Django… unwatchable?

23.01.2013
Django… unwatchable?

Django… unwatchable?

23.01.2013

Quentin Tarantino non ha bisogno di recensioni, presentazioni o approfondimenti e neppure ha senso provare a demolirlo oppure incensarlo.
Anche questa volta centra il bersaglio e tiene incollati tutti per 165 minuti con uno “Spaghetti Western” avvincente e ben costruito.

Fin qui tutto bene! (per citare “I Magnifici sette”)

Se si vuole fare una riflessione sul perché di “Django Unchained”, bisogna considerare l’intera produzione del regista.

In questo caso ci accorgeremmo che, per certi versi, Tarantino ha rifatto n-volte lo stesso film.

Dalle Iene passando per Pulp Fiction, Kill Bill fino ad arrivare a Django la sua preoccupazione è stata quella di erigere un monumento al cinema, operazione assai ruffiana per accattivarsi in un solo colpo colleghi, addetti ai lavori, critici, cinefili e cine-nerds (insieme che esaurisce la popolazione che oggi si prende il tempo per trascorrere una serata al cinema).

Trattandosi quindi di esercizi di stile, come un po’ lo sono tutti i film di genere, le numerose citazioni (anche musicali) di cui i suoi lavori sono vere e proprie miniere, vanno spesso a parare verso autori meno noti ma che forse meglio di altri hanno rappresentato una certa epoca della storia, che per Tarantino coincide con la storia del cinema.

La personalità registica di Tarantino presenta le caratteristiche tipiche del collezionista ossessivo o del super-appassionato (oggi si direbbe “nerd”) caratterizzato da un’autentica passione e autocompiacimento per cose rare ed esotiche.

Questo atteggiamento lo mantiene anche in ambiti extracinematografici quali per esempio le musiche che sceglie per i film (delle bellissime compilation che solo un collezionista di vinili potrebbe costruire) o i riferimenti letterari che ispirano le sue sceneggiature.

Le Iene è dedicato a Lionel White (autore minore di “hardboiled” ormai reperibile solo sulle bancarelle dei libri usati) e la sua malcelata passione per un colosso del noir come “BIG” Jim Thompson (autore Pulp e sceneggiatore di “rapina a mano armata” di Kubrick, su un romanzo, guarda caso, di White) pervade quasi tutte le sue produzioni.

Fin qui tutto bene!…

Ma allora, cosa non va nel cinema di Q.T.?

L’estetica totalizzante POP-citazionista ed enciclopedica, dalla quale non sembra essere in grado di emanciparsi, lo terrà imprigionato ad una invariabile superficialità nei contenuti (il modo con cui tratta il tema della schiavitù in Django ne è un lampante esempio).

Per Q.T. il cosiddetto “cinema di genere”, da punto di partenza per un discorso più vasto ed elaborato, diventa il terreno sul quale, questo Icaro del B-Movie, andrà a schiantarsi rovinosamente.

…. Il problema è l’atterraggio!

Per chi volesse, dopo aver visto Django, segnalo un bell’articolo che svela tutti i film citati (citazioni).

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