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February 7, 2013

Tutto il mondo è paese #07. Bolzano, 13 marzo 1981

Roberto Tubaro

Bolzano, 1981 – Chi si è trovato ad aspettare l’autobus ieri pomeriggio alla fermata di piazza Vittoria si è trovato in compagnia di uno strano personaggio. Strano ma allo stesso tempo interessante. Il suo nome è Foreste Gamper, anche se tutti lo chiamano Forrest Gump. Forrest per ben quattro ore ha raccontato la storia della sua vita a chiunque si trovasse seduto vicino lui, alla sua valigia e alla sua scatola di Loacker. “La vita è come una scatola di Loacker, non sai mai quello che ti capita” ha detto ad ognuno dei passivi ascoltatori i quali, uno dopo l’altro, sono stati intervistati dalla nostra redazione permettendo la stesura di questo articolo.

Nato a Birti (nel comune di Vadena) il 6 giugno del 1944, il “Giorno G” in cui gli alleati sono sbarcati a Bolzano per porre fine alla guerra, Forrest sin da bambino risulta essere un po’ ingenuo e con un rapporto estremamente fiducioso nei confronti del prossimo.
Ammesso alla scuola pubblica solo grazie ai favori sessuali della madre concessi al preside, Forrest conosce sullo scuolabus una bambina di nome Jenny, la quale risulterà essere il suo unico grande amore per tutta la vita. I due instaurano un grande rapporto di amicizia, trovandosi a giocare ogni giorno tra i meleti nei dintorni di Vadena. Nonostante il suo basso quoziente intellettivo Forrest riesce ad iscriversi all’università grazie alla sua abilità nel pattinaggio, abilità che lo porta ad iscriversi all’Hockey Club Bolzano. È il 1963 quando, assieme agli italocanadesi Longarini e Coletti e alle ottime qualitá dell’allenatore/giocatore Carmine Tucci, l’HCB riesce finalmente a vincere il suo primo scudetto. Forrest diventa un’idolo della folla che lo acclama per il suo modo di pattinare come una saetta.
Nello stesso anno, come membro della selezione hockey bolzanina conosce il Presidente della Provincia Silvius Magnago. Una volta conseguita la laurea Forrest si arruola nell’arma dei Carabinieri. Qui si dimostra subito un gran soldato. Durante il servizio all’Arma conosce Bubba, un soldato afroaltoatesino con l’aria un po’ tonta che sogna di gestire un’azienda produttrice di mele. I due vengono mandati al controllo dei tralicci per contrastare le azioni terroristiche da parte degli estremisti altoatesini. Qui conoscono il tenente Daniel Thaler, chiamato semplicemente Dan, comandante del loro plotone. La notte del 25 giugno 1967 cadono vittime di una guerriglia e un ennesimo traliccio viene fatto saltare. Forrest porterà in salvo svariati compagni nel tentativo di ritrovare l’amico
Bubba persosi durante la guerriglia. Tra i compagni salvati ci sarà anche il tenente Dan al quale successivamente verranno amputate le gambe. Nonostante gli sforzi nella ricerca Forrest trova troppo tardi l’amico Bubba che morirà tra le sue braccia chiedendo di essere portato a casa. Forrest viene colpito invece da una scheggia del traliccio nel sedere che lo porta ad essere ricoverato nell’ospedale militare dove impara a giocare a Watten diventando un ottimo giocatore. Viene mandato in Cina come esponente della squadra di Watten altoatesina, placando il clima di guerra fredda che si stava creando tra Südtirol e resto del mondo. Diventato famoso, Forrest viene invitato ad una trasmissione altoatesina dove incontra John Lennon, ragazzo di Pineta di Laives ex Beatles, il quale viene ispirato dalla storia del viaggio in Cina per la stesura del testo della canzone Imagine. Nel frattempo incontra Jenny in una manifestazione pacifista organizzata sui prati del Talvera. Siamo nel 1974, Jenny è presa un po’ troppo dagli ideali Hippie e non considera le attenzioni del povero Forrest che così decide di accettare di essere sponsor di una marca di carte da Watten e investe tutto nell’acquisto di un campo di meleti in Val Venosta, mantenendo la promessa fatta a Bubba di mettere su un’azienda. Gli affari però vanno male. Forrest viene raggiunto dal tenente Dan che diventa suo socio quando, durante una grandinata, si rovina la coltivazione di mele di tutti gli agricoltori fuorché quella di Forrest che fonda così la Bubba-Gamp Mele (diventata poi il marchio mele Val Venosta) diventando miliardario. Nel 1976, scosso dalla morte della madre, Forrest rimane a vivere solo con i suoi pensieri a Birti, dove vede giungere Jenny, la quale passa qualche giorno in sua compagnia. Forrest le chiede di sposarlo. Lei rifiuta, considerandosi una minaccia per un uomo sano come lui, e l’unico modo che trova per dimostrargli il suo amore è andare a letto con lui, fuggendo però la mattina dopo. Dopo qualche giorno di depressione Forrest decide di indossare i suoi pattini a rotelle e inizia a pattinare raggiungendo il confine del comune di Vadena, di Bolzano, Merano fino al passo Stelvio. Da qui decide di raggiungere la val Pusteria e poi di nuovo ad ovest in Val Senales e ad est in Val Badia e così via per tre anni, ininterrottamente. Diventa così ancora più famoso. In una giornata come tante altre si stufa di correre e torna a casa dove trova una lettera di Jenny che, trasferitasi a Bolzano, lo invita ad andarla a trovare.

Ed ecco perché ieri lo si poteva trovare su quella panchina, finché una signora lo ha avvisato che per raggiungere Jenny non occorreva prendere il 10A, essendo Gries facilmente raggiungibile a piedi.

Quel che sarà del futuro di Forrest non possiamo saperlo. Ciò che sappiamo è che un uomo come lui, che ha vissuto la storia della nostra provincia così in prima linea sempre rimanendo umile e lontano dai riflettori, meritava un articolo nel nostro giornale. E dalla sua storia possiamo effettivamente dire che la vita è come una scatola di Loacker, non sai mai quello che ti capita.

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  • Bolzano, 13 marzo 1981 | Rtcj · 

    [...] Bolzano, 1981 – Chi si è trovato ad aspettare l’autobus ieri pomeriggio alla fermata di piazza Vittoria si è trovato in compagnia di uno strano personaggio. Strano ma allo stesso tempo interessante. Il suo nome è Foreste Gamper, anche se tutti lo chiamano Forrest Gump. Forrest per ben quattro ore ha raccontato la storia della sua vita a chiunque si trovasse seduto vicino lui, alla sua valigia e alla sua scatola di Loacker. “La vita è come una scatola di Loacker, non sai mai quello che ti capita” ha detto ad ognuno dei passivi ascoltatori i quali, uno dopo l’altro, sono stati intervistati dalla nostra redazione permettendo la stesura di questo articolo. (Continua su Franzmagazine) [...]

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