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March 18, 2013

Crisi del V Secolo #03. Tutto ma proprio tutto quello che Durnwalder può chiedere a Bersani

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L’SVP ha portato al centrosinistra 146.804 voti, senza dei quali Berlusconi avrebbe ottenuto la maggioranza dei seggi con uno scarto di 21mila e 846 voti (fonte Linkiesta).

Bozen/Bozen Interno villa Durni, 45 minuti prima dell’alba.

“Pierluici dove kazzo zono le mie ciabatte a forma di orsetto?”

Luis è furioso, se al mattino i suoi piedoni di ascendenza orgogliosamente contadina non si infilano nelle  morbidose ciabatte sartoriali è il segno equivocabile che non sarà una buona giornata. Bersani entra tutto trafelato nella stanza indossando un frack a coda di pinguino, in mano ha le ciabatte a forma di orsetto M14 stincato sulla statale del Brennero.

“Sire!”
Luis gli lancia uno sguardo scarnificatore.
“Se vuoi laforare qui ricorda che ciabatte devono essere sempre pronte ai piedi di letto quando mi sveglia”
“Sì, scusi signore le stavo scaldando con l’alito per un suo maggiore comfort”, fa Pierluigi mogio e penitente.
“Kein teather italiano!”
“Sì”
“Coza ha detto?”
“Ja ”
“Mmpfh”

Luis s’infila le ciabatte, poi muove le dita dei piedi e sembra che l’orsetto stia parlando verso il servo.
“Tu vuole premio di maccioranza in camera di deputati pierluici?”
“Ja”
“Ecco allora fa ti là e prepara zuntosa colazione”

Luis entra nella lussuosa sala da pranzo, nel cortile sottostante alcuni servi innalzano lodi a dio a e al loro signore mentre ferrano i cavalli che ogni giorno portano Lord Durni al castello provinciale.
“Dice loro di smettere, oggi kein carrozza, prendiamo Mercedes S Klass, se no sti cazzo di grillini mette tutto su internet e dice “Durni fa a lavoro con cavallo, è forse stesso cavallo che finisce in lasagna? È forse crande complotto di trilaterale? Zono Intellicenti loro”
“Ja, sire. Molto intelligenti”

Luis chiude la sua vestaglia di seta fatta da un sarto di Milano, si siede e guarda il tavolo inorridito.
“Cosa ezzere sta roba?”
“La colazione, sua santità”
“Dove formaccio? Dove salame ti cervo ucciso con mie manine? E zopratutto dofe è kaminwurst?”
“Ma sire ci sono i cornetti, la nutella, altri dolci italiani e il caffè”
“Cuesto coccietto di mezzo milliliter è caffe?”
“Ja, omaccio..  pardon omaggio di Bassolino aerotrasportato direttamente da Napoli, sua montagnosità”

Luis beve all’inizio poco convinto, poi mano a mano più deliziato.
“Parliamo ti affari”
“S..Ja!”
“Prima coza: folio Polizia provinciale che non è pozzibile che miei sudditi…”
“Cittadini democratici ” avanza Pierluigi alzando un timido ditino verso il cielo autonomo del Sudtirolo.
“Ahahah zimpatico Pierluici! Adesso però zitto che mi manti ò babà di traverso! Dicevo: non è pozzibile che sudditi di mio regno fengono fermati di polizisten terrone che non parla correttamente dialetto sudtirolese”
“Ja. È comprensibile”
“Poi io vuole cambiare divise, foglio polizia vestita come Schützen”
“Natürlich”
“Voi vorrei szcuola, universität, enercia elettrica, poste e stipendio più alto di negretto americano, Herr Obama”
“Mi permetto di farle notare che tutte queste cose ce le ha già, oh sommo”
“Ciusto! Ogni tanto dimentica. Puono questo cannolo”
“Omaggio di Angela Finocchiaro, sire”
“A proposito di Sicilia, questa notte mi è apparso di nuofo in zogno Silvius Magnago incazzato come zerpe. Si è lamentato che ho mantato in parlamento con miei voti un italiano che zi chiama Palermo in collegio di Bozen.”
“Ma signor imperatore le faccio notare che lo spirito di Magnago non mi sembra il più titolato a muoverle una rimostranza di questo tipo dato che suo padre era di Rovereto”
“Zitto dissacratore! Noi non può sostenere zimile skandal!”
“Ma ormai il senatore Palermo si è insediato, non possiamo farlo dimettere”
“Ma quale dimettere! Tu penza sempre in piccolo! Soluzione esiste se, come tice sempre Kevin Spacey in mio serial preferito, allarghi un attimo szguardo: basta cambiare nome a città di Palermo”
“Cambiar… ma sire!” zufola  Pierluigi con la faccia sbiancata dal terrore.
“Da zettimana prozzima Palermo si chiamerà “Regensburg am Mittelmeer” eliminando cozì stupida assonanza fra città africana e nome ti mio eletto”
“Ma signor imperatore questo non è possibile! Non posso far passare una simil norma! Se non fosse altro perché poi i grillini poi direbbero che Regensburg è un’antica famiglia ebrea che siede nel Bildenberg da generazioni!”

Luis si pulisce la bocca con un tovagliolo di cashmere, controlla l’ora sul suo Rolex d’oro e si avvicina a Pierlugi fino a sovrastarlo fisicamente. Poi, finalmente, parla.
“Ah Pierluì famo a capisse, mo’ qua voi fate tutto quello che ve dico de fa, se no cor cazzo che alle prossime elezioni ve damo er supporto ‘naltra volta e solo a Madonna sa quanto c’avete bisogno de li voti nostri per smacchia quer cazzo de giaguaro, che trapparentesi chi te la scrive la reclamè? Uno della Lazio? Vedi de rigà dritto e non piscià fori dar vasetto. Ah e di quer cazzo di procuratore Schulmers nu ne voio più sentì parlà! Se no me ‘ncazzo e allora sò peggio der flagello de dio e tu er flagello de dio nun lo voi provà”

Poi gli da un pizzicotto sulla guancia:
“E mo’ bello de mamma va a preparà er Mercedes che c’ho da lavorà. Ah e dì a Renzi se sà ricorda di mandare quer camion de fiorentine che gli ho chiesto a settimana scorza che s’è fatta pura na certa e le aragoste de D’Alema stanno a finì”

Poi Luis si sistema il colletto e si avvia verso la porta. Pierluigi è fermo in mezzo alla stanza, la bocca spalancata in un moto si stupore. Durni si girà e lo ammonisce con severità:
“Allora Pierluci? Coza fa li in piedi, prepara machina zù!”

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