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February 19, 2013

Officina Lab: Riva del Garda si sveglia dal torpore con la chiamata alla creatività

Anna Quinz

Dogu è un artista che lavora con la plastilina. Con questo materiale, malleabile e colorato compone dei “momenti” e li propone poi in foto e video. Casualmente, forzando la mano nell’organizzare mostre ed eventi, si è attivata una  reazione e un’idea: creare una proposta che non fosse fatta solo di arte ma anche di altri elementi creativi come cibo, musica e chi più ne ha più ne metta. Da questa reazione.azione, è nato il progetto Officina Riva Lab, che da qualche settimana e per qualche settimana ancora (fino a fine mese) invade gli “istituzionali” spazi della Galleria Civica di Riva del Garda (ma, nell’idea in continua evoluzione, la location cambia e può cambiare, andando a cercare anche quei luoghi non abitualmente destinati ad arte e cultura). In breve, insomma, una sorta di movimento, quello attivato da Dogu – l’artista – e dai suoi amici – che sono chef, musicisti, artisti, dj. Un movimento che li vede impegnati insieme in un unicum fatto di linguaggi, comunicazione e anche, perché no, svago e divertimento. Una serie di eventi multidisciplinari, prima, che sono poi appunto sfociati a Riva, a bordo lago, per sconvolgere anche un po’ la tranquilla routine di un paese che – in inverno – spesso dorme più di quanto necessario (e che anche d’estate, al di là della proposta “per turisti”, ha poco da offrire, culturalmente parlando, ai suoi abitanti).

2Officina Riva Lab ha occupato gli spazi della Galleria, e ne ha fatto altro. Se prima lì venivano proposte mostre ed eventi di stampo per così dire “classico”, ora questo luogo è trasformato, con piccoli segni, arredi, oggetti, che ne fanno un misto tra la galleria underground, il club trendy, il locale dove ti viene voglia di andare, anche solo per sederti un po’ e assorbire l’atmosfera creativa che vibra nell’aria.

Offina Riva Lab ha portato artisti in residence a produrre loro progetti, ha portato dj che hanno fatto workshop e performance, ha portato giornalisti 2.0 che hanno mostrato nuovi modi di raccontare la realtà, ha portato chef visionari che hanno cucinato per tutti. E soprattutto, ha portato amici da tutto il Trentino che al grido di “creativi unitevi!” sono arrivati qui per sostenere, collaborare, dire la loro. Ma gli amici non sono solo “locals”, anche da Torino o Firenze sono arrivati creativi-attivi, pronti a metterci del loro. E così, per un mese gli spazi comunali sono diventati piattaforma viva, luogo di ritrovo e socialità, laboratorio dove sporcarsi le mani e fare, club dove ascoltare buona musica e soprattutto esempio virtuoso di cosa – tra amici – si possa fare se lo si vuole.

1Il tema che sottilmente fa da filo rosso a tutti gli interventi (anche se un certo chaos creativo è parte centrale del progetto e suo innegabile punto di forza) è quello del “new traditional”. Cos’è oggi davvero nuovo? E cosa invece – soprattutto in terre come le nostre così fortemente arroccate sul proprio passato – tradizionale? Su questo si interrogano gli amici di Officina Lab, e qualche risposta pare stia arrivando. In quest’ttica, ad esempio, significativa la proposta di domani sera, mercoledì 20 febbraio, quando verrà presentato il nuovo progetto del celebre musicista-cantante trentino Felix Lalù. “La spuma per el bocia”, vede infatti Lalù (voci, chitarra, tamburi, ardore alpino) e Irene Bonadiman (voce, piano, cembalo, trecce bionde) impegnati nell’HardCore della Montagna. Spiegano Lalù e Bonadiman: “Le canzoni popolari non hanno forme pure, cambiano in musica e testi e si adattano al luogo dove vengono cantate. I cori della montagna stessi, contrariamente a quanto si possa credere, non sono versioni pure dei canti popolari, ne sono solo una versione contemporanea (e tendenzialmenteseriosa) adattata ad un coro di soli uomini negli anni 30. Il coro della montagna è un genere nato nel ventesimo secolo e ha più o meno la stessa età del jazz. Non esistono canti popolari tradizionali; esistono solo versioni attuali e contemporanee dei canti popolari”.

Il duo era nato come intrattenimento musicale per gli utenti dell’ex Ospedale Psichiatrico di Pergine molti anni fa e si è evoluto poi autonomamente per riproporre le canzoni popolari in versioni rimasticate e riviste all’alba del ventunesimo secolo. In pratica, un’opera di divulgazione, di ristrutturazione della canzone popolare e ha l’intento di rendere nuovamente popolari i canti che una volta erano popolari e ora sono solo tradizionali.
Cosa c’è di più new traditional di così?

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