Intruders #02. Mi trasferisco in Alto Adige!!! Ioooo?!

13.03.2013
Intruders #02. Mi trasferisco in Alto Adige!!! Ioooo?!

Ecco si. Tu non mi basti mai. Ascolto la canzone del grande Lucio Dalla. E penso che a me di viaggiare, di conoscere, di sperimentare, non mi basta mai.

E questo non mi basta mai che mi porta in posti, in situazioni, in città non previste. E Bolzano non era proprio prevista. È nata dentro la mia testa in un giorno di serio scoglionamento, dopo una chiamata di un ufficio Risorse Umane. Mi ero candidata… ma chi ci pensava più?

Bolzano la conoscevo bene. Per motivi di famiglia. Dopo tanti anni l´avevo sepolta dentro e non ci avevo più pensato. Non era proprio la città giusta per le mie ambizioni.

La chiamata dell´Ufficio Risorse Umane però ha avuto un seguito: dopo un mese, 3 colloqui, qualche notte insonne e il giorno del licenziamento… siamo arrivati alla firma: il misfatto si consuma in una fresca giornata di settembre appena fuori Bolzano.  Quel giorno mi sono trovata dopo un pò in un autogrill sulla A22, e ho pensato seriamente al gesto appena fatto… Mi trasferisco in Alto Adige!!! IO? Iooooo?!! Io che amo il caldo. Io che amo le città piene di colore. Io che amo la moda e gli eventi. Io che amo i sandali con i tacchi altissimi. Ma ho fatto la scelta giusta? Bevo il trucido caffè dell´autogrill e  il groviglio di pensieri si fa sempre più grande, squilla il telefono e rispondo: è mio fratello, gli dico che ho firmato. Pensa che è una buona idea così ora ha l´appoggio per venire a sciare. Il solito opportunista.

Eccomi! Ci sono!! Il primo giorno di lavoro. Come mi vesto? Quattro robette portate dal mio armadio  le ho, ma, mhhh, non sono molto adatte. Ci provo, jeans camicetta e via… Percorro la A22 a tutta birra. Arrivo. Siamo ai piedi di una valle fantastica. Studio l´ambiente, in azienda ci sono più uomini che donne. Molto silenzio. Molto legno. Molte mele in giro. Ho un ufficio con vista montagna, sì, confermo, siamo in Alto Adige.
Gli adorabili ex colleghi e gli amici che mi mandano messaggi citando Heidi, la mela Marlene e non so quali altre storie pseudo crucche tirolesi. Questa la mia mail ufficiale sul cambio vita qualche tempo fa: “Amici. Mes Amis, Friends!!! Vi devo dire una cosa: dopo anni di lavoro tra Milano, Parigi, Roma… ho deciso di fare una cosa diversa, vado a vivere in Alto Adige”. Risposte: 1) Where is it? 2) Ma che c’è un uomo di mezzo? Un maestro di sciii? Bastarda!! Non ci hai detto niente!! 3) Noo, mi diventi crucca 4) Ah Sofi´!Preparate a´ Piccozza… 5) salutami Otzi!!

Sono appena arrivata in azienda mi fanno fare un giro degli uffici; io sono un extraterrestre con 12 cm di tacco approdata in questo posto. Lo leggo a tutti negli occhi. Cerco di entrare in contatto con qualche battuta. Eh cavoli, sono umbra, vicino la Toscana… dai siamo bravi a scongelare le situazioni, a far ridere la gente. No, non vedo alcun muscolo facciale che si muove. Eppure ora l´italiano lo sanno, si dai lo sanno: non e´mica come 30 anni fa. Si, l´italiano lo sanno, ma il mio umorismo non gli cala. Si, decisamente il mio umorismo li fa vomitare. Eh vabbè mica posso piacere a tutti.

Vabbè, continuiamo la giornata.  Un breve colloquio con il capo. Benvenuta! E guardo come è vestito. Crucco fino al midollo, almeno nell’outfit. Mentre parla, penso e ripenso come ha fatto a scegliermi: un´azienda molto tecnica, molto maschile e… molto altoatesina.

Arriva la pausa, la pausa pranzo. A mezzogiorno, … a mezzoooogiorno?? Si a mezzogiorno, la fame arriva presto da ste parti. Un collega mi dice, ah guarda la mensa  è vicina, possiamo andare per un viottolo. Un viottolo??  Eh beh, ho scelto l´Alto Adige, che mò non mi piace la natura?  No, non voglio fare l´asociale, li seguo con buona volontà. Il rischio è subito evidente: farsi la discesa con il sedere anziché con i propri piedi; i cari neo colleghi hanno pietà di me come io di mia zia quando si è rotta il femore. “Eh Du Sofia, warum hast diese Schuhe angezogen?”  Come dargli torto? Ma un ca** di scarponcini non me li potevo mettere?  Arriviamo alla meta, vorrei rimanere lì per sempre, per non rifare la strada.

Entriamo, noto sui tavoli piatti seri e sostanziosi. Sono mesi che ho quasi smesso di mangiare carne, qualcosa mi dice che qua bisogna cambiare stile. Le cotolette sono dei 44 di piede e io già faccio girare le scatole al cameriere. Ehm, entschuldigung, scusi, io, vorrei una pasta in bianco. Ja, pasta in bianco. “Ehm, ohne wie heißt es condimenti, niente condimenti”. Nienteeeee? “Ma Signora come mangia la pasta lei?” Infatti proprio non si è dato per vinto mi porta la pasta con un ciuffo di burro alla Elvis Presley. Anche come grandezza. Non solo. Nel menù di oggi è compreso il Gulasch, e davvero non si capacita perché io rifiuti tanta grazia. Dunque ricapitolando il menù della giornata: pasta in bianco (con ciuffo di burro spropositato) + Gulasch. Dai, un pò di calorie per affrontare la giornata.

Ritorniamo in ufficio. La salita ci aspetta. Manco dovessi scalare l´Everest. Ma forse il Gulasch mi ha dato forza. E allora affronto la strada con piglio. Il pomeriggio scivola tranquillo, tra le chiacchere di rito e le poche mails che si possono scambiare in una prima giornata di lavoro. Vado a casa, respiro l´aria fresca e mi godo in silenzio e… il Talvera che mi sussurra: hai fatto la scelta giusta?

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