, che un po’ temevano il nostro Carducci appena risvegliato. Lo sanno pure i miei amici di oggi, a cui rompo le scatole continuamente con ricordi giovanili un po’ sognanti, sempre accompagnati da un sospiro malinconico e nostalgico.

Sono passati 14 anni dal mio ultimo glorioso Festival (si glorioso, perché per la prima volta quell’anno il mio adorato Carducci si è portato a casa la vittoria. I ragazzi di oggi che vedono il Liceo classico come uno dei favoriti, sappiano quanto noi, una quindicina d’anni fa si è combattuto per fargli risalire la china…) eppure, sapendo che tra pochi giorni (12-13 aprile le serate classiche, 19-20 aprile moderne e gran finale) tutto ripartirà, per la 43esima edizione, non posso negare che un piccolo brivido ancora mi corre lungo la schiena. Rivedo nitidi i ricordi di quelle serate, di quei pomeriggi di prove alle passeggiate del Talvera (si, noi provavamo anche lì i nostri balletti collettivi), di quelle notti insonni a pensare se ce la faremo oppure no, a quei momenti di terrore/esaltazione sottopalco, prima che pronuncino il nome della tua scuola tra i primi classificati, di quelle urla dalle curve così forti che poi i giorni successivi niente interrogazioni di latino, perché la voce era rimasta lì, sugli spalti del palazzetto di via Resia.
Ricordi bellissimi, ricordi forti (come la botta tremenda presa al fondoschiena, quando all’annuncio della vittoria un’amica mi si è catapultata addosso e io sono precipitata a terra con una discreta, bellissima, violenza) che ancora oggi mi fanno sorridere. Che poi io oggi che faccio quel che faccio possa dire con serenità che molto l’ho imparato lì, su quei palchi, in quei camerini, in quelle riunioni con gli altri rappresentanti (nemici/amici) delle altre scuole, è altra fonte di gratitudine, verso questo evento che molto prima che la parola “partecipazione” diventasse così di moda, già ne aveva fatto un trofeo da mostrare con orgoglio.

http://www.youtube.com/watch?v=fIh8ywa4nDE

Perché questo è il segreto del Festival. Partecipare. Poi magari anche vincere, ma prima di tutto esserci, ballando o fotografando, cantando o recitando, correndo o strimpellando una chitarra. O anche solo tifando con l’ugola in mano per la propria scuola. Partecipare ed esserci, per sé, per i propri compagni, per gli adulti che vedano cosa sappiamo fare, che non è perdere tempo, ma imparare sulla propria pelle, con la propria fatica e il proprio sudore, a diventare grandi.

Per tutto questo, e per molte altre ragioni, da oggi Franz seguirà il dietro le quinte del Festival che sta per iniziare. Intervistando i protagonisti, guardando un po’ cosa succede, come si prepara il tutto, quali emozioni e tensioni scorrono nelle vene di questi – tantissimi – ragazzi che tra pochi giorni metteranno in gioco loro stessi, per fare qualcosa di memorabile, sopra e sotto il palco.

Print

Like + Share

Comments

Current day month ye@r *

Discussion+

There are 2 comments for this article.